IN POLITICA
Mentre dice di voler accrescere la sicurezza
La Destra al governo
riprivatizza la violenza sulle donne

Abolito il Fondo speciale di 20 milioni di euro istituito da Prodi


Scheda a cura di Tino Bedin

Vale tre miliardi di euro il decreto fiscale della nuova era Tremonti: il taglio dell'ICI sulla prima casa, lo sgravio fiscale sugli straordinari e un altro aiutino a Alitalia per tirare a campare. Soldi che tornano nella disponibilità delle famiglie ma che alle stesse famiglie vengono tolti in altri modi. La scure Tremonti infatti si è abbattuta su decine di fondi già stanziati, dal trasporto locale a quello per l'occupazione (165 milioni), dall'ammodernamento delle rete idrica nazionale a quello dedicato al recupero dei centri storici, ai fondi contro la violenza contro le donne: in questo caso, spazzati via tutti i venti milioni stanziati dalla Finanziaria di Romano Prodi.
Non che siano tantissimi ma certo erano moltissimo per gli oltre cento centri antiviolenza che in Italia si occupano di dare protezione e un tetto a donne sole, ragazze-madri maltrattante, per lo più straniere, con bambini piccoli. Storie di senza nome, poco interessanti da un punto di vista mediatico, e però passa anche da questi Centri antiviolenza il livello di civiltà di un paese.

Azioni positive per la difesa. Il Governo Prodi ha previsto nella legge finanziaria per il 2008 uno stanziamento di 20 milioni di euro per un piano d'azione contro la violenza sessuale. Si trattava di un fondo istituito come prima e rilevante risposta ai dati drammatici sulla violenza contro le donne, che è diventata la più frequente causa di morte, un vero e proprio allarme sociale.
Quei 20 milioni erano destinati ad un Piano per la prevenzione contro la violenza sulle donne e con consenso unanime del Parlamento erano stati approvati con la legge finanziaria 2008 ed avevano già un preciso impegno di spesa: attivazione di numeri verdi, osservatorio per il monitoraggio delle violenze, campagne di promozione sociale, sostegno alle associazioni territoriali. Niente di tutto questo vedrà la luce.
Tra i primi atti del Governo Berlusconi vi è, infatti, la cancellazione di quel fondo e la sua destinazione alla copertura dell'abrogazione dell'ICI. La conseguenza di quell'atto è che vi saranno meno risorse per le donne maltrattate,offese e violentate, per i centri antiviolenza e per la prevenzione. Si tratta di un assurdo abbassamento della guardia che riporta il fenomeno della violenza sulle donne nel segreto delle famiglie, mentre la maggior parte delle violenze alle donne avviene proprio in ambito familiare.

Un fenomeno vastissimo. I numeri dicono che in Italia ci sono 14 milioni di donne vittime di violenza di cui ben tre milioni tra le mura domestiche, drammi vissuti nel silenzio e nell'indifferenza. Una risposta, un segnale di aiuto e di una possibile via di fuga, è arrivato in questi anni soprattutto dai Centri antiviolenza. Che ora restano senza fondi. Mentre il Governo è impegnato a dimostrare l'improbabile equazione criminalità uguale immigrazione, i dati dell'Eures dicono che in Italia un omicidio su quattro viene compiuto in famiglia, tra le mura domestiche. Di questi omicidi, il 70 per cento ha come vittime donne e quasi sempre,salvo casi rarissimi, il colpevole è un conoscente o un congiunto diretto. Una ricerca ISTAT del 2006 mostrava dati allarmanti circa la violenza fisica e sessuale subita dalle donne: 6.743.000 le donne dichiarate vittime di soprusi; sempre nel 2006 si sono registrati 74.000 tra tentativi e stupri veri e propri: di questi, il 70 per cento sono stati compiuti da partner o ex partner, a dimostrazione che questo dramma alberga più nel silenzio della vita privata che non nel clamore mediatico suscitato dai reati compiuti da extracomunitari o immigrati clandestini. La destra italiana, pur riempiendosi la bocca con il bisogno di sicurezza, va a sottrarre risorse proprio ad un ambito come quello della violenza sulle donne quanto mai importante in questo momento.

8 giugno 2008


26 giugno 2008
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Tino Bedin