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No alla prostituzione da parte della città di Padova
Forte richiamo alla responsabilità
dei clienti del sesso

Netta opposizione del Partito Popolare ai "quartieri a luci rosse": non tutto si può ricondurre al... mercato

Hanno suscitato consensi e discussione le iniziative intraprese dall'amministrazione comunale di Padova e dalle forze dell'ordine, miranti a limitare, circoscrivere la prostituzione e tutte le sue ripercussioni sul piano della salute, del decoro e dell'ordine pubblici.
Il favore dei Popolari va innanzi tutto nei confronti della sensibilità al problema mostrata dai nostri amministratori; una sensibilità che vedo fondarsi sul rispetto della persona umana, distante da ogni forma di aberrazione individuale e sociale.
Un ulteriore apprezzamento è anche per l'approccio metodologico seguito. Pur cosciente di non poter risolvere il problema con gli strumenti a disposizione di un'amministrazione comunale, la giunta di Padova ha dimostrato di non voler subire supinamente un fenomeno che, lasciato a se stesso, non sembra presentare tendenze ad autolimitarsi, anzi! Un mercato dove domanda e offerta sono in costante e parallela crescita.
Quanti hanno criticato l'iniziativa additandola di incompletezza ed insufficienza, paradossalmente non fanno che avvalorarne la bontà: infatti i limiti originari dell'operazione non sono mai stati negati dagli stessi ideatori ed esecutori. E il grande merito è stato non solo ottenere una riduzione del fenomeno e una posticipazione oraria del triste mercato notturno sulle strade, ma soprattutto risvegliare l'attenzione, risensibilizzare le coscienze, "contagiare" anche altre amministrazioni in analoghe (o sovrapponibili) iniziative.
Ma soprattutto degno di approvazione è il forte richiamo alla responsabilità dei "clienti", persone che si prestano a fomentare un giro di malavita, di racket, di schiavitù.
Al riguardo, noi Popolari rifiutiamo la logica che dietro la prostituzione ci sia in qualche modo una libera scelta di mercificazione del proprio corpo, quando invece sappiamo esserci chiaramente inganno, violenza, ricatto economico, sfruttamento e schiavitù. Quando una donna si prostituisce, certo offende se stessa, ma l'uomo "consumatore" non offende solo la donna che sfrutta: offende tutto il genere umano perché parte da una condizione di potere, di privilegio, di indifferenza verso una vera e propria tratta delle donne, che non può non impressionarci.
Naturalmente una vera e veramente efficace lotta alla prostituzione non può prescindere da una repressione, su scala nazionale e internazionale, delle organizzazioni criminali; deve accompagnarsi a un sostegno a tutte quelle iniziative che favoriscono il recupero delle vittime, attraverso ascolto, orientamento, accompagnamento, garanzia in caso di denuncia degli sfruttatori, aiuto a rientrare in patria, reinserimento sociale; deve fondarsi su una formazione della personalità che permetta all'individuo di vivere la propria sessualità e corporeità nell'ottica della relazione affettiva e non del consumo: ormai appare non ulteriormente rimandabile una seria programmazione di educazione sessuale all'interno dei programmi scolastici. Un richiamo quindi alle istituzioni, alle agenzie educative, al volontariato, a tutta la società civile; e soprattutto un aiuto alle famiglie, affinché su questo terreno assolvano a una delle primarie funzioni educative loro affidate.
Destano, invece, perplessità certe dichiarazioni, di un amministratore cittadino (l'assessore Boldrin, come apparso sulla stampa locale), possibiliste verso la realizzazione di quartieri a luci rosse con tanto di redivive case di tolleranza! Tali opinioni non trovano la convergenza del Partito Popolare e, credo, della coscienza della nostra città. Noi Popolari invochiamo un impegno generalizzato atto a favorire un'inversione di tendenza rispetto alla diffusione di modelli che partono da appelli a una pseudo-concezione di libertà e finiscono col rendere tutto mercato e commercio! Anziché una cultura pseudo-liberale proponiamo una cultura liberante, a favore di quante soffrono la schiavitù della prostituzione, a favore di quanti degradano la propria vita sessuale scindendola da una benché minima relazione interpersonale ed affettiva.

Marco Perin
segretario Ppi dell’Intercollegio di Padova


01/09/1998
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