L'UMANITÀ |
Tra don Giovanni Nervo e Papa Francesco Un dialogo a distanza e con tutti Sfide che ogni generazione deve saper reinterpretare
di Tiziano Vecchiato presidente Fondazione Emanuela Zancan "Dio Padre Voi Tutti Fratelli" (Dehoniane, 1999) è un piccolo libro in forma di testamento sulla fraternità di don Giovanni Nervo. Parla di paternità, figliolanza, fraternità cioè della piccola famiglia e della famiglia universale, molto bello. Don Giovanni ha proposto una sintesi di vita spirituale e sociale, dicendo "Il Padre nostro dà senso alla nostra vita personale. Dio mi ha fatto unico, irripetibile; mi ama personalmente, come papà e mamma amano, uno ad uno, i loro figli; mi ama sempre, come sono, nonostante tutto" e aggiungeva: "non si tratta soltanto dell'amore umano, ma della carità, …Essa dà già per scontato l'esistenza di un affetto con cui gli esseri umani si riconoscono: affetto che non è specificamente cristiano, ma - grazie a Dio - è anche ateo, nel senso che tutti gli uomini, come tali, si possono amare, e debbono farlo, e debbono essere aiutati a questo scopo". Per lui era "unità intera e famiglia di Dio… per vivere in questo modo è necessario operare costantemente dei profondi cambiamenti di mentalità e di costume di vita".
Il distanziamento dell'io dal noi. Sono sfide che ogni generazione deve saper reinterpretare e l'enciclica di Papa Francesco le porta in piena luce, con l'espressione "Fratelli Tutti". Una società che non si apre ai diversi, che accetta le disuguaglianze, che giustifica la gestione differenziata della sofferenza, che si separa dai più deboli non è società. Non pratica il distanziamento della pandemia per proteggere e proteggersi, ma il distanziamento dell'io dal noi, con soluzioni assistenzialistiche, che separano chi aiuta da chi è aiutato, il potere dalla fraternità. L'enciclica "Fratelli Tutti" ci dice che il problema è proprio dentro di noi, quando ci scopriamo incapaci di guardare oltre e di affrontare queste contraddizioni chiudendoci invece di aprirsi. Promotori di fraternità. Sono espressioni forti che don Giovanni usava spesso. Parlano di una "società malata che volta le spalle al dolore, che guarda alla persona che soffre senza toccarla". In questo dialogo a distanza Papa Francesco e don Giovanni ci ripetono che "il principio di sussidiarietà è inseparabile dal principio di solidarietà", che la carità prepara la giustizia, se la fa diventare più giusta. È una sfida che chiede a tutti di mettere in discussione i diritti individuali, con pratiche di fraternità generativa, con diritti che, appunto, diventano sociali valorizzando la fraternità. È una fraternità capace di offrire alla libertà e all'uguaglianza tutto quello che manca per fare la differenza. Per Papa Francesco è la virtù dei promotori di fraternità su scala interpersonale, comunitaria e politica, perché "è carità stare vicino a una persona che soffre, ed è pure carità tutto ciò che si fa… per modificare le condizioni sociali che provocano la sua sofferenza".
Don Giovanni Nervo è nato il 13 dicembre 1918 e ci ha lasciato il 21 marzo 2013 nel mese in cui Papa Francesco ha iniziato il suo pontificato. 13 dicembre 2020 |
um-044 13 dicembre 2020 |
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