PADOVA
Convegno sulla beneficenza e sull'assistenza a Padova
Conservare la memoria per conservare la vita
Trasferita alla ricerca storica un'attività cui AltaVita si dedica tutti i giorni con le persone


di Tino Bedin

Mezzo millennio fa, il 17 luglio 1514, Marco Fontaniva, un padovano che abitava nella zona di via Rudena, faceva testamento e si preoccupava con la sua eredità di procurare un marito ad un certo numero di ragazze padovane dotando ciascuna di una dote di non meno di 50 ducati, "le quali donzelle - scrive di suo pugno Marco Fontaniva - siano di Nazione Padovana, di buona condizione e fama". Dove la "buona condizione" era quella morale e non certo quella economica (visto che serviva loro una dote per renderle "desiderabili" a qualche giovanotto o a qualche convento) e la "Nazione Padovana" distingueva le persone che erano nate all'interno delle mura di Padova.
Nello stesso secolo, precisamente nel 1558, Padova vede nascere la Pia Congregazione de' Poveri Infermi e Vergognosi, che si faceva carico non solo dei poveri ammalati, ma anche dei "vergognosi", specificando che "le persone vergognose sono quelle, alle quali il mendicare è vergogna, ed è impossibile, per le qualità loro, il sostentarli senza le limosine".
Sono due lunghe storie di carità civile che sono arrivate fino ad oggi attraverso l'Opera Pia Fontaniva e il Pio Istituto Poveri Infermi e Vergognosi, nel 2012 confluiti nell'Istituto di Riposo per Anziani, che proprio a seguito di questa incorporazione ha assunto la denominazione AltaVita.

Evoluzione dell'IRA in AltaVita
Tra il 2011 e il 2012, infatti, si è dato corso all'incorporazione nell'IRA di Padova delle due Istituzioni di assistenza amministrate dal RIAB. Già il "Raggruppamento delle Istituzioni di Assistenza e Beneficenza" era stato lo strumento con il quale il Comune di Padova aveva garantito ai Padovani la continuità e l'efficacia di un cospicuo numero di Opere Pie che nel corso dei secoli avevano dato risposte a situazioni di povertà, infermità, precarietà esistenziale, vecchiaia. Lo stretto legame del Comune con la sua comunità bisognosa era stato ancor prima rappresentato dall'ECA, l'Ente Comunale di Assistenza, che a sua volta aveva dato continuità a lasciti e donazioni e il cui servizio era poi confluito in parte nel RIAB.
I consigli di amministrazione di IRA e di RIAB e il Comune di Padova hanno ritenuto importante consentire a questa lunga storia di continuare a produrre effetti nella comunità padovana attraverso l'aggregazione nell'Istituto di Riposo per Anziani. L'obiettivo principale era di mettere a servizio di bisogni diffusi, quali sono quelli derivanti dalla non-autosufficienza per età, quanto ci ha tramandato una lunga tradizione di carità civica. Non secondario, anzi funzionale al primo, anche un altro obiettivo: semplificare l'organizzazione ottimizzando le risorse.
L'evoluzione dell'IRA in AltaVita ha consentito di raggiungere entrambi gli obiettivi.

Accessibilità degli archivi
Il cambio del nome segnala la volontà dell'IRA di condividere le finalità e quindi l'origine e la storia delle Opere Pie incorporate.
Il percorso del resto era stato avviato con una delle ultime delibere del consiglio di amministrazione del RIAB, prima della sua estinzione: nel momento in cui l'Opera Pia Fontaniva e il Pio Istituto Poveri Infermi e Vergognosi entravano nell'Istituto di Riposo per Anziani, parve necessario che quelle Istituzioni restassero non solo nello Statuto di AltaVita (come poi è avvenuto), ma restassero anche nella memoria collettiva. Abbiamo così deciso il riordino e la schedatura degli archivi delle due Opere Pie amministrate dal RIAB, in modo da trasmettere all'ente incorporante una memoria ordinata e da fornire agli studiosi materiali e strumenti per ulteriori approfondimenti.
Per dare corso a questa decisione AltaVita ha costituito al proprio interno la Delegazione di storia delle Ipab con il compito iniziale di ordinare e salvaguardare proprio l'archivio dell'Opera Pia Fontaniva e del Pio Istituto Poveri Infermi e Vergognosi, le due Istituzioni incorporate, che a loro volta avevano negli anni incorporato decine di Opere Pie che la carità civica dei Padovani aveva creato e sostenuto nei secoli. La Delegazione di storia delle Ipab è composta da Tino Bedin, Stefano Bellon, Alessandra De Lucia, Elisabetta Leban e Claudio Poletti. La Delegazione può contare sugli esperti Filiberto Agostini e Valeria Pavone e sull'archivista Mirko Romanato. Segretario è Mariagrazia Lincetto.
L'ordinamento e la schedatura degli archivi delle due Opere Pie sono conclusi e hanno reso facilmente accessibili documenti utili alla storia della carità civica padovana e più in generale alla storia sociale della città e della provincia. Hanno inoltre confermato lo stretto legame delle Opere Pie con la Municipalità padovana: un intreccio di cui è espressione la complementarietà fra l'Archivio del RIAB e quello del Comune di Padova.

Ricerca storica e analisi sociale
Primo frutto del lavoro di schedatura è questo convegno, "I secoli d'oro dell'assistenza e beneficenza a Padova", con il quale AltaVita mette a disposizione della cittadinanza le prime ricerche su "Origine ed evoluzione delle Istituzioni benefiche negli archivi delle Opere Pie già amministrate dal RIAB".
Ringrazio gli studiosi che hanno accolto l'invito di AltaVita a condividere le loro conoscenze su un capitolo lungo, vario e non ancora concluso della storia civile padovana: quello dell'assistenza e della beneficenza. Introdotti e coordinati da Giorgetta Bonfiglio Dosio (già professore ordinario di archivistica e direttore scientifico della rivista "Archivi") intervengono tre docenti di Storia della nostra università: Francesco Bianchi: "Povertà, malattia e assistenza nel medioevo di Padova"; Giovanni Silvano: "La solidarietà dall'età moderna alla razionalizzazione napoleonica"; Filiberto Agostini: "Assistenza e beneficenza nel Padovano in età contemporanea. Appunti e riflessioni". A loro si affiancano Mirko Romanato (archivista Cooperativa Altracittà di Padova: "La documentazione dell'ECA gestita dal RIAB di Padova: aspetti archivistici e spunti di ricerca" e Valeria Pavone (responsabile dell'Archivio generale del Comune di Padova: "L'Ente Comunale di Assistenza di Padova attraverso i documenti d'archivio". Nel corso del convegno la regista e attrice Barbara Ammanati legge alcuni documenti degli archivi.
Ringrazio tutti i presenti: voi mostrate interesse per questa storia e - già solo con la partecipazione - condividete l'idea che essa debba continuare.
La finalità dell'appuntamento odierno è infatti di documentazione storica: segnala che AltaVita porta dentro di sé e quindi nella società padovana di oggi persone, patrimoni, volontà che vengono da lontano.
Ma illustrando "I secoli d'oro dell'assistenza e beneficenza a Padova" AltaVita non si limita a mettere a disposizione della Comunità padovana i risultati dell'attività archivistica e della ricerca storica; vuole anche dare testimonianza ai Padovani della loro generosità nei secoli e agevolare altre ricerche sulla carità civica. Padova può contare infatti su altre Istituzioni similari ed è augurabile che anche appuntamenti come questo alimentino una documentazione storica complessiva sulla carità civica.
Sono ricerche che completano la nostra storia.
Le "buone pratiche" però non invecchiano e quindi loro conoscenza potrà illuminare il presente e il futuro di una comunità che voglia mettere "in comune" la propria vita; potrà stimolare una riflessione sul presente: sui bisogni più diffusi della nostra comunità e su come un welfare municipale potrebbe affrontarli.
La carità civica è una componente della comunità padovana che la generalizzazione dello Stato sociale ha negli ultimi decenni confinato nella dimensione dei ricordi e delle lapidi ai benefattori. È sembrato che la carità potesse continuare come componente della religiosità e non della cittadinanza.
Il tema è complesso, toccando diritti e bisogni, universalismo e promozione umana. Il convegno proposto da AltaVita può aiutare a metterlo nell'agenda della nostra città.

Siamo diventati più vecchi
Ricerca storica e analisi sociale trovano una sintesi nell'obiettivo generale, che ci siamo dati e di cui questo convegno è solo un capitolo: l'obiettivo di conservare la memoria per conservare la vita.
È un'attività cui AltaVita si dedica tutti i giorni con le persone anziane al Beato Pellegrino come al Pensionato Piaggi, a Palazzo Bolis come a Casa Famiglia Gidoni. Ci è venuto spontaneo applicarla anche alla nostra Istituzione.
Istituzione che ora è ancora più antica, risalendo non più all'inizio dell'Ottocento - com'era per la Casa di Ricovero e di Industria, evolutasi nel tempo in Istituto di Riposo per Anziani - ma all'inizio del Cinquecento, quando origina l'Opera Pia Fontaniva, e a qualche decennio dopo quando si attiva la Pia Congregazione de' Poveri Infermi e Vergognosi.
Siamo diventati più vecchi. Ed è con il rispetto e l'orgoglio che la vecchiaia merita, che ascolteremo i relatori, con la guida della professoressa Giorgetta Bonfiglio Dosio, che ringrazio dell'impegno di oggi e della competente attenzione che ci riserva.

Introduzione al convegno
"I secoli d'oro dell'assistenza e beneficenza a Padova"
7 febbraio 2014


10 febbraio 2014
pd-097
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Tino Bedin