SALUTE
Verso la Giornata mondiale dell'Alzheimer
Demenza senile: emergenza sanitaria
e risposta sociale

L'impegno del personale dell'Ira di Padova

di Tino Bedin presidente dell'Ira

Cinquanta dei 500 mila italiani colpiti dal morbo di Alzheimer vivono all'Istituto di Riposo per Anziani di Padova. I numeri diventano ancora più "veri", più esistenziali se riferiti alla sola realtà dell'Ira: qui è riconosciuto come malato di Alzheimer un ospite su dieci tra i non autosufficienti.
Il numero dice che l'Ira di Padova ancora una volta è pronta a farsi carico dei bisogni della popolazione anziana e delle famiglie padovane, anche quando questi bisogni, diventando drammatici per chi li vive, esigono dall'Ira più di quello per cui si era preparato in precedenza.

Terapia d'ambiente. Questo "di più" è innanzi tutto l'impegno, la sensibilità e la professionalità che chi lavora all'Ira mette verso le persone e le famiglie colpite dalla terribile malattia. Malattia per la quale la farmacoterapia è certamente una opportunità da cogliere ma all'interno di una "terapia d'ambiente", nel quale convivono il malato e le persone che lo hanno a cuore. Il farmaco non solo non basta a restaurare le funzioni perse, ma neppure blocca una patologia di lunga durata, con un peggioramento progressivo che, per ora, non conosce terapie risolutive.
Per questo in occasione della tredicesima Giornata mondiale Alzheimer, che si celebra giovedì 21 settembre, desidero esprimere gratitudine ed ammirazione per tutte le persone che a nome dell'Ira accompagnano la vita dei malati di Alzheimer nelle varie Residenze.

Il rapporto con il territorio. Partendo dalla loro professionalità e dalla loro sensibilità, l'Istituto di riposo per Anziani di Padova ha saputo organizzare l'accoglienza e l'accompagnamento di questi ospiti. Ora l'Ira intende mettere la sua esperienza e la sua attività a servizio di una "rete" adeguatamente integrata con il territorio, che sia in grado di prendersi a carico globalmente il malato e la sua famiglia, di migliorare l'informazione sulla malattia, di consolidare le iniziative di sostegno psicologico.
Indubbiamente la prima, essenziale risposta tocca alla Sanità pubblica, che è chiamata - prima nei decisori politici e poi negli esperti di Sanità - a considerare la demenza come un'emergenza sanitaria, all'interno del più generale sforzo finanziario ed operativo che la comunità è chiamata a sostenere con il Fondo nazionale per la non autosufficienza.
L'Ira non è un'istituzione di Sanità, né si candida a diventarlo. L'Ira è un'istituzione di "vita buona" per gli anziani. Fa parte della sua attività creare le condizioni qualitative per l'autonomia funzionale delle persone di molti anni. L'Ira ha l'ambizione di rapportarsi con l'invecchiamento non come ad un fenomeno cronologico, ma come ad una parte essenziale della vita, di ogni singola vita.

Non sono bastati 100 anni. Sono passati cento anni da quando il neurologo tedesco Alois Alzheimer ha descritto il primo caso di una malattia che poi sarebbe stata definita malattia di Alzheimer. Ancor oggi però le persone colpite sono inguaribili. Ma i medici non si arrendono nella ricerca, e intanto tutte le persone che lavorano all'Istituto di riposo per Anziani di Padova non si arrendono nell'averle a cuore.

3 settembre 2006


3 settembre 2006
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Tino Bedin