L'UMANITÀ

La globalizzazione della fraternità - 3
Senza i sogni collettivi tornano le guerre
Papa Francesco cerca l'alleanza dei giovani: hanno una vita davanti, con la storia alle spalle

di Tino Bedin

Insieme: sognare insieme a Dio, sognare insieme come fratelli è la modalità che l'enciclica Fratelli tutti suggerisce fin dal proemio e sulla quale insiste, anche con un'avvertenza: "Da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non c'è; i sogni si costruiscono insieme" (FT 8).

La costruzione sociale del sogno. La costruzione sociale del sogno si è rivelata decisiva nel corso della storia recente dell'umanità e il suo venir meno fa registrare oggi un regresso pericoloso. La valorizzazione dei sogni collettivi che nella seconda metà del secolo scorso hanno consentito forme nuove e costruttive di cooperazione fra i popoli e fra gli Stati è un altro dei temi politici dell'enciclica francescana.
Il Santo Padre li considera decisivi nella globalizzazione della fraternità e quindi si preoccupa che essi siano soppiantati dai miraggi dell'individualismo, tanto che ai "Sogni che vanno in frantumi" è dedicata la prima parte del primo capitolo. Osserva che "nel mondo attuale i sentimenti di appartenenza a una medesima umanità si indeboliscono, mentre il sogno di costruire insieme la giustizia e la pace sembra un'utopia di altri tempi" (FT 30). Ci rende attenti al fatto che "Aprirsi al mondo è un'espressione che oggi è stata fatta propria dall'economia e dalla finanza. Si riferisce esclusivamente all'apertura agli interessi stranieri o alla libertà dei poteri economici di investire senza vincoli né complicazioni in tutti i Paesi" (FT 12).
Eppure, i sogni erano diventati progetti. "Per decenni è sembrato che il mondo avesse imparato da tante guerre e fallimenti e si dirigesse lentamente verso varie forme di integrazione. Per esempio, si è sviluppato il sogno di un'Europa unita, capace di riconoscere radici comuni e di gioire per la diversità che la abita. (…) Ugualmente ha preso forza l'aspirazione ad un'integrazione latino-americana" (FT 10). "La Carta delle Nazioni Unite, rispettata e applicata con trasparenza e sincerità, è un punto di riferimento obbligatorio di giustizia e un veicolo di pace. Ma ciò esige di non mascherare intenzioni illegittime e di non porre gli interessi particolari di un Paese o di un gruppo al di sopra del bene comune mondiale" (FT 257).

La frammentazione rischiosa. "Le ombre di un mondo chiuso" oscurano questi sogni collettivi, tanto che "si stanno creando nuovamente le condizioni per la proliferazione di guerre" (FT 257). A conferma che vivere o negare la fraternità aperta, che l'enciclica descrive e da cui è ispirata, è inevitabilmente una scelta politica.
Una delle fonti di ispirazione di Fratelli tutti è la visita di San Francesco "al Sultano Malik-al-Kamil in Egitto, visita che comportò per lui un grande sforzo a motivo della sua povertà, delle poche risorse che possedeva, della lontananza e della differenza di lingua, cultura e religione. Tale viaggio, in quel momento storico segnato dalle crociate, dimostrava ancora di più la grandezza dell'amore che voleva vivere, desideroso di abbracciare tutti" (FT 3). Sostituire l'incontro alla crociata è quanto richiede anche oggi la fraternità aperta, che per realizzarsi ha bisogno di istituzioni internazionali e nazionali, di organizzazioni sociali, di decisione politiche.
Con il ridursi della fraternità politica internazionale oggi in atto, anche ogni persona rischia la regressione. Senza i sogni, svanisce l'immaginazione e cresce l'attitudine al fatalismo e alla rassegnazione. Non si chiude solo il mondo; si chiude la vita di ogni singola persona. Globalizzazione e individualismo, non a caso, sono strettamente legati: "Malgrado si sia iper-connessi, si è verificata una frammentazione che ha reso più difficile risolvere i problemi che ci toccano tutti" (FT 7).

Attenti ai ladri di sogni. Papa Francesco cerca allora l'alleanza dei giovani, della generazione che è nata e vive nella connessione globale ma che è anche nell'età dei sogni. Tornano nell'enciclica parole che egli ha rivolto ai giovani: "Sognate (…) e raccontate i vostri sogni", aveva raccomandato il 20 settembre 2015 ai giovani cubani incontrati a L'Avana. E il 7 maggio 2019 in Macedonia, aveva anche spiegato come sognare: "Ecco un bellissimo segreto per sognare e rendere la nostra vita una bella avventura. Nessuno può affrontare la vita in modo isolato […]. C'è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti. Com'è importante sognare insieme!". Queste parole all'Incontro ecumenico e interreligioso con i giovani a Skopje l'enciclica le riporta pari pari (FT 8).
Riporta anche altre parole sempre che aveva rivolte ai giovani, per metterli in guardia dai ladri di sogni: "Se una persona vi fa una proposta e vi dice di ignorare la storia, di non fare tesoro dell'esperienza degli anziani, di disprezzare tutto ciò che è passato e guardare solo al futuro che lui vi offre (…), quella persona ha bisogno che siate vuoti, sradicati, diffidenti di tutto, perché possiate fidarvi solo delle sue promesse e sottomettervi ai suoi piani". Le aveva scritte nell'esortazione post-sinodale Christus vivit due anni fa; le ripete in Fratelli tutti perché i giovani contrastino la cultura che "favorisce anche una perdita del senso della storia che provoca ulteriore disgregazione" (FT 13).
I destinatari e quindi gli interpreti dell'enciclica sono molti; di alcuni troviamo anche i nomi nel testo. Tuttavia, viene da pensare che i protagonisti che Papa Francesco ha in mente siano proprio i giovani, perché il sogno che egli descrive, con i progetti necessari per realizzarlo a cominciare da oggi, richiede di essere fatto proprio da chi una vita intera davanti. Ai giovani può essere meglio applicata la beatitudine suggerita dal Servo di Dio, dom Hélder Câmara: "Beati quelli che sognano: porteranno speranza a molti e correranno il dolce rischio di vedere il loro sogno realizzato!".

16 maggio 2021


um-048
20 maggio 2021
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