Un liceo al posto del Configliachi: ma gli anziani non sono dei "pacchi"
In queste ultime settimane si è fatto un gran parlare del problema riguardante il Liceo Marchesi che la Provincia vorrebbe realizzare dove attualmente ha sede una residenza assistenziale dell'IRA. Tanti interventi per perorare la costruzione della scuola, ma poca considerazione per gli 80 ospiti non autosufficienti della Casa di Risposo di Via G. Reni.
Vorrei ricordare a quanti sono intervenuti sull'argomento che il 26/7/2000 il Consiglio Comunale di Padova, dopo un lungo dibattito, approvò, a larga maggioranza, (solo 5 astenuti) la relazione di una Commissione Consiliare Speciale istituita per verificare la qualità della vita nelle Case di Riposo, di cui il sottoscritto ne faceva parte come V.Presidente.
La relazione della commissione, che era il frutto di un grosso lavoro di ascolto degli enti interessati e di sopralluoghi nelle case di riposo pubbliche e private, al punto F proponeva di programmare la costruzione di una R.S.A., di circa 200 posti, nella zona a Nord della città (San Carlo-Arcella).Orbene, per quanto di posti limitati (80), una casa di riposo per anziani non autosufficienti nella zona a Nord della città esiste.
L'IRA, voglio sottolineare, è ben consapevole della inadeguatezza della forma architettonica di Via G. Reni e nel frattempo ha cercato di compensare questo particolare aspetto eseguendo tutti quei lavori straordinari che l'esercizio permetteva allo scopo di migliorare il livello complessivo dell'accoglienza, nonché di assicurare la migliore equipe medico-assistenziale anche in misura superiore agli standard regionali obbligatori e anche al di sopra di quelli già più elevati degli standard regionali, riscontrabili nella struttura principale di Via B. Pellegrino 192, per non parlare delle altre Case di Riposo.
Pertanto, il funzionamento complessivo del G. Reni non merita le denigrazioni subite ad opera di certi politici che hanno tentato invano di paragonare la gestione dell'IRA a quella ben diversa dell'Istituto Stefano Breda, commissariato più volte.
Del resto la gestione del G. Reni è stata sempre apprezzata dagli ospiti e dai loro familiari ed essa è insistentemente richiesta, tanto è vero che da anni essa è completamente utilizzata a differenza di altre residenze.
A questo punto va anche sottolineato che circa 2/3 delle persone, tra quelle che vi vivono e frequentano la struttura, hanno come riferimento il quartiere Arcella, e non 6 come qualcuno ha recentemente dichiarato.
Messo in chiaro questa situazione di partenza, passiamo ad esaminare le soluzioni alternative che sono state più o meno seriamente proposte.
Si è parlato di dividere gli 80 ospiti tra il Breda e il Configliachi , di fare il famoso "spezzatino". A parte che "lo spezzatino" non è gradito, esso, inoltre, non può riguardare solo gli 80 ospiti, ma anche i 51 dipendenti che li assistono. Dividere quest'ultimi è ancora più difficile che spartire i primi. D'altra parte il Configliachi è ubicato rispetto all'Arcella alla parte opposta della città e quindi salta il punto di riferimento sopra indicato.
Per quanto riguarda il Configliachi poi, questo non ha disponibilità di posti letto per "non autosufficiente". Dispone di spazi per "autosufficienti" da trasformare e comunque i posti ricavabili sarebbero poco rilevanti (p.l. 10/12). Questa trasformazione, ancora da iniziare, richiede tutti i tempi necessari per la costruzione, l'allestimento, le autorizzazioni sanitarie, comunali, ecc., i cui tempi sono abbastanza lunghi.Un'altra ipotesi, nota a tutta la città, era quella che l'IRA acquistasse una porzione del complesso privato del "Parco del Sole"di Via Boccaccio a Terranegra. La porzione offerta era infelice nella sua struttura fisica e comportava una commistione gestionale con notevole aumento dei costi che sarebbero poi gravati sugli stessi ospiti.
Di fronte alla sostanziale inesistenza di soluzioni alternative immediate, la Provincia che aveva già predisposto il progetto per la costruzione del Marchesi in Via G. Reni, ha cercato di scaricare sull'IRA e sul sottoscritto la mancata realizzazione dell'edificio scolastico.
A questa accusa di scarsa sensibilità verso la scuola, si potrebbe domandarsi perché la Provincia ha dovuto aprire quattro sedi per il Marchesi prima di mettere a fuoco una sede unica, mentre una politica razionale avrebbe richiesto la redazione di un progetto adeguato subito dopo l'apertura della prima succursale. Perché attendere l'apertura di una terza e di una quarta succursale?
Sono stato molto dispiaciuto per certe critiche ricevute come se fossi il responsabile della mancata realizzazione del Liceo Marchesi in via G. Reni. E' quanto di più falso si possa affermare. Io ho sempre sostenuto che il problema era trovare, innanzitutto, una degna soluzione per gli 80 ospiti non autosufficienti e non considerarli come dei pacchi da parcheggiare in giro per la città. Infine mi stupisce il fatto che la Provincia si sia ostinata a percorrere la strada di via G. Reni per realizzare il Marchesi, sapendo che era una strada impercorribile, quando avrebbe potuto e dovuto verificare con l'Amministrazione Comunale la possibilità di individuare un'area che soddisfasse, comunque, le esigenze dell'Amministrazione Provinciale.
Giorgio Noventa è consigliere comunale a Padova
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