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Nella chiesa di Cristo Risorto, zona Mortise, ci ritroviamo in molti e per diverse storie ai funerali di Alessandro Piras.
Ci sono i volontari della Protezione Civile di Padova, che svolgono un impeccabile e commosso picchetto d'onore. È stata la sua ultima attività; l'aveva cominciata fin dal 2003 e da quando aveva lasciato per quiescenza il Corpo della Polizia municipale di Padova la sua presenza tra si era intensificata. Qui coltivava anche una passione ed una perizia che aveva esercitato fin da ragazzo: la fotografia.
Ci sono poi i suoi colleghi della Polizia Municipale, con il suo ultimo comandante Lucio Terrin, anch'egli ora in pensione ma affezionato ancora ai suoi uomini.
Ci sono le persone del condominio in cui Sandro abitava; il parroco don Alessio Bertesso ne parla come di una comunità esemplare di persone e di famiglie. A questa comunità Sandro Piras ha dato un contributo essenziale per lo spirito di servizio comunitario - è ancora un pensiero di don Bertesso - che ha animato la sua vita sia come vigile urbano sia nella Protezione civile.
Ci siamo anche noi, i "ragazzi del patronato" di Mejaniga, la parrocchia in cui Sandro è cresciuto fino a quando si è sposato con Bertilla. Ci piace pensare che quel suoi forte spirito di comunità si siano alimentato proprio in quella nostra comune esperienza giovanile. Siamo un bel gruppetto in chiesa e anche fuori sul sagrato a salutarlo; Sandro era tra i più giovani (è morto a 68 anni) del gruppo che negli anni Sessanta e Settanta si ritrovava per scrivere, ciclostilare, distribuire "Il Filtro", il nostro giornale giovanile. Con Livio Favero e Franco Santoro, suoi coetanei e compagni di scuola, Sandro - oltre a fare tutto - si dedicava in particolare alla fotografia. Loro tre avevano costituito anche una specie di "società fotografica" che avevano chiamata SA.FA.PI. (dalle prime lettere dei loro cognomi. Stamattina nella chiesa di Cristo Risorto la Safapi si è riunita per l'ultima volta, senza macchine fotografiche. Si è riunita quasi al completo anche la redazione del Filtro, senza più un giornale da ciclostilare e da cucire, ma con una pagina di vita da scrivere.
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