di Tino Bedin presidente IRA Padova
Celebriamo la Festa della Repubblica all'Istituto di Riposo per Anziani di Padova facendo festa per coloro che compiono sessant'anni di voto. Altrove si festeggiano, in questa stessa data, coloro che - diventando maggiorenni - sono al battesimo del voto. Qui, in una Residenza per anziani, rendiamo invece omaggio a coloro che per sessant'anni hanno garantito la vita e la vitalità della Repubblica, proprio attraverso il loro voto.
Sessant'anni di voto: un bel traguardo, dal punto di vista personale ma anche dal punto di vista delle Istituzioni e della nostra Repubblica.
Tredici "Grandi della Repubblica". Celebriamo quindi questo compleanno di cittadinanza di 13 persone che vivono con noi e celebriamo il compleanno della nostra Repubblica.
Innanzi tutto il compleanno di cittadinanza di 13 persone.
Sono 13 persone nate nel 1927 e che hanno compiuto 21 anni nel 1948. Questi i loro nomi: Fannj Bellucco, Angelina Bergamasco, Maria Burlinetto, Anna Maria Ferrari, Norma Mason, Elena Romiti, Maria Sartorato, Bruna Scavazzon, Lidia Semeghini, Mario Tanese, Adele Vismara, Liana Zampieri e Giorgio Zodo.
Sono i "Grandi della Repubblica". Non importa se abbiano a no avuto ufficialmente qualche ruolo istituzionale nel tempo della loro giovinezza e maturità. Importante è che abbiano votato, cioè che abbiano esercitato quella sovranità popolare che è messa in capo alla nostra Costituzione repubblicana e quindi alla nostra Repubblica.
Festa di compleanno. La Repubblica di cui il 2 giugno è appunto il compleanno, cioè l'altro motivo della nostra festa.
Come per le famiglie, anche per la comunità civile i compleanni sono occasioni importanti. In famiglia si fa festa attorno a qualcuno e con questo motivo si rinsaldano le ragioni di unità, si ricordano le tappe già trascorse, si costruiscono nuove speranze.
Così è anche per l'Italia. La memoria comune è rinnovata periodicamente attraverso le feste della nazione e da questa memoria si alimenta l'identità nazionale. Proprio perché si basano sulla memoria, le Feste nazionali sono importanti qui all'Istituto di riposo per Anziani di Padova: esse confermano a chi vi risiede la consapevolezza di appartenere ad una comunità, di esserne parte attiva, perché l'hanno realizzata.
Quel primo voto nel 1948. Questo 2008 è particolare. I "sessantenni del voto" hanno iniziato ad essere pienamente cittadini in occasione delle elezioni del 1948, le prime elezioni politiche della Repubblica. Le prime a suffragio universale: una testa, un voto: donna e uomo, possidente e proletario, giovane e vecchio.
Lo capirono bene gli italiani e quindi anche i maggiorenni del 1948.
Andò alle urne il 92,3 per cento dell'elettorato rispetto all'89 per cento registrato per il referendum istituzionale e la Costituente. Insomma ancor più entusiasmo e decisione nel guardare avanti.
Più politica; certo. Ma anche più possibilità di sperare, più fiducia che fosse possibile cambiare le cose visto che c'era la repubblica e che c'era la Costituzione, entrata in vigore proprio l'1 gennaio dello stesso anno, il 1948.
Attuare la Costituzione. E torniamo quindi a celebrare Repubblica e Costituzione. Ma a celebrarla nella vita.
Celebro qualche volta, come delegato del sindaco, dei matrimoni. Agli sposi, assieme all'augurio consegno una copia della Costituzione, con l'augurio che - conoscendola meglio - marito e moglie possano aiutare le istituzioni a realizzarla.
Anche il compleanno della Repubblica celebrato con gli anziani è un voler ricordare insieme che il regalo di compleanno per la Repubblica è attuare la Costituzione su cui si fonda. Ed attuarla in situazioni nelle quali l'anziano è una persona fragile, sia fisicamente che psichicamente, per cui la tutela della sua dignità necessita di maggiore attenzione nell'osservanza dei diritti della persona, sanciti per la generalità dei cittadini.
Principi di libertà, salute e giustizia. Proviamo a rileggere ad esempio, il principio di libertà, enunciato nell'articolo 2 della Costituzione, che ci assicura che compito della Repubblica è riconoscere e garantire i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità.
Cosa significa questo diritto quando la personalità di una cittadina e di un cittadino può esprimersi solo in una Residenza per anziani? E parlo della personalità dell'anziano, ma anche di quella delle persone che lo hanno a cuore: figli e nuore e generi e nipoti.
Credo che molti si domandino al riguardo se - ad esempio - è attuato il principio "di salute" proclamato nell'articolo 32 della Costituzione, in base al quale la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo ed interesse della collettività.
Qual è oggi il concetto di salute che si chiede di affermare come diritto? Sappiamo tutti che alla salute, alla cittadinanza della salute, non bastano più le risposte dell'ospedale.
Ci sono principi e indirizzi della Costituzione che non possono essere applicati una volta per tutte, che devono essere continuamente reinterpretati e fatti rivivere.
Solo a questa condizione resta vitale il principio di "giustizia sociale", enunciato nell'articolo 3 della Costituzione: la Repubblica rimuove gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana.
In una Residenza per anziani siamo testimoni che lo sviluppo pieno della persona umana è un processo continuo, non circoscrivile in una classe di età particolare, perché si vive per tutto l'arco della vita.
È in questi principi di libertà, di salute, di giustizia l'augurio che facciamo in questo compleanno della Repubblica.
Lo facciamo in primo luogo ai 13 Grandi della Repubblica, sessantenni del voto, che festeggiamo. Lo facciamo a tutti gli ospiti. Ce lo facciamo reciprocamente.
La Repubblica godrà di buona salute, se i suoi cittadini saranno in buona salute.
2 giugno 2008
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