Il bilancio dell'Ulivo: "La Destra porta l'Italia alla rovina"
Il linguaggio dei numeri contro quello della propaganda, perché "la matematica non è un'opinione nemmeno con la destra al governo". I leader dell'Ulivo mettono in piazza "le vere cifre" del bilancio in rosso del governo fissando l'appuntamento con i giornalisti prima del tradizionale incontro stampa di fine anno del Presidente del Consiglio. L'opposizione - certa che di lì a poco "l'ottimismo fuori luogo e fuori misura" di mago Silvio cercherà di vendere agli italiani l'illusione di vivere in una sorta di bengodi - contrappone alla verità virtuale del Cavaliere la realtà dell'Italia disegnata da Istat. Abacus, Cirm, Bankitalia, Mediobanca Ue, Isae, Nens, Isfol, Inps e via elencando. La fotografia che ne vien fuori ritrae un Paese più caro, meno sicuro, meno competitivo, più ingiusto, più emarginato dal mondo e dall'Europa.
La fiera berlusconiana delle illusioni, ad esempio, svende il toccasana del poliziotto di quartiere per sanare i mali della criminalità che non si placa e che smentisce le promesse elettorali centrodestrine. "Ho fatto un sondaggio personale - ribatte Francesco Rutelli - Ho chiesto in giro quanti hanno visto il poliziotto di quartiere. Il risultato? Ben pochi se se sono accorti. La verità è che passano...passeggiano.... Ci sono... sì, ma solo in televisione...". Quanto alla "propaganda" dell''aumento delle pensioni minime, poi, il dato di fatto è che "oltre 5 milioni di pensionati continueranno a percepire ogni mese meno di 500 euro". La realtà che traspare sotto il velo dell'illusionismo mediatico a buon mercato, secondo il leader della Margherita, è che "con la destra al potere l'Italia ha imboccato una china in declino". Rutelli punta il dito contro "l'aumento dell'inflazione, il calo dei consumi, la mancata crescita economica". Prove provate che il centrodestra "non ha una ricetta per mettere in carreggiata l''Italia" e che "non bastano le giravolte del presidente del Consiglio" perché "alla fine del tunnel il Paese non vede la luce".
La sintesi di un anno di governo? "Drammaticamente deludente", taglia corto Piero Fassino. Berlusconi si è presentato agli elettori dicendo "che con lui a Palazzo Chigi tutti gli italiani avrebbero avuto un''opportunità in più". Oggi, invece, "l''Italia è più piccola, più ripiegata su se stessa, rischia di più". Frasi gettate lì per partito preso da chi è costretto a vestire i panni dell'oppositore? No, risponde il segretario della Quercia ricordando i giudizi preoccupati di chi non può essere trasferito armi e bagagli nel campo dell'opposizione: il Presidente della Repubblica, il governatore della Banca d''Italia, il Commissario Europeo, Mario Monti, il direttore del Censis, Giuseppe De Rita. "Ci sarebbe bisogno di una guida forte contro il rischio di declino che diventa davvero preoccupante...", incalza il leader Ds alludendo alla debolezza del governo e del suo presidente. "Non è L''Italia che non ce la fa" perché il Paese ha risorse, energie, competenze e potenzialità enormi che vengono frustrate puntualmente da timonieri che non sono in grado "di rimettere in moto" la macchina.
Il 2003 sarà l'anno della ripresa economica? Giusta la profezia di mago Silvio? No: sbagliata, illusoria e fuorviante. "Con questa finanziaria il governo sta viaggiando verso un deficit di bilancio che sarà superiore al 3%". E Fassino fissa al 5 aprile l'appuntamento con la prova del nove della trimestrale di cassa. I conti, nella sostanza, renderanno evidente che l'ottimismo del Presidente del Consiglio serve solo a gettare fumo negli occhi e a coprire il "fallimento" della politica economica di Tremonti.
Un governo "debole", "inadeguato", che fa acqua da tutte le parti, quindi. Ci sarà la crisi? Si andrà alle elezioni anticipate? "Hanno i numeri per governare fino al 2006, ma tutto può accadere...", risponde Fassino "L''Ulivo - prosegue Rutelli - già oggi è molto più forte e contiamo di rafforzare la nostra posizione anche alle amministrative del 2003 per preparare in tempo un'alternativa di governo. Se la situazione dovesse subire un''accelerazione comunque non dipende da noi...". E il leader della Margherita traccia il bilancio 2002 dell'alleanza. "Per noi è stato un anno di ripresa obiettiva nel Paese. Ci sono state mobilitazioni dell''opinione pubblica, plurali e vitali. In Parlamento una ventina di volte una maggioranza così larga è andata in minoranza. Abbiamo condotto alcune grandi battaglie su temi fondamentali". Quella sull''articolo 18, ad esempio: "È stato fermato, finora, lo stravolgimento di diritti importanti dei lavoratori anche, e fondamentalmente, grazie alle battaglie delle forze sociali".
Quanto alla Rai "nel Consiglio di amministrazione e nel Paese i nostri obiettivi e la nostra visione si sono stagliate con nettezza e hanno messo in crisi il proposito di occupazione sistematica del centrodestra". In conclusione: l'Ulivo "ha affrontato un periodo difficile" e una successiva "riscossa politica". In Italia, a differenza di quanto avviene in altri paesi europei e negli Stati Uniti, "c''è un equilibrio tra chi ha vinto e chi è all''opposizione". Il merito, secondo Rutelli, va attribuito alla "collegialità con cui la classe dirigente della coalizione ha saputo comporre le diversità".
Parole dirette anche all'interno dell'alleanza di centrosinistra, a verdi, Udeur, "correntone" diessino e Pdci che hanno polemizzato più volte con maggioranza Ds e Margherita per la scarsa collegialità di certe decisioni. Il centrodestra è "incapace di governare pur avendo i numeri": è questo il giudizio concorde dei leader dell'Ulivo. E Fassino chiede "se c''è un ministro che nel proprio settore di competenza viene giudicato da tutti come un''autorità riconosciuta". La risposta? "No, non c'è...". "Forse Tremonti, per gli evasori...", interrompe Rutelli. "È significativo - riprende il segretario della Quercia - che questo governo si segnali perché in nessun settore c''è un ministro riconosciuto come un''autorità indiscussa". Ed è "sconcertante", ad esempio, l'affermazione del titolare delle Difesa, Antonio Martino, che attribuisce le cause della recessione economica all'introduzione dell'euro. "È esattamente il contrario di ciò che in questi anni abbiamo visto affermarsi in Europa - ribatte Fassino - Per quanto ci si possa porre mille domande sull''euro, non c''è dubbio che una fase economica negativa sarebbe stata più difficile per tutti se non ci fosse stata la moneta unica".
Un governo "contro natura", accusa la verde Grazia Francescato. "In un Paese dove ci sono i terremoti e cadono i tetti delle scuole - spiega - sono stati tagliati i fondi per la difesa del suolo, la protezione civile e le politiche ambientali".
Un governo che non spende nemmeno i fondi messi a disposizione dall'Unione europea: "meno del 38% di quelli di Agenda 2000 destinati in maggioranza al sud", sottolinea la repubblicana Luciana Sbarbati. Maggioranza bocciata dall'Ulivo su tutta la linea, quindi. Il socialista Boselli se la prende con "il rigore a targhe alterne" di Alleanza nazionale. "Su leggi come la Cirami o il falso in bilancio An è stata garantista nella difesa dei diritti dei cittadini - ricorda - Sull'indulto, invece, tornano ad essere giustizialisti fino al midollo". Le riforme istituzionali? Appuntamento rimandato all'8 gennaio per le proposte sul "compimento della transizione" e sulle priorità d'iniziativa economica e sociale. Nell'attesa Arturo Parisi, vice presidente della Margherita, conferma la disponibilità dell'Ulivo - "che dal '96 sostiene che le riforme sono un patto da scrivere assieme" - ad avviare il dialogo con la maggioranza. La condizione? "Il confronto si svolga con precise garanzie sulla correttezza dell''informazione". L'allusione è al conflitto d'interessi e al potere televisivo di Berlusconi. "È difficile confrontarsi con una telecamera puntata alla tempia", avverte Parisi. E Rutelli commenta: "una telecamera alla tempia e per giunta carica...". |