RASSEGNA STAMPA

Europa
28 novembre 2008
Angelo Bertani


Così la destra corteggia i cattolici
La gerarchia non capisce il rischio di sollecitare lo spirito di crociata

L’argomento veniva sbandierato con scarso pudore da Berlusconi già alla vigilia delle elezioni del 2006. Aveva profetizzato (erroneamente): «Tutti i sondaggi danno me come vincitore». E aveva aggiunto: «La sinistra vuole mettere il bavaglio ai vescovi e alla Chiesa cattolica», mentre per la Cdl il Vaticano «deve avere piena libertà di espressione perché il cardinal Ruini è un italiano come gli altri». «Non penso – concludeva – che un credente possa dare il suo voto a chi manifesta certe intenzioni contro la religione cattolica e la Chiesa come quelle di eliminare l’ora di religione, togliere il crocefisso dalle aule, abolire l’8 per mille e cancellare il Concordato ». Da allora il corteggiamento è anche aumentato.
Oltre ai cattolici che hanno interesse personale di stare a destra (e non sono pochi) si cerca di convincere il mondo cattolico che la destra è la scelta più coerente da un punto di vista etico e culturale. Si agitano i temi della bioetica, della scuola privata, i Dico o il testamento biologico, il pericolo dell’invasione islamica… tutto per dire che la destra (Dio, patria e famiglia) è il baluardo che difende e aiuta la Chiesa. Personaggi come Berlusconi, Tremonti, Pera e magari anche Ferrara o Storace esibiscono grande sintonia e persino familiarità con papa e vescovi.
Si tratta di un inganno o forse di una confusione mentale, che funziona bene con i “cattolici sociologici”, per tradizione o per paura di idee nuove e altre religioni. Ma è una deriva che preoccupa ben al di là dell’aspetto immediatamente politico. La destra sollecita l’istinto difensivo del mondo cattolico e il suo spirito di crociata. Ma indebolisce e cancella la sua ansia di verità, gratuità e di dialogo, il suo spirito missionario e il suo impegno per la giustizia.
Sembra che la gerarchia non si renda conto del rischio. E colpisce che la componente più ragionevole della sinistra non comprenda quanta importanza abbia per il suo futuro la presenza del fermento religioso cristiano. In esso sono ben fondate le ragioni dell’eguaglianza e della democrazia, la promozione della persona e del bene comune, la tolleranza, la generosità, la passione per la giustizia e per il futuro dell’umanità in un mondo armonioso e vivibile. Sembra talora che si voglia dimostrare attenzione al mondo cattolico attraverso qualche favore o spazio, scegliendo interlocutori più “moderati” o più opportunisti.
Ma il punto non è qui: non di compromesso si tratta ma semmai di mediazione culturale, valorizzazione dei punti comuni e sforzo di ricerca intorno ai temi di divergenza, con lo scopo di capirsi meglio e costruire qualcosa di più alto e nobile.

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30 novembre 2008
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