di Tino Bedin senatore Margherita-L'Ulivo
Se non governa, un governo non serve. Se una maggioranza parlamentare non esprime un governo, non c'è più una maggioranza. Un Parlamento senza una maggioranza va sciolto. Non c'era bisogno che un'agenzia internazionale di valutazione finanziaria desse una pagella negativa all'Italia per evidenziare lo stato di ingovernabilità dell'Italia. Basta assistere giorno per giorno di quello che la Destra discute e decide e confrontarlo con quello di cui soffrono e sperano gli italiani per chiedere alla Destra di prendere atto di non essere in grado di governare.
Dopo l'ultima pagella finanziaria la questione è più chiara anche a quegli italiani che, passandosela benone per non aver avuto controlli sull'aumento dei prezzi, pensavano che intanto si può continuare così. Ora anche questi beneficati dalla Destra e dal suo non-governo avvertono che il rischio è elevato per tutti.
Per fortuna che c'è l'euro. La moneta unica europea, brandita dalla Destra contro Prodi, si sta dimostrando quella garanzia di stabilità per cui è stata costruita con fatica anche dagli italiani nel tempo dell'Ulivo. Senza quella sfida vinta, oggi gli italiani si troverebbero con una situazione economica difficile, con la Banca d'Italia ai minimi di credibilità, con un sistema finanziario che investe in profitti e non i produzione, con un giudizio negativo dei mercati finanziari. La svalutazione della lira sarebbe inevitabile e con essa l'aumento degli interessi del debito, l'aumento delle tasse, la riduzione ulteriore degli investimenti. Il risparmio dei cittadini comuni sarebbe taglieggiato, dopo che essi hanno visto taglieggiare stipendi e pensioni. Solo per continuare a dire male dell'euro, la Destra non merita di governare. Solo per avere come componente decisiva la Lega che chiede il ritorno alla lira, l'attuale maggioranza non è in grado di assicurarci un futuro.
Non c'è più tempo. Meglio votare subito, meglio interrompere il teatrino delle dichiarazioni e delle indecisioni. Appena finito agosto si riconomincerà in Parlamento con la legge Finanziaria: parole e buoni propositi, dopo che le invenzioni finanziarie della Destra nelle quattro leggi Finanziarie precedenti hanno portato al disastro in cui ci troviamo. Questa volta niente invenzioni, ma buoni propositi. Troppo poco, soprattutto perché il tempo per metterli in pratica non ci sarà. Il Parlamento smetterà di funzionare di fatto con gennaio. Tante vale chiudere subito. Presentarsi agli elettori con un programma preciso, che comprenda anche i contenuto della manovra economica per il 2006, rinnovare il Parlamento, fare un governo vero e provarci.
In giro per il mondo gli esempi non mancano: dalla Germania al Giappone (cioè componenti del G8 come l'Italia) i governanti attuali hanno scelto le elezioni anticipate per evitare incertezze rischiose ai cittadini e all'economia. La Destra italiana questo coraggio non ce l'ha. La duranta normale di una legislatura è indubbiamebte un valore: abitua alla stabilità spinge a programmare con un orizzonte certo. A questo - ad esempio - ha lavorato nella scorsa legislatura l'Ulivo. Ma bisogna sapere quello che si vuole, bisogna essere gente di governo. La Destra non lo è.
9 agosto 2005
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