PARTITO DEMOCRATICO |
Diario / LUNEDÌ 23 MARZO 2015 | |
Claudio Sinigaglia avvia la sua proposta elettorale per le Regionali |
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Il Veneto un bene comune Al cinema Rex la condivisione con molti compagni di politica e di comunità |
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Al cinema Rex di via Sant'Osvaldo a Padova c'è un bel pubblico: bello per numero e bello per composizione. Stasera non c'è uno spettacolo nella sala della comunità di Cristo Re e le persone non sono venute per fare "pubblico", ma per fare "parte", essere insieme in un nuovo tratto di strada sociale e politica assieme a Claudio Sinigaglia. L'invito è venuto da lui: "Ormai manca davvero poco alle prossime elezioni regionali e l'aria che si respira è che possa davvero essere la volta buona per il Veneto! La volta buona per cambiare, per governare come si deve la nostra importante Regione. Per questo ho scelto di scendere in campo con rinnovato entusiasmo, candidandomi a consigliere regionale sostenendo in modo convinto la candidata del PD e del centrosinistra: Alessandra Moretti. Per iniziare con lo spirito giusto vi invito a una serata di resoconto e di impegni per il futuro della "nostra" regione!". Comincia la campagna elettorale per le elezioni regionale e Claudio Sinigaglia propone come filo conduttore della serata un bel titolo "Veneto, un bene comune". Con lui sul palco ci sono alcune delle moltissime persone che nel loro impegno civile o politico hanno avuto Sinigaglia per compagno di strada. C'è il senatore Gianpiero Dalla Zuanna, che si è formato alla comunità come presidente di una società sportiva parrocchiale. Dalla Zuanna ricorda allarga l'obiettivo sul Parlamento per guardare meglio insieme il Veneto e vede l'isolamento in cui la Lega di Zaia ha costretto la nostra regione, mentre c'è bisogno di collegarci con la ripresa italiana ed europea. C'è Gianni Berno, consigliere comunale del Pd, che invece parte da Padova e dalle molte retromarce cui la Lega di Bitonci sta costringendo la città (in testa il peregrinare del nuovo ospedale). Anche da questa esperienza occorre partire per assicurarci un Veneto diverso con il Partito Democratico e Alessandra Moretti. C'è Paolo Alfier, presidente Forum Terzo Settore Veneto, cioè di un settore con il quale Sinigaglia ha lavorato sia come assessore municipale a Padova sia in questi cinque anni come consigliere regionale. Alfier insiste soprattutto sul lavoro come dignità e come libertà. C'è Anna Barzon, che i temi del Sociale li segue da sempre sia attraverso la politica sia attraverso la vita. È lei ad aprire e chiudere questo appuntamento, nell'obiettivo con cui siamo al Rex questa sera: essere parte di questo percorso elettorale, per affermare la proposta di un Veneto sicuro e solidale, attraverso la riconferma di Claudio Sinigaglia in consiglio regionale. Sinigaglia ha fa questo appuntamento per metà un "rendere conto" di come ha esercitato il mandato ricevuto. Ricorda che questo dovere ai cattolici democratici italiani l'hanno inculcato prima don Giovanni Nervo e poi don Giuseppe Pasini. Rende onore a questi due maestri; ci chiede un applauso alla loro memoria, visto che due anni dopo don Nervo, anche con Pasini è passato sabato scorso all'eternità: tutti e due morti il 21 marzo, primo giorno di primavera. Il "rendiconto" si intreccia inevitabilmente con il confronto con le scelte e soprattutto le non-scelte del lungo periodo di governo Galan-Zaia. C'è un elenco di incompiute: non solo il Mose, ma anche la metropolitana di superficie, ma anche la riforma delle Ipab. C'è un elenco di impoverimenti: quello del Sociale - ricorda Claudio Sinigaglia - è anche visivamente percepibile nella struttura regionale alla fine del mandato di Zaia: il settore sociale non c'è più, praticamente inglobato nella Sanità. Non era questo il Veneto che Galan e Zaia hanno preso in mano: era un Veneto in cui la salute dipendeva anche dalla sicurezza sociale e quindi dalla prevenzione e dall'accompagnamento dei più deboli e di chi è a rischio. È il Veneto che vogliamo ricostruire, un Veneto bene comune. La gran parte dei presenti - pur nella distinzione di almeno quattro generazioni - ha questa idea e conta di poterla proporre con successo. Per come si sono messe le cose fra i partiti, fra Zaia e Tosi, questa elezione è del tutto aperta, si può vincere. Don Nervo e don Pasini ci avrebbero parlato di "peccato di omissione", se non decidessimo di provarci.
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pd-013 25 marzo 2015 |
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al senatore Tino Bedin |