Sorpasso determinato dalla conquista di 4 dei 6 seggi all´estero
Il Senato va all´Unione.
Prodi: un governo forte
No al Cavaliere: "Chi vince, vince, è la democrazia". "Con Ciampi una telefonata istituzionale. Aspetto una chiamata di Berlusconi". "Saremo sempre uniti, governeremo per cinque anni, la legge me lo permette"
ROMA - «Chi vince, vince: questo è il bello della democrazia». E l´Unione ha vinto: non solo ha la maggioranza alla Camera (con 340 deputati) ma anche al Senato ha conquistato 158 seggi (grazie ai quattro assegnati con il voto degli italiani all´estero, a cui potrebbe sommarsi quello dell´indipendente dell´Associazione italiani Sud America) contro i 156 della Cdl. Il nuovo giorno di Romano Prodi - quello della vittoria del centrosinistra vidimata dal Viminale, dopo il rischio del testa a testa - comincia con l´assalto dei cronisti al suo arrivo nella sede dell´Ulivo in piazza Santi Apostoli. E si conclude con un identico pressing di domande. La più insistente è sulla possibilità di una Grosse Koalition all´italiana, visto che a sorpresa, in una conferenza stampa, Berlusconi l´ha appena offerta agli avversari a cui, al tempo stesso, contesta la vittoria e il vantaggio di soli 25 mila voti alla Camera.
Ma Prodi scuote la testa. «Con questa maggioranza si può governare per cinque anni. Certo bisognerà lavorare duro», aveva detto in mattinata. Su, nel suo ufficio, gli hanno preparato una torta millefoglie e lo spumante. «Si può governare il paese con serenità, certo ci vuole collaborazione, ma avremo un governo forte e governeremo per tutti gli italiani, non solo per una parte, ma anche per quelli che non ci hanno votato». Un governo per tutti, insiste. Sulla Grande coalizione porta sbarrata: «Ci siamo presentati alle elezioni con una coalizione precisa, e la legge elettorale ha assegnato alla Camera e al Senato un numero di parlamentari che ci permette di governare». Non solo. «Le recriminazioni di Berlusconi - osserva - sono fuori posto. Lui è il primo ministro, il ministro dell´Interno è del suo governo, la legge elettorale l´ha voluta lui». E malgrado il centrosinistra la ritenga una legge-truffa, fatta su misura «per farci perdere», ora che la vittoria c´è, «governeremo come stabilito dalla legge e come era l´impegno con i nostri elettori». Nessuna imitazione della Germania. Piuttosto Prodi fa un´analisi di cosa accade nelle moderne democrazie quando gli si contesta che, in termini assoluti di consensi, il paese è spaccato a metà: «Le grandi democrazie vivono processi di polarizzazione che portano a delle contese con conteggi ristretti com´è accaduto negli Usa».
Se la Cdl vuole, si potrà «lavorare insieme sulle grandi riforme» e avere «un confronto democratico» sulle regole comuni. Non si faccia illusioni però il centrodestra di avere la presidenza di una delle due Camere. «No a una Camera alla Cdl. Non era nel nostro programma e non vedo perché dovremmo cambiare idea». Prodi dice di aspettarsi «una telefonata di Berlusconi, perché questo è l´uso della democrazia moderna». La prima della giornata è quella che fa lui al presidente Ciampi: «Una telefonata istituzionale». Nella quale tuttavia parla dei due mesi che dovrebbero passare prima dell´incarico da parte del Quirinale per la formazione del nuovo governo. Due mesi sono lunghi. È la preoccupazione del Professore, vista la situazione del paese che ha bisogno di una terapia d´urto di riforme e risanamento. Ma la giornata è dedicata anche alla ricognizione politica nel vertice pomeridiano con gli altri due leader dell´Ulivo, Fassino e Rutelli. Prodi accelera sul progetto di partito democratico. Non mancano le difficoltà, anche se il segretario dei Ds e il presidente della Margherita sembrano condividere. I Dl anzi in un esecutivo (in cui respingono la Grande coalizione) convocano una direzione ad hoc. Fassino, che riunisce al volo ieri la segreteria, sottolinea il valore dell´Ulivo «che rappresenta un terzo del paese» e invita a creare un gruppo unico a Camera e Senato. L´Ulivo di Prodi ha conquistato quasi 12 milioni di elettori; Ds e Dl sommati al Senato ne hanno attratti 9 milioni e 640 mila. «Programmi opposti, no a una grande coalizione», rincarano i Ds. Le prossime tappe? Chiedono i cronisti al Professore. «Un bel sonno...», una festa stasera a Bologna, prima una mattinata di incontri con i leader dell´Unione. Bertinotti ieri lo ha chiamato per complimentarsi.
|