di Tino Bedin
AltaVita è la nuova denominazione assunta dall'Istituto di Riposo per Anziani (IRA) di Padova quando ha incorporato le Opere Pie amministrate dal RIAB. Il cambio del nome segnala la volontà dell'IRA di condividere le finalità e quindi l'origine e la storia delle Opere Pie incorporate.
Con questo scopo AltaVita ha costituito al proprio interno la Delegazione di storia delle Ipab con il compito iniziale di ordinare e salvaguardare l'archivio dell'Opera Pia Fontaniva e del Pio Istituto Poveri Infermi e Vergognosi, le due Istituzioni incorporate, che a loro volta avevano negli anni incorporato decine di Opere Pie che la carità civica dei Padovani aveva creato e sostenuto nei secoli.
La Pia Opera Fontaniva trae origine e nome da Marco Fontaniva, che abitava a Padova dalle parti di via Rudena che la istituì con testamento 17 luglio 1514. Questa una delle sue disposizioni: "Pagate le dadie, e le gravezze dell'Eredità, del residuo delle Entrate si maritino annualmente tante donzelle, quante ne può portare i redditi dell'Eredità, dando a ciascuna donzella Ducati 50=, e non meno; le quali donzelle siano di Nazione Padovana, di buona condizione, e fama... E se avanzasse qualche cosa dai detti redditi, detratto quello, che devesi dare alle donzelle, cioè ducati 50= per ciascuna, come sopra, allora li Signori Uffiziali della detta Scuola debbano, ciò che sopravanza dispensarlo ai Poveri per amor di Dio".
Il Pio Istituto Poveri Infermi e Vergognosi è subentrato alla Camera dei poveri di Cristo in Padova, esistente già prima del 1440 ed alla Congregazione dei Poveri Infermi e Vergognosi creata nel 1558 sotto il nome di Pietà Cristiana. Lo scopo è così descritto nello statuto: "L'Istituto assiste con sussidi ricorrenti o transitori in danaro o generi alimentari i poveri non atti a vivere del proprio lavoro che per età infantile o senile, o per fisica infermità, o per condizione civile non potrebbero questuare".
Tra le iniziative caritatevoli ora continuate da AltaVita c'è anche l'Opera Pia Casette per vedove, Fondazione che è di origine antichissima e non definita, ed ha sede in Padova. Nello statuto si legge: "È suo scopo provvedere di abitazioni gratuite vedove povere, di regola in numero di venti, che si mantengano in stato di vedovanza. La concessione dell'alloggio è fatta dalla Congregazione di Carità in seguito a concorso a favore di vedove con o senza figli, di buona condotta, nate e domiciliate in Padova da cinque anni almeno.Saranno preferite le vedove decadute non per loro colpa, in tristi condizioni economiche".
L'ordinamento e la schedatura degli archivi delle due Opere Pie hanno inoltre confermato il loro stretto legame con la Municipalità padovana: un intreccio di cui è espressione la complementarietà fra l'Archivio del RIAB e quello del Comune di Padova.
Con il convegno "I secoli d'oro dell'assistenza e beneficenza a Padova", in programma il 7 febbraio a Palazzo Moroni, AltaVita mette a disposizione della Comunità padovana i risultati di questa attività di documentazione storica, sia per dare testimonianza ai Padovani della loro generosità nei secoli, sia per agevolare anche altre ricerche sulla carità civica.
Sono ricerche che servono alla nostra storia. Le "buone pratiche" però non invecchiano e quindi loro conoscenza potrà illuminare il presente e il futuro di una comunità che voglia mettere "in comune" la propria vita.
20 gennaio 2014
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