RASSEGNA STAMPA

Il Gazzettino di Padova
30 gennaio 2007
di Mauro Giacon

Tino Bedin, ex parlamentare della Margherita
Unioni civili: non si devono toccare
i principi del diritto di famiglia

L'opposizione dei cattolici in politica sarà netta

Lui è un "teodem", ovvero un esponente di quel pensiero che pensa sia possibile portare il cattolicesimo democratico nella società, una grande avventura politica che ha già caratterizzato la presenza dei cattolici nella vita sociale e nelle istituzioni del nostro Paese. Tino Bedin oggi è presidente dell'Ira ma ha ricoperto per tre legislature la carica di senatore. L'ultima, fino al 2006, per la Margherita.
Cominciamo dalla delibera del Comune. "È accettabile perchè non c'è niente di diverso dalla legge attuale. Del resto dichiararsi "famiglia anagrafica" si può da 18 anni e mi risulta che l'abbiano fatto finora così poche persone che il tema non mi pare particolarmente interessante e popolare".
"Per quanto riguarda la legge in Parlamento il rischio è di confondere le convivenze con le Unioni civili. Vede, già oggi come ha scritto La Difesa del Popolo la metà delle donne non è coniugata e i giovani si sposano dopo un periodo di convivenza che non richiede di essere certificato. Ma ci sono altri casi: ad esempio due vedove che vivono insieme da trent'anni hanno una solidarietà fra loro che fa nascere dei diritti e dei doveri reciproci. L'eredità, se i parenti non si sono mai fatti vivi, potrà andare a una di loro? Per questo l'indirizzo dato dal Comune è tranquillo ma se poi qualcuno vorrà farci sopra delle battaglia radicali l'opposizione dei cattolici in politica sarà netta. Per esempio: non è nel programma politico dell'Unione riconoscere i Pacs ma i diritti individuali nell'ambito della convivenza. Quindi non si devono toccare i principi del diritto di famiglia ma semmai affermare quelli individuali.
"Voglio dire che ovviamente non si parla e non si parlerà nella legge di matrimonio fra omosessuali e che non ci sarà niente che possa fare pensare che le coppie di fatto possano essere equiparate a una famiglia. E nemmeno la circostanza che la loro unione possa essere messa sullo stesso piano del matrimonio civile. Non parliamo poi del riconoscimento dei figli. Su questi punti credo che il ministro Bindi sarà assolutamente rigida perchè creerebbe un modello alternativo di famiglia che non era previsto nei patti elettorali dell'Unione". Mastella non vuole votare la legge... "È coerente perché l'Udeur ha sottoscritto tutto il programma dell'Unione tranne le sette righe dedicate alle unioni civili, ma debbo anche dire che ci sono 70 pagine dedicate alla famiglia".

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rs-07-003
3 febbraio 2007
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Tino Bedin