RASSEGNA STAMPA

Il Mattino di Padova
2 marzo 2002
di Roberto Morello


Ospedale di Montagnana, futuro in salita
I servizi lasciano a desiderare e avere ottenuto le schede non basta

MONTAGNANA. Confermati sulla carta dalle nuove schede regionali, i servizi dell'ospedale di Montagnana nella realtà del presente lasciano a desiderare, e molto. Su questo punto maggioranza ed opposizione, che nel consiglio comunale dell'altra sera si sono confrontati a muso duro sulla ricorrente questione dell'ospedale, hanno espresso una veduta comune. «L'obiettivo della prima fase di lotta, quello di portare a casa queste schede, è stato raggiunto; adesso però - ha ammesso il sindaco Giuseppe Mossa - bisogna lottare per dare corpo a questi servizi. Ottenere l'ambulanza medicalizzata 24 ore su 24, visto che siamo riusciti ad avere il punto di primo intervento non previsto nel regolamento degli ospedali per non acuti, e far funzionare i poliambulatori sfruttandone le potenzialità sono i due primi obiettivi. Lo so anch'io, come lo sanno tutti, che adesso i servizi non funzionano come vorremmo. E' per questo che bisogna ancora lottare, ma nel presente senza guardare al passato, perché il nostro ospedale ha un futuro nell'Usl 17 essendo l'unico ad avere una vocazione alla riabilitazione di qualità».
Sulla garanzia di un futuro per l'ospedale Lavinio Ruaro, della Civica Montagnana 2006, non ci scommette. «Non so come lei - ha detto al sindaco - si permetta di dire certe sciocchezze, parlando di ospedale potenziato. Non è la prima volta che le schede vengono disattese, pensiamo ai due posti letto di subintensiva previsti nelle precedenti schede e mai attivati Ma lo sa che sono rimasti solo quattro medici, che le radiografie si possono fare solo al mattino quando c'è un medico mentre il pomeriggio c'è il solo tecnico, che di notte il punto di primo intervento è chiuso, che l'ambulanza ha a bordo il medico solo la mattina e il pomeriggio. Per il nostro comune meglio sarebbe aggregarsi per l'emergenza all'ospedale di Legnago, raggiungibile in dieci minuti. Ci sono altri comuni nel veneto che hanno ottenuto una deroga in tal senso».
Flavio Gobbi, capogruppo di Montagnana Prossima Ventura: «Siamo coscienti che l'ospedale non può tornare quello di una volta però non si può accettare passivamente questo dato di fatto e abbiamo il dovere di percorrere altre strade per dare una certezza sanitaria al nostro territorio. Anche il progetto dell'ospedale unico, se la viabilità rimane quella che è, per noi sarà inaccessibile».
Ruaro ha sollecitato un convegno pubblico e il sindaco ha concordato ma con protagonisti «quelli che prima di noi hanno portato Montagnana all'attuale decadimento, sia per l'Ospedale che per i molti altri servizi persi».

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2 marzo 2002
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