VECCHIAIA
Devozione e storia nella festa patronale dell'IRA
Con Sant'Anna doppio legame
degli anziani padovani

L'antico nome popolare dell'Istituto nato in un convento


di Tino Bedin presidente IRA Padova

Ora che ha anche la sua "sagra", l'Istituto di Riposo per Anziani di Padova è ancora di più una comunità. Sabato 26 luglio, festività di Sant'Anna e San Gioacchino, patroni degli anziani, l'IRA ha celebrato la sua prima Festa patronale. Come per tutte le sagre, c'è stata la celebrazione religiosa e c'è stata la parte… gastronomica. Poiché si trattava anche di celebrare l'Istituto, non sono mancati gli ospiti. Contiamo che tutto questo diventi una tradizione.

"Andare a Sant'Anna". La Festività dei Santi Anna e Gioacchino è stata scelta non solo perché si tratta dei nonni di Gesù, patroni quindi degli anziani, ma anche perché al nome di Sant'Anna è legata l'origine dell'IRA, fondato nel 1821 nel convento di Sant'Anna di via Sperone Speroni a Padova. L'antica sede dell'Istituto ospita attualmente l'Istituto per Geometri.
La Festa patronale, celebrata nella sede dell'Istituto di via Beato Pellegrino 192, è cominciata proprio con la commemorazione del convento di Sant'Anna. Uno dei nostri residenti, Sergio Maniezzi, ha presentato ai colleghi anziani una scheda storica, suscitando interesse ma anche ricordi. Per molti anni infatti il "nome popolare" dell'Istituto di Riposo per Anziani di Padova è stato "Sant'Anna". "Andare a Sant'Anna" era nell'immaginario collettivo dei padovani il segno della fine dell'autosufficienza fisica o economica.

Il convento di via Sperone Speroni. Questo nome popolare, oltre che alla devozione propria degli anziani per la "nonna" più importante, la nonna di Gesù, ci riporta dunque all'inizio della storia dell'IRA.
Dentro e fuori le "mura vecchie" della città di Padova esistevano all'inizio del 1800 una ventina circa di "Ospizi"; la cui attività non si riferiva soltanto ai pellegrini e ai viandanti, ma anche a poveri, anziani e ammalati. I Padri Camaldolesi, in particolare, avevano un ospizio in via Sant'Anna (cioè l'attuale via Sperone Speroni). Proprio in via Sant'Anna sarebbe sorto il "Pio Ricovero dei Vecchi", che non solo accoglieva gli invalidi poveri della città (quindi inabili al lavoro ed incapaci, per età o per condizioni fisiche, di provvedere alla propria esistenza), dando loro vitto, alloggio e assistenza infermieristica, ma offriva anche assistenza domiciliare alle famiglie più povere. L'opera benefica ebbe origine nel 1820 per volontà del canonico Giusto Antonio Bolis (1751-1820), suo primo benefattore e fondatore. Fu eretta in un solo anno nel 1821, presso il monastero di Sant'Anna, sito appunto in via Sperone Speroni, soppresso nel 1806 sotto il Regno d'Italia di Napoleone I.
Allo scopo di assicurare all'Opera Pia la stabilità in quei locali, il comune di Padova li acquistò il 14 maggio 1838. Nello stesso anno il Comune di Padova, proprietario anche del soppresso Monastero del Beato Pellegrino, sito nella via omonima, ne accordava l'uso al reparto femminile della Casa di Ricovero, dove alcuni decenni dopo, nel 1883 veniva costruito un nuovo stabile con esso confinante, dove si trasferì anche il reparto maschile.
E così si concluse il legame tra l'IRA e il Monastero di Sant'Anna.

Presenza della diocesi. Un legame che con la Festa patronale del 26 luglio abbiamo voluto riprendere, assieme alla devozione nei confronti di Sant'Anna.
Per questo il secondo momento della giornata è stato religioso. Grazie alla disponibilità di don Roberto Gastaldi, il "parroco dell'IRA", la messa solenne è stata celebrata "all'aperto", cioè fuori dalla chiesa per sottolineare la straordinarietà della liturgia e per facilitare la partecipazione. La celebrazione eucaristica è stata presieduta da don Daniele Prosdocimo, vicario episcopale per la Pastorale cittadina, che per la prima volta è venuto all'IRA avendo da non molto ricevuto dal Vescovo questo incarico.
Ringrazio la Chiesa padovana di questa presenza che ha sottolineato il valore che la diocesi attribuisce alle persone anziane e alla pastorale della terza età. Da parte loro gli anziani residenti hanno attivamente partecipato: la celebrazione è stata infatti curata nelle letture e nei canti dagli ospiti dell'Ira e del Pensionato Piaggi.

I legami con la città. Per l'occasione della nostra prima Festa patronale abbiamo avuto anche alcuni ospiti. Innanzi tutto il rappresentante della comunità civica padovana, il consigliere comunale Giorgio Noventa, fra i più attivi e preparati nel settore dell'età anziana e in particolare dei servizi destinati agli anziani. Egli ha appunto ricordato la realtà degli anziani a Padova ed evidenziato il ruolo decisivo dell'IRA come istituzione pubblica.
Particolarmente gradito il saluto di Linda Antiga Paolin: si tratta dell'attivissima presidente dell'Associazione Anziani del Centro storico di Padova, la cui presenza rafforza l'impegno dell'IRA ad essere sempre meglio una "parte" della città nel suo insieme e a fornire servizi che riguardino anche le persone che vivono a casa propria. Proprio a questo aspetto ha con passione fatto riferimento Linda Antiga, auspicando l'apertura di servizi ambulatoriali in piazza Mazzini: obiettivo cui stanno lavorando di concerto l'Ulss e l'IRA.
È venuto a trovarci anche Michele Maglio, il dirigente regionale del Servizi sociali, che ha avuto un'altra occasione per conoscere l'IRA dall'interno.

Nessun Gioacchino. In uno stile di famiglia, oltre che di paese, la "sagra" è continuata con gli auguri alle persone dell'IRA (ospiti, lavoratori, familiari) che portano il nome di Anna. Non altrettanto si è potuto fare con Giacchino; la festa infatti ci ha fornito anche una singolarità statistica: tra le circa mille persone dell'IRA nessuna porta il nome di Gioacchino.
Infine al Caffè Novecento la parte divertente della "sagra" con il rinfresco con gli Ospiti, i Familiari e il Personale dell'IRA e con gli anziani del Centro storico di Padova.
Come in tutte le Feste patronali c'è chi ha lavorato finché tutti festeggiavano: è stato così anche all'IRA; e quindi concludo con un "grazie" a chi ci ha consentito di avere la nostra "sagra" e sono sicuro s'impegnerà a farla diventare una tradizione. È di sicuro un lavoro in più, ma è anche di sicuro un modo perché l'IRA sia sempre meglio quello che è sempre stato fin dal tempo in cui lo chiamavano "Sant'Anna", una parte viva di Padova.

1 agosto 2008


2 settembre 2008
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Tino Bedin