RASSEGNA STAMPA Il Mattino di Padova 2 giugno 2002 di Simonetta Zanetti |
Pacifisti e parlamentari locali raccolti davanti al Comune per difendere la legge 185 "Maggiore controllo sulle armi" L'appello a mantenere i limiti sulle esportazioni
"Salviamo la legge 185". Associazioni di volontariato, comunità religiose e organizzazioni non governative hanno lanciato un appello ai parlamentari padovani affinché non venga stravolto il significato della normativa che disciplina l'esportazione, l'importazione ed il transito delle armi. Una presa di posizione iniziata con una manifestazione davanti a Palazzo Moroni per sensibilizzare l'opinione pubblica, e proseguita al Caffè Pedrocchi alla presenza di numerosissimi parlamentari dell'opposizione (unico rappresentante della maggioranza il deputato leghista Flavio Rodeghiero) e consiglieri regionali locali, oltre ad esponenti del mondo religioso. L'incontro ha avuto lo scopo di richiamare i rappresentanti della città ad un compito di vigilanza e coerenza sulla legge 185 basata su un sistema di controlli e trasparenze riguardo alla destinazione finale delle armi.
Le associazioni mobilitate, tra cui Gruppo autonomo di volontariato civile in Italia (Gavci), Giovani insieme e Rete lilliput, riunite sotto il cartello "Fermiamo i mercanti di morte", chiedono che i parlamentari veneti votino contro il disegno di legge 1927 che lascerebbe il via libera alla produzione e all'export di armi, annullando quelle procedure proprie della 185 che oggi consentono di ottenere informazioni sulla tipologia e la quantità delle armi esportate, sulle aziende produttrici, sulle transazioni bancarie e soprattutto permettono di conoscere il Paese di destinazione tagliando fuori gli stati responsabili di gravi violazioni dei diritti umani e le zone di conflitto: "La legge 185 è un impegno rigoroso e trasparente a garantire il controllo sul commercio delle armi" spiegano i rappresentanti del Gavci. "E' inutile che sosteniamo la pace e la lotta alla povertà e al terrorismo se poi lasciamo spazio a leggi che alimentano un commercio delle armi senza vincoli". "La politica dell'Unione europea di dotarsi di un più solido sistema di difesa non può andare a scapito di quanto fatto finora dall'Italia che con la legge 185 si pone tra le più avanzate in Europa nel controllo dell'export delle armi", spiega il senatore dell'Ulivo Tino Bedin. "Per una volta non dovremmo essere noi a ridimensionare le nostre leggi per facilitare la cooperazione con gli altri Paesi, ma dovrebbero essere questi ultimi a imparare dalla legge italiana".
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2 giugno 2002 rs-116 |
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