Lettura sociale e politica dell'enciclica Laudato si' - 5
Indispensabile un'autorità mondiale per l'ambiente
La politica deve recuperare la sua capacità di guida rispetto ai poteri economico-finanziari transnazionali, in funzione del bene comune
di Tino Bedin
Con la politica, l'educazione, la finanza, il mercato entriamo nel cuore della dimensione sociale e politica dell'enciclica Laudato si'.
Politica e cultura non se cavano per niente bene nella globalizzazione.
L'insufficienza culturale è generata da un'informazione non adeguata ed è alimentata dal consumismo. Sono componenti così decisive nel provocare il "grido della terra e il grido dei poveri" che Papa Francesco le descrive con una veemenza profetica.
Il consumismo non è solo un comportamento; è un modello che sta soppiantando altri modelli educativi e formativi. "Abbiamo troppi mezzi per rachitici fini" (203), osserva con amarezza il Papa; e subito dopo annota: "In tale contesto non sembra possibile che qualcuno accetti che la realtà gli ponga un limite". Il consumismo manda in frantumi la comunità.
La politica può vincere la sfida del mercato. Qui tocca alla politica. Meglio: deve toccare alla politica, che però è sotto attacco a livello locale e - soprattutto - a livello globale, che è il livello che ormai determina le grandi scelte. La nostra epoca ha sistemi di regolazione, di controllo e di sanzione che andavano bene in epoche ormai passate. Così assistiamo "ad una perdita di potere degli Stati nazionali, soprattutto perché la dimensione economico-finanziaria, con caratteri transnazionali, tende a predominare sulla politica" (175).
Oggi è normale sentire e leggere: "I mercati sono preoccupati". È invece una degenerazione gravissima che è di oggi e non del passato. Vuol dire che oggi la politica si è arresa al potere dei mercati. Ieri erano i padri fondatori dell'Unione Europea a dare la linea all'economia e ai mercati. Se lasciamo che a fissare i fini sia il mercato, è chiaro che il mercato non si preoccupa dell'equità, della giustizia, della povertà. Il mercato si preoccupa solo della crescita del Pil, mentre è indifferente al come la crescita venga distribuita.
Papa Francesco però non rinuncia alla politica, perché pensa che ce ne sia bisogno sia nella dimensione domestica che nella dimensione planetaria.
Ricorda con quali caratteristiche la politica può vincere la sfida del mercato: "La grandezza politica si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi e pensando al bene comune a lungo termine. Il potere politico fa molta fatica ad accogliere questo dovere in un progetto di Nazione" (178); "Abbiamo bisogno di una politica che pensi con una visione ampia, e che porti avanti un nuovo approccio integrale, includendo in un dialogo interdisciplinare i diversi aspetti della crisi" (179).
Richiama i difetti che indeboliscono la politica sia nei risultati sia nella considerazione delle opinioni pubbliche.
Recentemente in Italia la politica ha dimostrato questa capacità, proprio in relazione alle sfide ambientali. In maggio è stata approvata la nuova legge sugli ecoreati, che introduce nel codice penale "nuovi delitti" contro l'ambiente.
Vulnerabilità della terra e vulnerabilità delle persone. La dimensione politica che la Laudato si' affronta (e stimola) è principalmente quella internazionale. "L'interdipendenza ci obbliga a pensare a un solo mondo, ad un progetto comune" (164). La politica deve recuperare la sua capacità di guida rispetto ai poteri economico-finanziari transnazionali, in funzione del bene comune, perché "lo stesso ingegno utilizzato per un enorme sviluppo tecnologico, non riesce a trovare forme efficaci di gestione internazionale in ordine a risolvere le gravi difficoltà ambientali e sociali" (164).
Pur non definendola nei dettagli, sia descrivendo la situazione sia individuando le vie d'uscita Papa Francesco ritiene indispensabile una autorità mondiale per l'ambiente, sul modello dell'Organizzazione mondiale del commercio. In altre parole le questioni sollevate dall'Enciclica non potranno essere risolte senza un'agenzia in grado di rendere esecutivi gli accordi internazionali su clima e ambiente. Scrive il Papa: "In questo contesto, diventa indispensabile lo sviluppo di istituzioni internazionali più forti ed efficacemente organizzate, con autorità designate in maniera imparziale mediante accordi tra i governi nazionali e dotate del potere di sanzionare" (175).
In continuità con l'enciclica Papa Francesco è intervenuto domenica 6 dicembre, nel pieno della Conferenza delle Nazioni Unite sul clima e domenica 13 dicembre ne ha accompagnato la conclusione ribadendo la connessione tra vulnerabilità della terra e vulnerabilità delle persone.
La solidarietà di cui parla il Papa all'Angelus non è elargizione o misericordia. È applicazione del principio di bene comune che, come abbiamo già visto, l'enciclica inserisce nella cura della casa comune. È un principio che non si applica solo alla comunità nazionale, ma anche a quella internazionale.
5. Continua
13 dicembre 2015 |