IN POLITICA |
LUNEDÌ 15 SETTEMBRE 2014 | |
Giornata internazionale per la democrazia |
|
L'apprendistato democratico si fa in Comune
I giovani al centro dell'attenzione delle Nazioni Unite |
|
Oggi 15 settembre si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale per la democrazia. È stata l'Assemblea generale delle Nazioni Unite a promuoverla nel 2007 per incoraggiare i governi a rafforzare i programmi nazionali dedicati alla promozione e al consolidamento della democrazia. Per il 2014, il tema della Giornata è il coinvolgimento dei giovani nel processo democratico. I giovani tra i 15 e i 25 anni rappresentano un quinto della popolazione mondiale. In numerosi paesi in via di sviluppo, la proporzione è anche superiore, con la maggioranza dei giovani che vivono in paesi a basso o medio reddito. Il punto è proprio questo: la democrazia non è solo diritti politici; è sostanza di uguaglianza, libertà, opportunità. La democrazia riguarda la vita: per questo occorre fare di più per accrescere i diritti individuali, in particolare dei miliardi di persone che sono disagiate, emarginate, disoccupate, e quindi frustrate. Dove le società non sono inclusive, la pace, l'uguaglianza e la prosperità condivisa non possono affermarsi. Anzi si semina e si coltiva la violenza, che in un mondo sempre più interconnesso si espande e si accresce. A questo impegno essenziale e prioritario che la Giornata internazionale della democrazia sollecita nuovamente e continuamente, se ne aggiunge uno più specifico per l'Italia ma altrettanto decisivo per il futuro: l'avvicinamento dei giovani alla democrazia. Assistiamo infatti ad una condizione assai pericolosa: coloro che vivono nella democrazia, avendone goduto e godendone i vantaggi, non sono oggi educatori di democrazia; addirittura spesso danno lezioni opposte agli adolescenti e ai giovani. Molti adulti che fanno politica si mostrano lontani dalla vita dei cittadini e non propongono un'idea buona della di Stato. Molti adulti accettano il principio che il mercato abbia un potere concorrente o addirittura antagonista rispetto ai principi democratici. È urgente correre ai ripari. Non con lezioni di educazione civica, ma con la pratica della cittadinanza. "Partecipare alla vita politica di una comunità non implica unicamente il fatto di votare e presentarsi alle elezioni, per quanto importanti siano tali elementi. Partecipare ed essere un cittadino attivo vuol dire avere i diritti, gli strumenti intellettuali e materiali, il luogo, la possibilità, e, se del caso, il necessario sostegno per intervenire nelle decisioni, influenzarle ed impegnarsi in attività e iniziative che possano determinare la costruzione di una società migliore". I Comuni sono il luogo ideale per questa pratica di democrazia da parte degli adolescenti e dei giovani. |
po-030 7 ottobre 2014 |
scrivi
al senatore Tino Bedin |