Mostra sui caffè padovani all'Ira
Il 28 Luglio si è chiuso dopo molti anni il ciclo di "murales" ispirati a Padova e il suo territorio che adornano i corridoi dell'Istituto di Riposo per Anziani di Padova, con un'opera che ripropone alla vista e alla memoria degli ospiti e visitatori i caffè e i bar che nel primo dopoguerra, 1918/1940 hanno fatto parte della vita quotidiana e dell'immaginario collettivo della generazione, corrispondente alla giovinezza dei nostri ospiti più anziani.
Nell'atrio d'ingresso del Caffè Novecento dell'IRA, inaugurato nel febbraio scorso, dal 28 Luglio 2006 si potrà ammirare nella stilizzazione del maestro Alberto Bolzonella, il Caffè Pedrocchi, il Bar Racca di Piazza Cavour, condotto da un mito dell'accoglienza, il Cav. Racca dal naso originalissimo, il Bar Aperol, palcoscenico della gioventù dorata di Padova fin dagli anni '50, il Caffè Chiumenti, condotto da un personaggio insuperabile nell'invenzione baristica, il tutto avente come contrappunto ideale, nello stesso scenario urbano quei centri di cultura e quei simboli di un ceto dirigente sempre più vasto che si apriva al sapere e cioè la Libreria Draghi poi Giuseppe e Pietro Randi in Via Cavour e la Libreria Dino Rossi a Porta Altinate.
Il pittore Alberto Bolzonella ha lasciato per un momento i temi preferiti, che spaziano tra l'onirico e la mitologia classica, per portare alla nostra conoscenza e visione il mito urbano, una realtà che non muore, ma che si dilegua nel tempo.
Cosi come ha fatto recentemente, riproponendo gli Angeli del Guariento e l'ampia visione dei Colli Euganei, coperti da viti e ulivi che "fan di santità pallidi i clivi e sorridenti", rispettivamente nella cappella e nella sala d'incontro della residenza dell'Istituto di Riposo per Anziani di via Guido Reni.
Ma il 28 Luglio ha un altro significato simbolico per l'IRA, perché ricorre il duecentesimo anniversario della demanializzazione del Monastero di Sant'Anna, sito in via Sperone Speroni di Padova, decretata il 28 luglio 1806 da Eugenio de Beauharnais, figliastro di Napoleone, Vicerè d'Italia.
A questo punto ricordiamo che Giuseppe Jappelli, mentre muoveva i primi passi per la progettazione del Caffè Pedrocchi, era l'anima, come Segretario della Commissione Speciale per la lotta all'accattonaggio, della destinazione a Casa di Ricovero del Monastero di Sant'Anna, aperto poi nel settembre del 1821 e prima sede dell'Istituto di Riposo per Anziani.
Per un altro verso l'IRA è debitrice verso l'Ing. Jappelli per le sue proposte e sollecitazioni.
Nella concezione urbanistica del Jappelli il Caffè è il centro della città, il Caffè Pedrocchi ne è la prova e l'esempio. Su questa suggestione l'IRA ha posto il suo nuovo Caffè Novecento nel cuore delle quattro residenze di accoglienza e cura, perché ne diventi il centro ideale. E poiché Jappelli ha scritto che nei luoghi d' incontro anche l'eleganza è funzionale, l'Istituto ha voluto che anche il suo nuovo caffè avesse uno stile e una piacevolezza che lo imponesse di colpo alle aspettative dei clienti.
|