MONTAGNANA. Il provvedimento disposto nei giorni scorsi. È la prima vittoria dei comuni rivieraschi uniti nella lotta contro il collettore
Sequestro per la ditta che inquina il Gorzone
Sono circa 700 le concerie del Vicentino che scaricano le acque reflue altamente tossiche nel "tubo"
Montagnana. La lotta dei comuni che si affacciano alle sponde del Fratta-Gorzone, uniti contro l'inquinamento del fiume e contro il collettore che getta le acque reflue dei depuratori vicentini di Arzignano, Montecchio, Montebello, Trissino e Lonigo. Sta dando i primi frutti.
Nei giorni scorsi è stato disposto il sequestro preventivo di un'azienda di Alonte (Vi), non lontana dal confine territoriale montagnanese. L'Arpav aveva fatto delle analisi in un vicino scolo d'acqua e queste avevano riscontrato il superamento dei parametri previsti dalla legge in riferimento al zinco, cromo totale e fenoli. Il tutto è nato su segnalazione della polizia municipale e dei tecnici dell'ufficio vigilanza ambientale dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente. Dalle indagini disposte e coordinate dal pm Vartan Giacomelli, si è ora arrivati al provvedimento emesso dal gip Massimo Gerace quello del sequestro preventivo della "CR 2" un'azienda che si occupa di lavorazioni di pelli da conceria. Un provvedimento questo che segue la campagna lanciata dai sindaci rivieraschi del Fratta-Gorzone. Si deve pensare che le circa 700 concerie dell'Alto Vicentino scaricano le acque reflue altamente tossiche in solamente cinque impianti di depurazione, assolutamente insufficienti. E' chiaro che il problema va risolto alla fonte da chi lo provoca e disattende la legge Merli sostengono in coro in coro i sindaci della Bassa, e non trasferendo il problema a valle colpendo i cittadini inermi come quelli dei comuni di Montagnana, Merlara, Urbana, Castelbaldo, Piacenza d'Adige, Sant'Urbano, Vescovana, Stanghella, Anguillara che si trovano a pagare un prezzo altissimo a causa della miopia della Regione. La questione dell'inquinamento del fiume Fratta verrà nuovamente discussa dai sindaci del bacino entro i primi giorni di aprile a Cologna Veneta, in una riunione indetta per mettere a punto le strategie che verranno messe in atto per sensibilizzare ulteriormente la popolazione.
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