RASSEGNA STAMPA

Il Gazzettino
28 febbraio 2003
di L.I.

Ponte San Nicolò. Il sindaco risponde ai consiglieri di An
Calore: "La bandiera della pace resta dov'è"

Rimuovere la bandiera della pace dal pennone del municipio? Manco per sogno. Non si è fatta attendere la replica del sindaco Gaetano Calore alla diffida inviatagli dai consiglieri di Alleanza Nazionale Valter Varotto e Alberto Bozzato: "Non posso che manifestare stupore - attacca il primo cittadino - per quest'iniziativa che ha del ridicolo. Invito i consiglieri a leggersi le norme cui fanno riferimento nell'interrogazione. Le due leggi, una statale e l'altra regionale, disciplinano semplicemente l'uso della bandiera italiana, europea e regionale. Non esiste alcun divieto di appendere negli edifici pubblici e negli altri luoghi istituzionali uno stendardo diverso da quelli consentiti".
L'esposizione del vessillo arcobaleno rappresenta una precisa scelta dell'amministrazione ulivista. Adottata con una delibera di giunta che verrà sottoposta a ratifica del consiglio comunale in occasione della prossima seduta, in programma l'11 marzo. "Avevamo dato notizia di questo provvedimento - prosegue Calore - alla conferenza dei capigruppo. Era un modo di provocare un dibattito consiliare sulla guerra che sembra purtroppo imminente. Lungi da noi qualsiasi intenzione di vilipendio. Giornalmente, nelle mie funzioni di sindaco, compio qualsiasi atto con a fianco il tricolore. Fosse per me lo esporrei sul pennone del municipio tutti i giorni, e non solo per i consigli comunali e nei giorni di festa. Ha comunque pieno diritto di sventolare anche la bandiera della pace. Nulla ci vieta di farlo".
Calore non risparmia un'ultima frecciata ai consiglieri di An: "Stiano tranquilli - assicura - non è stato speso un centesimo del bilancio comunale per l'acquisto delle bandiere arcobaleno. Ci sono state regalate. Sarebbe stata comunque un'iniziativa lodevole. Che facciano tutti gli esposti che credono. Si copriranno di ridicolo".

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12 marzo 2003
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