RASSEGNA STAMPA

Il Mattino di Padova
20 settembre 2003
di Felice Paduano

Affollata assemblea in fabbrica, parlano sindacalisti e politici ma l'intervento più applaudito è quello di Antonio Mattiazzo
E il vescovo indossa la tuta blu
«Non scoraggiatevi fratelli operai, la Chiesa è al vostro fianco»

Il 29 settembre una delegazione della Translhor, l'azienda francese che ha costruito il metrobus padovano, visiterà le Officine Meccaniche Stanga. Semplice coincidenza o spiraglio nella crisi dello stabilimento che il Gruppo Firema, in assenza di acquirenti, ha deciso di smantellare? La notizia trapela dall'assemblea "aperta" svoltasi nella fabbrica di corso Stati Uniti. Tre ore di confronto, di scena sindacalisti, politici e amministratori. Con un ospite a sorpresa, molto applaudito dagli operai: il vescovo Mattiazzo.
Oltre cinquecento partecipanti, con interventi di Sabina Petrucci (Fiom), Emilio Lonati (Fim) e Giuliano Giannetti (Uilm); poi i leader sindacali di categoria, i parlamentari Piero Ruzzante (Ds), Tino Bedin (Margherita) e Maurizio Saia (An). Infine il sindaco Giustina Destro, l'assessore Giorgio Castellani, il vicepresidente della Provincia Mario Verza e il consigliere regionale diessino Gianni Gallo.
Fino all'arrivo, sul finale del dibattito, di monsignor Mattiazzo, accompagnato dal delegato alla Pastorale sociale e del lavoro don Livio Destro e accolto con grande simpatia dai lavoratori. Il coordinatore dell'assemblea, Candido Salvato, gli cede subito la parola: "Vi porto la mia convinta e cordiale solidarietà" esordisce il vescovo "in questi momenti drammatici, dietro i vostri volti preoccupati leggo anche i bisogni delle vostre famiglie e dei vostri figli. Non scoraggiatevi. Sono convinto che nelle prossime settimane sarà trovata una soluzione positiva alla vostra vertenza. Pregherò per voi mentre invito le istituzioni a percorrere tutte le strategie possibili per evitare la chiusura dell'azienda. Mi rivolgo anche a nostri imprenditori affinché non lascino oltre 240 persone senza un lavoro".
Poi il capo della diocesi spiega il significato profondo della sua visita in fabbrica: "L'economia dev'essere al servizio dell'uomo e non del mero profitto. Il primo posto spetta alla persona e alla famiglia. D'altronde, quasi ogni domenica, mentre celebra la messa, il vostro vescovo ricorda il ruolo primario del lavoro nella nostra società. Non preoccupatevi, fratelli operai, non sarete lasciati soli. Vi annuncio che ho preso i primi contatti con i parroci della zona per creare una rete di solidarietà concreta, che diventerà operativa se scatteranno i licenziamenti minacciati. Ma io sono ottimista. Con l'aiuto della Provvidenza vedrete che tutto andrà bene".
Una salva di applausi accompagna le sue parole e decine di operai fanno la fila per stringere la mano al prelato.
E mentre Rifondazione comunista distribuisce volantini che denunciano la "deregolamentazione selvaggia del mercato del lavoro concessa al padronato dal Governo Berlusconi", proseguono gli interventi "istituzionali" e della base, affidati alle tute blu Erminio Lunardi e Gian Franco Coccoli e al casertano Giovanni Ianniello che esprime sostegno e solidarietà ai compagni di Padova. Le relazioni centrali sulla crisi e le prospettive delle Oms sono affidate ai segretari nazionale della Fim e della Fiom. "La Finmeccanica sta svolgendo un ruolo scandaloso" sottolinea Lonati "si comporta come Ponzio Pilato. Perché Fiore, azionista di maggioranza, chiude una fabbrica storica come questa, mentre il gruppo Ansaldo-Breda gode ottima salute e l'intero settore del materferro è in crescita in tutta Europa, anche grazie ai massicci investimenti che tutti i Governi stanno effettuando sul trasporto pubblico su rotaia? Perché il risanamento della Stanga non è stato avviato nel 2000, quando il Gruppo Firema perdeva 150 milioni al giorno di vecchie lire?".
La Petrucci, infine, chiude i lavori rilanciando l'obiettivo di "congelare" la procedura di di mobilità e non esclude il ricorso a forme di lotta dura se la vertenza non si sbloccherà: "Se la proprietà tentasse di smantellare gli impianti e di trasferirli a Caserta" avverte tra gli applausi degli operai "da qui non uscirà neppure un bullone".

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23 settembre 2003
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