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Una mozione ignorata dall'informazione politica
Il congresso del Ppi:
"La vita è questione sociale"
Punti fermi anche sulla fecondazione assistita

I grandi mezzi di informazione hanno mantenuto il più rigoroso silenzio sulla mozione "per la vita" approvata nel congresso del Ppi a Rimini.
Si tratta di un documento ottimo che, dopo alcune affermazioni di principio di per sé "rivoluzionarie", come quella che "la difesa del diritto alla vita dal concepimento è questione sociale" e che il Ppi deve considerare tale difesa "come suo primario elemento di identità, cioè come primario obiettivo politico" esige azioni immediate come quella di "operare affinché la legge sulla fecondazione artificiale umana sia immediatamente discussa e votata al Senato" e di "promuovere una revisione della legge sull’aborto".
Il silenzio non meraviglia dato il trattamento sistematicamente riservato alle notizie favorevoli al diritto alla vita.
Il tema del rapporto tra diritto alla vita (fin dal concepimento!) e politica deve essere improrogabilmente esaminato alla luce del sole, in ogni suo aspetto e in ogni sua concreta implicazione.
Questo il testo della mozione.

Sollecitato il voto del Senato sulla "provetta"

I delegati del Partito popolare italiano all’Assemblea nazionale convocata in Rimini dal 30 settembre al 2 ottobre 1999, consapevoli:
Che il rispetto incondizionato del diritto alla vita di ogni persona innocente – dal concepimento alla sua morte naturale – è uno dei pilastri su cui si regge ogni società civile;
Che non ci può essere vera democrazia e vera pace se non si riconosce la dignità di ogni persona e se non se ne rispettano i diritti;
Che la difesa del diritto alla vita di ogni essere umano, dal concepimento alla sua morte naturale, è una "questione sociale" che oggi in Italia, in Europa e a livello mondiale deve essere affrontata in modo prioritario;
Che il Partito Popolare Italiano deve considerare la difesa del diritto alla vita come suo primario elemento d’identità, cioè come obiettivo politico prioritario;
Che l’attualità politica impone al Partito fermi interventi sia nel campo della fecondazione artificiale, sia nel campo dell’aborto;
impegnano il Partito Popolare Italiano, nelle sue varie articolazioni territoriali,
A non rassegnarsi e a compiere quelle scelte che, tenendo conto delle possibilità concrete, portino a ristabilire un ordine giusto nell’affermazione e promozione del valore della vita;
Ad operare affinchè la legge sulla fecondazione artificiale umana, approvata dalla Camera, sia immediatamente discussa e votata al Senato mantenendo il testo della prima lettura, salvo il suo miglioramento escludendo, nell’interesse del figlio l’accesso delle coppie non coniugate;
A promuovere una revisione della legge sull’aborto quanto meno in modo da rendere i consultori familiari un chiaro strumento di difesa del diritto alla vita attraverso il sostegno alle maternità difficili o non desiderate;
A elaborare progetti culturali, economici, politici e legislativi che, nel rispetto di tutti e secondo la logica della convivenza democratica, contribuiscano ad edificare una società nella quale la dignità di ogni persona sia riconosciuta e tutelata, e la vita di tutti sia difesa e promossa;
A considerare, che non basta eliminare le leggi inique (come quella nazionale sulla "tutela della maternità e interruzione volontaria della gravidanza", n. 194 del 22 maggio 1978), ma che si dovranno rimuovere le cause che favoriscano gli attentati alla vita, soprattutto assicurando il dovuto sostegno alla famiglia e alla maternità, con una adeguata politica familiare che sia perno e motore di tutte le politiche sociali;
Ad avviare pertanto iniziative legislative capaci di garantire condizioni di autentica libertà nella scelta in ordine alla paternità e alla maternità e a reimpostare quindi le politiche lavorative, urbanistiche, abitative e dei servizi, perché si possano conciliare tra loro i tempi del lavoro e quelli della famiglia e diventi effettivamente possibile la cura dei bambini e degli anziani;
auspicano che, non essendo monopolio di nessuno, ma compito e responsabilità di tutti l’affermazione e promozione della vita, per evitare, alla vigilia del terzo millennio, una sconfitta della civiltà dalle conseguenze imprevedibili, si realizzi nella pratica politica una concorde cooperazione di tutti quanti credono nel valore della vita, compito al quale sono chiamate in particolare tutte le formazioni politiche che si dichiarano di ispirazione cristiana, e che una simile cooperazione sia perseguita nella formazione delle alleanze di governo ai vari livelli istituzionali.


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19 ottobre 1999
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