RASSEGNA STAMPA

Il Mattino di Padova
16 ottobre 2007

Socialisti contro Provincia
«Gli 80 anziani devono restare al Configliachi»

ARCELLA. Si accende il confronto sul futuro dell’istituto Configliachi di via Reni: attualmente accoglie 80 anziani non autosufficienti ma l’amministrazione provinciale - che è competente sulle scuole superiori - è decisa a ristrutturare lo stabile (con conseguente trasferimento degli ospiti) per adibirlo a nuova sede unificata del liceo classico Marchesi, attualmente frazionato in vari punti della città. «La maniera con cui la Provincia ha affrontato il problema è un emblematico esempio della cultura politica ed umana che contraddistingue la Casa delle libertà», accusano gli esponenti dello Sdi Sandro Faleschini (presidente della commissione comunale per le politiche del territorio) e Salvatore Italiano (capogruppo e presidente della commissione per la promozione dei servizi sociali) «ma il gruppo socialista in consiglio comunale si opporrà fino in fondo a questo modo di pensare e di agire che, cercando di risolvere un problema, ne crea altri e colpisce le persone più deboli e indifese».
I socialisti ritengono inaccettabile l’ipotesi di «scaricare il peso degli anziani sui loro familiari oppure di emarginarli», convinti che il progetto della Provincia sguarnirebbe l’area nord della città di un consolidato e essenziale servizio per la terza età. Ma qual è la loro proposta? «Chiediamo che l’Ira acquisisca l’ex Configliachi di via Guido Reni e lo ristrutturi mantenendone l’attuale destinazione per aiutare a coloro che, in stato di necessità, già abitano nella zona a nord della ferrovia o nella quale abitano i loro familiari», affermano Faleschini e Italiano.
Ma le esigenze del liceo Marchesi? «Perché dev’essere proprio collocato all’Arcella e qual è il suo bacino d’utenza? In consiglio comunale non è arrivato nemmeno uno straccio del piano generale delle scuole superiori. Comunque, all’Arcella, soluzioni ce ne sono più d’una: l’area in prossimità del Severi, oppure l’ex Saimp o altre aree dimesse e non».

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19 ottobre 2007
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Tino Bedin