Il senatore Tino Bedin ha celebrato sabato 11 marzo nel municipio di Padova il matrimonio di due amici. Il parlamentare padovano ha svolto un indirizzo di saluto ai due coniugi sui temi della Costituzione e della famiglia, che riportiamo.
celebrazione di Tino Bedin senatore
Vi do il benvenuto nella Casa dei cittadini che è il municipio, anche a nome del sindaco Flavio Zanonato. Egli ha voluto accompagnare questa cerimonia con il dono agli sposi della riproduzione proprio della prima "sala civica" di Padova, il Palazzo della Ragione.
Do il benvenuto ad Enrica e Giacomo; a Riccardo che è con loro e fa parte del patto che fra poco essi dichiareranno e sottoscriveranno.
Do il benvenuto alle famiglie da cui Enrica e Giacomo provengono; famiglie che oggi si allargano reciprocamente.
Do il benvenuto agli amici che sono qui a condividere gioia e speranza.
In sindaco ha consentito che fossi io, componente di un'altra istituzione, il Senato della Repubblica, a celebrare il matrimonio. Si tratta infatti di un atto pubblico.
La cerimonia sarà semplice.
Darò lettura degli articoli del Codice civile che definiscono la natura ed i contenuti del patto che fa di due persone due coniugi.
Ascolteremo poi la dichiarazione di consenso dei due protagonisti della cerimonia. Dichiarerò allora la loro unione, che sarà simboleggiata dallo scambio degli anelli.
Darò lettura dell'Atto matrimoniale, cioè del documento destinato ad essere conservato negli Archivi del Comune di Padova. Enrica e Giacomo lo sottoscriveranno assieme ai testimoni.
Il matrimonio sarà stata allora celebrato.
La celebrazione. Passiamo alla parte formale della cerimonia con la lettura del Codice Civile.
Nel Codice Civile l'intero Libro I ha per tema "Delle persone e della famiglia". Si tratta degli articoli che vanno dal 79 al 230 bis. Anche se la numerazione non corrisponde alla effettiva sequenza degli articoli perché la materia è stata innovata nel corso degli anni. La modifica più significativa è avvenuta nel 1975, quando il Parlamento ha approvato il nuovo Diritto di famiglia, che è nella forma e nella sostanza il diritto in vigore.
L'atto matrimoniale non prevede ovviamente la lettura di tutto il Libro Primo del Codice civile, ma solo di alcuni articoli che fanno parte del Capo Quarto "Dei diritti e dei doveri che nascono dal matrimonio".
Art. 143 Diritti e doveri reciproci dei coniugi
Con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri.
Dal matrimonio deriva l'obbligo reciproco alla fedeltà, all'assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell'interesse della famiglia e alla coabitazione.
Entrambi i coniugi sono tenuti, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia.
Art. 144 Indirizzo della vita familiare e residenza della famiglia
I coniugi concordano tra loro l'indirizzo della vita familiare e fissano la residenza della famiglia secondo le esigenze di entrambi e quelle preminenti della famiglia stessa.
A ciascuno dei coniugi spetta il potere di attuare l'indirizzo concordato.
Art. 147 Doveri verso i figli
Il matrimonio impone ad ambedue i coniugi l'obbligo di mantenere, istruire ed educare la prole tenendo conto delle capacità, dell'inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli.
L'augurio. La sottoscrizione dell'Atto matrimoniale dà compimento alla cerimonia per cui Enrica e Giacomo ci hanno convocati qui questa mattina. Da oggi all'anagrafe del Comune di Padova è registrata una nuova famiglia.
L'origine e il fondamento di questa famiglia, come di tutte le famigle, sono, tuttavia, prima e altrove rispetto all'anagrafe.
È nel patto tra coniugi che la famiglia trae origine.
È questo patto che la fa vivere nel rispetto e nell'aiuto reciproci, nella partecipazione delle responsabilità, nella condivisione del lavori di casa e di quelli di cura.
È dentro questo patto che la famiglia si dà le sue dimensioni: in quella di Giacomo ed Enrica, Riccardo è già parte essenziale. Ad ogni età, del resto, paternità e maternità si collegano strettamente alla figliolanza, cosicché fa parte dell'essere famiglia anche il prendersi cura dei genitori.
Il consenso matrimoniale, di cui siamo appena stati testimoni, definisce e rende stabile questa comunione di persone, mediante la quale la donna e l'uomo danno origine alla famiglia.
C'è, dunque, una "sovranità" sociale della famiglia che va riconosciuta dalle altre istituzioni. Ed è per rendere onore a questa "sovranità" che, come rappresentante delle istituzioni repubblicane, aggiungo alla cerimonia una piccola parte non ufficiale per l'atto, ma egualmente istituzionale.
Innanzi tutto consegno alla famiglia la bandiera nazionale.
È il Tricolore che abbiamo ricevuto anche noi come Senatori della Repubblica e il Comune di Padova desidera affidare ad Enrica e Giacomo, come riconoscimento che la comunità che hanno fondata e la famiglia che oggi hanno costituita è anch'essa una delle "istituzioni" della nostra società e quindi della nostra Repubblica.
Il dono della bandiera nazionale agli sposi, quando celebrano il loro matrimonio, è stato proposto il 7 gennaio di due anni dal Presidente Carlo Azelio Ciampi nel municipio di Reggio Emilia, città nella quale per la prima volta è sventolato il Tricolore. Il Presidente vi ha collegato soprattutto l'idea di un segno condiviso da milioni di famiglie che costituiscono un popolo.
Per me non si tratta solo di un simbolo collettivo.
Il Tricolore identifica infatti i luoghi della comunità nazionale; tra questi luoghi, fin dalle origini, c'è la famiglia, ci sono le famiglie. Il Tricolore che vi affido è il riconoscimento della sovranità familiare e del ruolo pubblico della vostra famiglia e di tutte le famiglie. Esso segnalerà la vostra casa familiare come "municipio domestico".
Aggiungo il testo della Costituzione italiana.
Si tratta del fondamento della comune cittadinanza che personalmente ritengo giusto suggerire come fondamento anche della famiglia.
Con la celebrazione ufficiale dell'Atto di matrimonio la Repubblica assiste ad una decisione dei due coniugi; certifica il loro consenso; ricorda che il loro patto produce anche effetti pubblici, descritti dal Codice Civile, di cui in parte vi ho dato lettura.
Ma non c'è solo questo nella scelta della comunità di essere parte ufficiale di questo vostro patto.
Attraverso l'atto, che anch'io - con voi e con i testimoni - ho sottoscritto, la Repubblica prende impegni con voi.
Essa già ha degli obblighi con Enrica e con Giacomo in quanto persone e cittadini; da ora li ha come famiglia. Sono obblighi scritti appunto nella Costituzione, per cui posso senz'altro dire che l'atto che avete deciso e al quale abbiamo partecipato ha rilevanza costituzionale.
Vi leggo alcuni degli impegni costituzionali che la Repubblica prende con voi, come famiglia.
L'articolo 29 della Costituzione dice:
La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.
L'articolo 30 garantisce: È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli.
E l'articolo 31 aggiunge che i genitori non saranno soli: La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.
Protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo.
Ci sono anche altri impegni che la Repubblica prende con voi; impegni concreti, che molte famiglie oggi vorrebbero vedere onorati nella vita e nelle leggi, nei regolamenti comunali e nell'organizzazione dei servizi ai cittadini.
L'articolo 36: Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a se e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.
L'articolo 37: La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.
L'articolo 47: La Repubblica favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione.
Ed ora l'augurio di un rappresentante della Repubblica.
Questi impegni che la Repubblica Italiana prende oggi con Enrica e Giacomo sono il mio augurio per la loro famiglia.
All'augurio aggiungo un ringraziamento ai due coniugi: li ringrazio della speranza che è alla base della loro decisione di condividere la vita e che diventa una forza in più che tutti riceviamo per realizzare l'augurio.
Padova, Municipio, Sala del Consiglio, 11 marzo 2006
|