Il Sinodo sulla sinodalità ha preso la forma che Papa Francesco aveva proposto: non un evento, non un risultato, ma un metodo; ancora meglio: la forma della Chiesa.
C'è, a conferma, chi ne ha fatto un verbo: sinodare. Indica ormai correntemente la sostanza e la modalità del darsi appuntamento, sia tra persone di uffici pastorali sia nel Cantiere sinodale della giustizia e della legalità, scelto come specifico della diocesi.
La visita pastorale diventa il quarto Cantiere sinodale diocesano, nel quale il vescovo si impegna a "incontrare, ascoltare, discernere": le tre azioni proposte da Papa Francesco fin dall'apertura del Sinodo. La visita pastorale è un cammino comunitario verso una Chiesa sinodale: un luogo aperto, dove tutti si sentano a casa e possano partecipare.
Tra i servizi pastorale diocesani ora c'è anche "il vicario generale per la sinodalità": non direttore generale di un progetto da realizzare (altrimenti si sarebbe chiamato "il vicario per il sinodo"), ma testimone (e quindi accompagnatore) del modo di essere Chiesa locale.
Nel Cantiere sinodale della Strada e del Villaggio (il primo proposto dalla Conferenza episcopale italiana) ci sono giovani che hanno rinunciato alle discussioni per imparare ad ascoltarsi reciprocamente, perché nella sinodalità il diritto di parola viene dopo il dovere di ascolto.
Nell'anno centenario della nascita di don Lorenzo Milani, pur senza citarlo, ancora un vescovo "spiega" la parola sinodo con "I care" (il verbo del priore di Barbiana), perché vivere la Chiesa è lo "stare in mezzo" e non "sopra" o "defilati" e si dice preoccupato - quel vescovo - per "quei consigli pastorali costruiti come se fossero comitati di quartiere o comitati di festa".
Come succede in tutti i cantieri. La Chiesa latino-americana "può essere considerata una scuola di sinodalità. C'è uno spirito sinodale, di camminare insieme", osserva il vescovo peruviano mons. Miguel Cabrejos. E a conclusione della fase continentale del Sinodo cita le esperienze ecclesiali di Medellin, Puebla, Aparecida ("luoghi" anche di Papa Francesco). Il Sinodo è però universale e così ci sono religiosi e laici italiani missionari in America Latina che (in streaming) vivono un gruppo sinodale transoceanico nella loro diocesi di origine. Il risultato è sorprendente: mentre le sfide non sono troppo diverse tra le Chiese, nelle "profezie" la periferia del mondo può insegnare come realizzarle. "Le valorizzeremo nel nostro Cammino sinodale", commenta quel vescovo.
Questo proposito è la risposta immediata ad un recente invito di Papa Francesco: "Una cooperazione missionaria sempre più stretta di tutti i suoi membri ad ogni livello è un obiettivo essenziale del percorso sinodale che la Chiesa sta compiendo con le parole-chiave comunione, partecipazione, missione", scrive nel messaggio per la Giornata missionaria mondiale di quest'anno.
Succede così che, sia nei tre cantieri proposti dalla Conferenza episcopale, sia nel quarto affidato all'iniziativa delle singole diocesi, la Chiesa prenda progressivamente, spontaneamente (o inaspettatamente?) la forma di comunità di pellegrini. Proprio come succede in tutti i cantieri: il lavoro si organizza via via sulla base delle competenze presenti e delle urgenze collettive e - da un certo punto in poi - all'opera che prende forma si presta più attenzioni che al progetto iniziale.
Anche nel cantiere delle solitudini. Ne ha fornito conferma l'assemblea di oltre 250 referenti diocesani del Cammino sinodale che si sono messi in reciproco ascolto dei percorsi compiuti in 147 Chiese locali in Italia.
Nel Cantiere dell'Ospitalità e delle Case, ad esempio, sono attivati anche percorsi che riguardano la fraternità e la corresponsabilità, necessarie al cammino sinodale. La Chiesa comunione di pellegrini ha trovato forma nel terzo Cantiere delle Diaconie e della Formazione spirituale, ad esempio, nella corresponsabilità delle donne: cammino così urgente ed impegnativo, quest'ultimo, che alcune diocesi vi hanno dedicato il Cantiere locale.
In buona parte i Cantieri locali (complessivamente 84 in Italia) sono del resto aperti sul "villaggio" che la Chiesa incontra mentre è in cammino: c'è il villaggio delle solitudini e quello che è ormai spopolato, ma anche il villaggio che accoglie i turisti e quello in cui convivono culture diverse; c'è il villaggio che cerca giustizia e legalità e quello che prova l'impegno sociale e politico.
Sono percorsi che integrano ed approfondiscono percorsi già individuati nel primo Cantiere della Strada e del Villaggio, come quelli relativi ai linguaggi, alla cura del Creato, al volontariato.
26 marzo 2023