Elezioni 20008
Ipsos: cattolici votano Pdl e Udc ma danno credito al Pd
I cattolici praticanti alle ultime elezioni hanno votato in misura maggiore per il Pdl e l'Udc, ma "nonostante alcune diffidenze" il Pd viene identificato in misura crescente come un partito capace di rappresentare i valori e le opinioni dei cattolici. È quanto emerge dalla ricerca curata dall'Ipsos "I cattolici e le elezioni politiche 2008" presentata alla Camera davanti ad una platea bipartisan che andava dal teodem del Pd Luigi Bobba, promotore dell'iniziativa con Donato Mosella e Renzo Lusetti, per passare da Francesco Rutelli e arrivare ad una nutrita pattuglia dell'Udc che contava sul presidente Rocco Buttiglione, il segretario Lorenzo Cesa e il capogruppo in Vigilanza Rai Roberto Rao.
Tra i vari elementi che emergono dallo studio, il fatto che il Pdl "stacca" il Pd di otto punti percentuali tra i cattolici impegnati, di oltre 17 punti tra i praticanti non impegnati, di 13 punti tra i praticanti saltuari. Discorso diverso se si passa alle categorie non praticanti, dove il Pd ha sette punti in più del Pdl, e i non credenti, tra i quali il Partito democratico ottiene 23 punti in più del Pdl. Secondo Ipsos, però, i democratici possono vantare un "significativo recupero dei consensi" tra i cattolici praticanti impegnati nel periodo intercorso tra le intenzioni e il voto espresso il 13 e 14 aprile scorso.
I dati, inoltre, accreditano il partito di Walter Veltroni come capace di rappresentare i valori cristiani soprattutto nella categoria dei praticanti impegnati, pur giudicanto poco convincente l'alleanza con i Radicali. Una "apertura di credito percorsa da resistenze e contraddizioni", sottolinea però Ipsos. Anche perché "effettivo rappresentante" dell'area cattolica viene considerato comunque il Pdl.
I risultati della ricerca spaziano e sottolineano tra l'altro come a guidare la scelta dei cattolici in campagna elettorale siano stati temi comuni come quelli economici, la sicurezza, le paure sull'immigrazione mentre i temi etici (difesa della vita, lotta contro l'aborto) sono stati marginali. Esattamente come per il resto dell'elettorato italiano. Ancora, viene bocciata la prospettiva di un nuovo partito cattolico: solo il 18% condivide questa ipotesi. Inoltre, solo il 16% ritiene sempre vincolanti le indicazioni del magistero della Chiesa su temi etici, sociali e politici.
Bobba ha subito sgomberato il campo da ogni polemica sull'interpretazione dei risultati della ricerca: "Non ho la vocazione a fare il bombarolo, è una interpretazione sbagliata nelle intenzioni e nella sostanza". Una linea sposata da Lusetti: "Non c'è nessuna intenzione minacciosa nell'orizzonte e nelle prospettive del Pd".
L'esponente del Pd ha però chiarito: "Il cattolicesimo politico è ampiamente rappresentato nel Pd, ma non può essere una 'enclave' o una corrente di pensiero nel partito ma un patrimonio dell'intero Pd, un valore condiviso da tutti".
Un'analisi, questa, condivisa e approfondita anche da Francesco Rutelli. "In Italia esiste un cattolicesimo di popolo largamente significativo, chi lo volesse ignorare sbaglierebbe - ha premesso il presidente del Copasir-. Questo fatto interpella la politica. Questa parte di popolazione rappresenta una riserva di valori che è rimasta fuori dalla competizione elettorale, anche perché chi ha guidato una delle due coalizioni ha evitato di toccare temi attinenti ai valori".
Rutelli, a questo proposito, ha lamentato "un aridimento del dibattito pubblico italiano: parliamo solo della tasca e poco del cuore". A questo, si deve unire il dato della "irreversibilità del pluralismo delle forze politiche, perché la maggioranza dei cattolici oggi dice che non è necessario un partito cattolico". Sempre secondo l'ex vice premier, inoltre, "i dati testimoniano che questo cattolicesimo di popolo è una riserva eminentemente laica, perché c'è una immersione nella società espressa, per esempio, dalle preoccupazioni sull'immigrazione".
E per questo che Rutelli si è rivolto al Pd: "Dobbiamo agire politicamete, e parlo da fondatore del Pd, per far si' che questa riserva di 'laici credenti' venga posta nella condizione di sentirsi al 100% a casa propria - ha spiegato-. Con un contributo che a volte è scomodo, con riferimenti non sempre visti all'interno dell'agenda politica. Ma nelle priorità del Pd c'e' quella di dettare l'agenda politica con temi che non sono all'ordine del giorno".
A questo proposito, ancora Bobba ha sottolineato il fatto che i risultati dell'indagine Ipsos devono essere "occasione per aprire un itinerario, per trovare degli spazi di condivisione positiva nel Pd sulla laicità". L'esponente teodem ha parlato dell'esigenza di "portare dentro il Pd un contributo positivo per superare molte separazioni e una visione tardo liberale del rapporto tra democrazia e religione. Adesso - ha aggiunto - viene il tempo di una riflessione non banale su come è cambiata l'area cattolica, perché spesso abbiamo una immagine datata che 'bypassa' la realtà e l'ignora".
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