"Vita Pastorale" critica anche Bertinotti e Rosa nel Pugno La "voce" dei parroci fa le pulci al Cavaliere
ROMA- Con i preti Berlusconi non sembra avere fortuna. Forza Italia ha appena spedito alle ventiquattromila parrocchie un libretto, dove si magnificano i regali del governo alla Chiesa, ed ecco che dal mensile "Vita Pastorale" gli arriva una mazzata senza appello. "Il Polo - è scritto nell' editoriale della rivista che ha una forte penetrazione nel clero - "ha elevato a sistema la corruzione e il furto. Basta vedere alcune leggi fatte per salvare certi personaggi e soprattutto pensare ai condoni: che cosa sono se non la legalizzazione dell'illegalità e dell'evasione fiscale? E questa è ancora un furto o è diventata una virtù?". Adesso il Cavaliere potrà pure infilarsi in una delegazione del Ppe e farsi ritrarre mentre stringe la mano a Benedetto XVI, ma il danno è fatto. Da oggi, attraverso il tam-tam delle conversazioni, correrà un messaggio esiziale per Berlusconi: inutile avvolgersi nel vessillo della fede, se poi si proteggono i furfanti. "I cristiani - sferza l'articolista - sanno che per un credente vale molto più l'esempio che 1'astratta affermazione dei valori".
Vedi la famiglia, "Il centrosinistra - sottolinea "Vita Pastorale" - sembra accettare le coppie di fatto e volere una normativa in proposito. Il centrodestra si proclama grande difensore della famiglia tradizionale. Ma come si fa a dimenticare che quasi tutti i capi sono divorziati e risposati o hanno scelto di trasformare la loro unione in coppia di fatto".
L' affondo iniziale serve alla rivista (edita dai Paolini) per sviluppare un ragionamento più sfumato. Primo: niente astensionismo, il voto serve per risolvere i problemi del Paese. Secondo: non si misura il voto in base "all'atteggiamento religioso dei capi di uno schieramento". Terzo: non è tempo di voto ideologico, si guardi ai programmi. Quarto: poiché in ogni schieramento ci possono essere programmi che all'elettore dispiacciono dovrà "dare maggior forza a quel partito o raggruppamento meno lontano dalle sue attese".
È l'invito, insomma. ad un voto molto ponderato. In che direzione? L'editoriale si muove con una sottigliezza ecclesiastica. Sistemato il partito del Cavaliere, si segnala all'elettore che Casini "può anche scegliere strade inattese per Berlusconi dopo le elezioni". Sull'altro versante si ricorda che il "narcisista" Bertinotti potrebbe rifare a Prodi lo scherzo del 1998 e comunque rappresenta una sinistra che in Italia ha sempre "prodotto il peggio". Boselli poi, è colpevole di polemica anticoncordataria e si è alleato ai Radicali, "assoluta antitesi della tradizione socialista".
Non è troppo malizioso pensare che la rivista dia una spintarella per l'Ulivo nel centrosinistra e per I'Udc nel centrodestra.
Conclusione: nessuno schieramento ha il "monopolio" del pensiero cristiano e "nessuno ha il diritto di pensare che chi vota diversamente da lui è meno cristiano". Voto libero, dunque. Basta evitare quel "sistema di corruzione e furto" evocato nel proemio.
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