TINO BEDIN

Lettera dal Senato. 99 / 18 giugno 2005
La generosa scelta del leader dell'Unione e dell'Ulivo

Il bisogno di un governo di Romano Prodi
Dieci anni dopo il simbolo dell'Ulivo, le elezioni primarie sono la novità che ha di nuovo protagonista Romano Prodi e come dieci anni fa è in grado di attivare tutte le risorse dei partiti e tutti gli entusiasmi dei cittadini

di Tino Bedin

Cari amici, per settimane, e con maggiore insistenza nelle ultime quattro, chi m'incontrava non mi ha chiesto "Come sta?", ma "Cosa fate a Roma?". Non era una domanda; era un rimprovero.
"Roma" sembrava non assumersi la sua parte di lavoro e di fatica per l'unità che dal 2002 al 2005, militanti ed elettori del centrosinistra si sono caricati sulle spalle nei comuni, nelle province e nelle regioni e che, elezione dopo elezione, ha prodotto risultati così insperati da apparire decisivi.
Risultati decisivi al punto che la domanda-rimprovero non mi è stata rivolta solo dagli elettori del centrosinistra. Ci sono molte persone che non hanno votato per l'Ulivo nel 2001, che probabilmente non voteranno per l'Unione nel 2006, ma che hanno bisogno di essere rassicurate dalla presenza di un'alternativa alla Destra, hanno bisogno di coltivare la speranza in un governo vero dell'Italia. Anche queste persone continuavano a chiedermi: "Cosa fate a Roma?".

Il coraggio di scegliere l'Italia. La scelta generosa fatta da Romano Prodi di prendere atto dell'orientamento ampiamente maggioritario nella Margherita sulla lista per la quota proporzionale è la risposta a questo bisogno della società italiana. Una risposta di governo, prima che di partito: di fronte alle insicurezze drammatiche della società italiana, di fronte alle decine di posti di lavoro che saltano anche nel "mitico Nordest", la "politica" può attendere. Prima viene il governo; il bisogno di governo.
Dicono che Romano Prodi sia stato indebolito da queste settimane di assordante mutismo all'interno della Margherita. Sussurrano che non gli ha fatto bene dichiarare in tv che il progetto politico dell'Ulivo è irrinunciabile e poche ore dopo decidere il contrario, in considerazione delle posizioni dei Democratici di Sinistra. Sono valutazioni che valgono solo "a Roma". In Italia, tra gli italiani, Romano Prodi riemerge come lo statista, come l'uomo di governo che ha a cuore l'Italia prima ancora della politica, che tiene conto della realtà prima ancora delle promesse elettorali.
Tra gli italiani Romano Prodi è ora più forte. Come nell'autunno del 1996, quando da presidente del Consiglio ebbe il coraggio di smentire la sua promessa elettorale sulle tasse e propose agli italiani di "agganciare l'Europa" che ci stava escludendo. I cittadini gli diedero ragione. Anche in questa occasione ne rafforzeranno figura e ruolo di Romano Prodi.

Facciamo le primarie. Per questo le elezioni primarie all'interno del centrosinistra non sono il compromesso in cambio della rinuncia alla lista dell'Ulivo nella quota proporzionale. Sono lo strumento per rafforzare nei cittadini la prospettiva di una guida dell'Italia capace di condividerne la condizione, senza l'attaccamento agli slogan e alle illusioni che ha caratterizzato l'attuale presidente del Consiglio e che è tra le cause del declino italiano nel confronto con l'Europa e della delusione elettorale di numerosi cittadini.
Per questo a chi da oggi mi chiede "Cosa fate a Roma", rispondo molto volentieri: "Facciamo le primarie". Il verbo plurale in questo caso riguarda tutti.
Sono una bella opportunità democratica, le primarie. Sono la novità che dieci anni dopo l'apparire del simbolo dell'Ulivo ha di nuovo protagonista Romano Prodi e come dieci anni fa è in grado di attivare tutte le risorse dei partiti e tutti gli entusiasmi dei cittadini.
Per i partiti si tratta di mettersi in gioco non al proprio interno, ma con i propri elettori. Significa impegnarsi a conoscere questi elettori per nome e cognome, incontrarne il volto, stringerne la mano. L'elettorato non sarà più solo quello dei sondaggi, ai quali sull'esempio della democrazia plebiscitaria, anche i partiti popolari hanno finito per adeguarsi.
Per i cittadini le elezioni primarie significano un'altra tappa di quel cammino che con entusiasmo hanno intrapreso con la scelta per l'indicazione diretta dei loro sindaci. È un percorso che richiede informazione, partecipazione, decisione e quindi responsabilità. Quote crescenti di decisione possono essere messe in mano alle persone. Questo però non avverrà gratuitamente. Chiede ai cittadini di votare, ma anche di far parte di strumenti, a cominciare dai partiti, attraverso i quali si prepara il voto, si organizzano le procedure.

Il simbolo dell'Ulivo alle primarie. Anche per queste loro caratteristiche le elezioni primarie per la scelta del candidato primo ministro nel 2006 sono fra i primi e decisivi banchi di prova della Federazione dell'Ulivo. A me sembra necessario che il simbolo dell'Ulivo, che non ci sarà sulle schede del prossimo anno, sostituito dai simboli dell'Unione e delle singole forze politiche, sia presente nella scheda per le elezioni primarie. Qui, dunque, niente simboli dei partiti che compongono la Federazione, ma solo il simbolo dell'Ulivo a sostegno di Prodi. Non è una questione solo di simbolo. Romano Prodi deve essere il candidato dell'Ulivo (oltre che di altre forze e partiti), in modo da assegnargli presso i cittadini non solo il ruolo di capo dell'Unione e di capo del governo, in caso di vittoria, ma anche quello di guida politica dell'Ulivo. Questo consentirà a Prodi di assumere all'interno dell'Unione quel ruolo di indirizzo e di equilibrio che è indispensabile per accrescere la capacità di governo dell'intero centrosinistra. A sostegno della candidatura di Romano Prodi i partiti dell'Ulivo si dovranno impegnare in una definizione programmatica confrontandosi sia con le proposte dello stesso Prodi sia con le rispettive posizioni. L'accentuazione sul programma comune, che molte delle parti in causa hanno evidenziato in queste settimane, ora può diventare effettivamente una ricerca comune: non ciascun partito che definisce la propria piattaforma e poi la confronta con Prodi, ma una ricerca unitaria dell'Ulivo del suo programma. Infine i cittadini che o non si riconoscono direttamente in nessun partito dell'Unione o - ed è augurabile - quelli che finora non si sono riconosciuti nell'Unione, avranno a disposizione per la loro scelta un candidato, Romano Prodi, non di partito e caratterizzato dal programma di governo più che dall'identità politica. Oltre che motivare la partecipazione al voto nelle primarie, questa condizione potrebbe motivare una scelta alle elezioni del 2006, probabilmente più decisiva per il risultato di quella delle liste per il proporzionale.

Tino Bedin

Padova, 18 giugno 2005


18 giugno 2005
tb-106
home page
scrivi al senatore
Tino Bedin