Padova. Il Comune spiana la strada: si costruirà anche nell'area pubblica
Basso Isonzo, il parco diventa spezzatino
Si sviluppa il tennis club e si "scorpora" la zona Allegri. Il dibattito dentro Agenda 21
PADOVA. Per oltre mezzo secolo, verde a beneficio della città: grande polmone, cuneo verde, parco urbano, ecosistema integrato lungo il fiume. E il Basso Isonzo del futuro? Mega-parco annunciato da palazzo Moroni oppure "spezzatino" di aree verdi pubbliche e private con "nuovi insediamenti"? Francesco Bicciato, assessore all'ambiente con la delega ai nuovi parchi, difende la strategia della giunta Zanonato e insieme il lavoro di approfondimento di Agenda 21 (otto incontri con la partecipazione di una trentiva di associazioni, da gennaio a ottobre 2006). Così: "Nei 310 mila metri quadri si applica lo 0.15, l'indice di edificabilità più basso del Veneto. Il Couver Tennis con i suoi impianti è decisamente più a nord rispetto al parco. L'Ira per 35 anni non ha mai "mollato" la sua proprietà (170 mila metri quadri): adesso sì. Cominciamo dal primo comparto, perché l'altro è caratterizzato dalla frammentazione dei proprietari e dalla connotazione agricola. Ma alla fine Padova avrà il più grande parco urbano del Veneto, cinque volte il parco Iris tanto per capirci bene. E sul fronte della cubatura dell'abitato, sperimentiamo le case passive all'avanguardia in Europa". Non tutti concordano. In particolare, gli ambientalisti e chi nel 2004 ha votato l'Ulivo padovano anche sulla spinta della "campagna per il Parco Basso Isonzo". Questione di opinioni, non necessariamente politiche. Tuttavia, quel che conta sono le "proposte di linee guida" che interessano un'area di circa 600 mila metri quadri. Al Basso Isonzo si applicano, dunque, le norme urbanistiche di perequazione. Due "ambiti di intervento". Ma anche con la vecchia politica dei due tempi. Subito il comparto con la proprietà degli Istituti riuniti per anziani (l'Ipab che il Comune controlla al 100%, di cui è stato nominato presidente l'ex senatore Tino Bedin della Margherita) insieme alle aree Bortolami e Carotta più quelle più piccole. Sulla carta, già disegnato anche lo sviluppo del tennis club con gli impianti esistenti e il "parco sportivo" del futuro. Rinviato, invece, l'altro comparto a est dell'aeroporto in cui l'area di perequazione è di circa 280 mila metri quadri. L'indicazione generale è destinarlo a Parco Agricolo con percorsi naturalistici e ripristino del paesaggio rurale. Di fatto, si rinuncia ad un disegno unitario del Parco Basso Isonzo che dal fiume avrebbe potuto "volare" fino all'Allegri. Urbanisticamente, è l'applicazione della "variante Mariani" che tante critiche aveva subìto fin dal momento dell'adozione. Ma ora comincia a funzionare, applicando anche il meccanismo della perequazione. E' quello per cui un privato, proprietario di un terreno, acconsente a cedere al Comune una parte dell'area in cambio di una deroga al Prg che consenta di costruire dove non avrebbe potuto o solo con volumi ridotti. Per fare un esempio: viene ceduto il 70% di un'area in cambio di metri cubi da "spendere" nel restante 30%. Accade anche al Basso Isonzo, a cominciare proprio dalla proprietà Ira, che pure è un ente pubblico: il Comune "incassa" la parte da destinare a parco in cambio del via libera all'"area residenziale di perequazione". Lo stesso meccanismo si applica con gli altri proprietari. Non proprio inevitabilmente, più le aree sono piccole o poco appetibili meno si realizza lo scambio. D'altro canto, l'edilizia (residenziale o commerciale) risponde a precise logiche di mercato. E' un'economia che, a Padova come altrove, si nutre di una "filiera" in grado di estendersi dal progetto preliminare fino al chiavi-in-mano. Al Basso Isonzo, si misura l'effetto dell'operazione urbanistica nel quadro della variante Mariani. Da una parte il verde, pubblico e privato. Dall'altra, la perequazione che Ira e privati realizzano in volumi edificati. Lo "spezzatino" balza agli occhi, con le ipotesi di trasporto pubblico. Agenda 21 auspica un bus navetta che serva il parcheggio scambiatore di via Fabiano e Sebastiano con la fermata del tram al Bassanello: spetta ad Aps Mobilità "approfondire" se funziona (anche economicamente) il percorso del bus navetta lungo il Bacchiglione. Ma l'alternativa del prolungamento della linea 18 fino ai rioni Miramonti e Villaggio Azzurro (ed in prospettiva a beneficio dei nuovi residenti) spezza letteralmente in due proprio il "comparto". Commenta Erich Trevisiol dell'Istituto universitario di architettura di Venezia, impegnato all'interno dell'associazione per il Parco Allegri: "La valorizzazione come area protetta dell'Allegri sarà un indispensabile tassello per la sostenibilità di tutto il comparto o Cuneo Verde, secondo l'individuazione già del Piano Piccinato che risale al 1954. Proprio questo tassello potrà anche dare un contributo alla gestione economicamente e ambientalmente compatibile dell'area. Tutto ciò è diventato patrimonio in Agenda 21. E' pur vero che l'area Basso Isonzo si è ridotta al primo stralcio e in tal modo si è persa l'efficacia di un'azione integrata di più largo respiro". Ed è proprio l'effetto "parco spezzatino" che fa tanto discutere. Il dibattito ha la stessa cittadinanza di quello sul futuro del "sistema Prato della Valle".
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