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Lettera dal Senato. 52
22 maggio 2001
Il 13 maggio ha lasciato all'Ulivo
anche eredità positive
Molto futuro da spendere
di Tino Bedin
Scrivo da Stoccolma (anche se poi imbucherò a Roma questa mia Lettera dal Senato). Il
mio primo atto da parlamentare dopo l'elezione al Senato è qui nella capitale della
Svezia, dove sono perché Stoccolma in questi sei mesi è la "capitale"
dell'Unione Europea. Guido la delegazione del Parlamento italiano alla Conferenza dei
Parlamenti nazionali. A dire il vero è una delegazione un po' ridotta: dovremmo essere in
sei e siamo in due; non è venuto nessun deputato e i noi senatori siamo tutti e due
dell'Ulivo. Mi auguro che sia una coincidenza: negli ultimi cinque anni noi italiani
abbiamo dato il buon esempio agli altri parlamenti dell'Unione.
Sono contento che sia questo il mio inizio di mandato, perché mi consente di parlare con
voi del futuro; di quello di cui discuteremo tra noi - intendo noi cittadini e non solo
noi parlamentari - nei prossimi cinque anni. Il presente e il futuro sono il nostro
"stare" in Europa, nell'Europa allargata.
La prima "questione" è
stata l'Europa. L'ho detto e scritto in campagna
elettorale. Ho messo la dimensione europea nel mio patto "personale" con i
cittadini che hanno scelto di farsi rappresentare al Senato.
Sapevo che era così; sapevo che volendo prendere impegni su cose vere e concrete, dovevo
dire come mi sarei comportato con l'Europa. Non mi ha dunque stupito che la prima
"questione" politica emersa nella stessa settimana in cui si sono definiti i
risultati elettorali sia stata la questione europea. Il "ministro" Tremonti ha
messo le mani avanti sull'allargamento dell'Europa ad est; ha detto che prima di
allargarsi l'Unione deve pensare a se stessa; ha sollevato soprattutto le paure del sud.
Ho idea che più che il sud, Tremonti (che è "traduttore fine" di Bossi) abbia
a cuore un certo nord, cui un'Europa orientale nelle condizioni di "colonia" sta
facendo fare un bel po' di quattrini. Ma ne riparleremo di sicuro, perché l'Europa ormai
c'è e chi ha responsabilità non può più parlare da solo.
Nel gruppo parlamentare della
Margherita. Non so quale il sarà il settore
specifico che mi verrà chiesto di seguire al Senato; qualunque sia, l'Europa non potrà
mancare. Qui a Stoccolma la nostra Conferenza è stata quasi interamente dedicata proprio
ai compiti che i parlamentari nazionali devono svolgere per rendere più
"trasparente" l'Unione Europea e garantire di più i loro concittadini.
Ho detto che non so quale settore seguirò, perché avrò molti colleghi nuovi e
soprattutto avrò un gruppo parlamentare nuovo di zecca. Farò parte del gruppo
parlamentare della Margherita. È una novità politica e non organizzativa, che nasce
direttamente dal risultato elettorale del 13 maggio; nasce cioè dalla volontà dei
cittadini che hanno dimostrato anche in questa occasione di essere disposti a rischiare di
più dei partiti.
Anche l'Ulivo doveva rischiare di più? E poteva farlo con Bertinotti e Di Pietro? E
avrebbe ottenuto anche con questo azzardo i voti nuovi di cui si è arricchito? La
sconfitta dell'Ulivo era nella logica dei numeri dell'alleanza tra la Lega e il Polo. Ed
effettivamente l'Ulivo ha perso, ma anche nel mio collegio senatoriale abbiamo guadagnato
elettori nuovi (persone non solo percentuali statistiche).
La buona eredità del 13 maggio. Questi nuovi elettori sono la più interessante eredità della
competizione elettorale. Non l'unica. Metto in fila le buone eredità non per
consolazione, ma per dirmi che ci sono ricchezze da spendere nel futuro e nel presente.
Oltre a nuovi elettori, l'Ulivo ha un nuovo leader. Cresciuto giorno dopo giorno in
campagna elettorale (a Padova abbiamo potuto "sperimentarlo" dal vivo nei due
appuntamenti all'inizio e alla fine della campagna elettorale), Francesco Rutelli non è
stato sacrificato alla sconfitta, ma designato alla competizione in Parlamento e nella
società. Nella Sinistra si è aperto un cantiere operoso: porterà a un edificio
definitivamente nuovo, capace di ospitare persone e storie diverse legate più dal futuro
che dal passato. Nell'area centrale dell'Ulivo l'affermazione della Margherita ha già
indicato la strada. I due percorsi saranno più agevoli perché i viaggiatori non avranno
tentazioni: il fallimento di Democrazia europea e le ridotte dimensioni di Rifondazione
offrono all'Ulivo tutto lo spazio di cui ha bisogno per diventare rigoglioso dopo la
"gelata" del 13 maggio.
Rappresentanza politica e
territoriale. Torno brevemente indietro, alle
elezioni, per ringraziare coloro che hanno partecipato al mio impegno e hanno reso
possibile la continuità della mia rappresentanza. Sono stati molti e non tutti
"naturalmente" di centro-sinistra. Per questo so che la "delega" che
devo onorare è la rappresentanza politica ma anche la rappresentanza territoriale e
sociale: avendo imparato a farlo nei cinque anni precedenti, mi auguro di riuscirci nei
prossimi cinque, anche dall'opposizione.
Tino Bedin
Stoccolma, 22 maggio 2001