Monsignor Antonio Mattiazzo ha celebrato i cent'anni del settimanale diocesano
In Duomo tre vescovi e settanta sacerdoti
Interpretare i segni dei tempi alla luce del Vangelo, sempre con fedeltà all'ispirazione di fondo del settimanale diocesano nato cent'anni or sono, in una situazione completamente diversa da quella odierna. Basti pensare che il Veneto di allora era terra di emigranti; oggi lo è di immigrati. Ancora: dopo un secolo di mutamenti epocali, il giornale deve essere attento a interpretare le "res novae" in una costante fedeltà ai principi, tenendo presente che il gioiello prezioso della Chiesa cattolica è la carità. Sono state queste alcune delle espressioni del vescovo Antonio Mattiazzo che ieri mattina in duomo ha presieduto la solenne concelebrazione (settanta sacerdoti, più due vescovi padovani che hanno esercitato il ministero a Vittorio Veneto e a Mantova: Magarotto e Caporello): rito di ringraziamento al Signore per questo traguardo raggiunto, e impegno per l'avvenire.
È stata una manifestazione di fede e di fedeltà, perché nel folto pubblico presente c'erano vecchi collaboratori del settimanale diocesano ( per tutti citeremo monsignor Bellinati, firma delle pagine culturali fra le più prestigiose), il presidente dell'Ordine regionale dei Giornalisti, Amadori, l'assessore comunale Mariani, il direttore generale del "Messaggero di Sant'Antonio", padre Salezze, un ex direttore della "Difesa" poi passato alla politica, Bedin, poi molti padovani affezionati lettori del settimanale, e naturalmente gli attuali redattori con in testa il direttore don Cesare Contarini, che all'inizio della concelebrazione ha sottolineato l'humus alla base dell'azione sua e dei collaboratori: quello di sentirsi Chiesa. Non mancando di ricordare una delle "storiche" figure del giornale: monsignor Contran, scomparso nell'ottobre scorso. Il coro di Caselle di Selvazzano, che ha accompagnato il rito, era diretto da Cristina Rossato, collaboratrice del settimanale. Nell'omelia, il Vescovo si è rifatto alla pagina del Vangelo del giorno di Giovanni: "In principio erat verbum...", sottolineando che oggi si potrebbe dire: "In principio era la comunicazione, che è Dio: la Comunicazione più necessaria e importante nella storia dell'umanità". Monsignor Mattiazzo ha svolto poi un'ampia e articolata disamina su quel che i media rappresentano, anche per l'azione evangelizzatrice della Chiesa. Per quanto riguarda la Difesa del Popolo, ne ha sottolineatole le benemerenze acquisite e il ruolo che ancora continua a svolgere. Alla fine della celebrazione, monsignor Minozzi ha comunicato il conferimento, da parte della Santa Sede, del cavalierato di San Silvestro Papa a tre benemeriti collaboratori del settimanale: Danilo Restiglian, Umberto Simonetto e Armida Ruvolato.
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