In occasione della "festa patronale" dell'Istituto di Riposo per Anziani di Padova che su iniziativa del presidente Tino Bedin si celebra il 26 luglio per la festività religiosa dei santi Anna e Gioacchino, riportiamo alcune notizie storie sul legame tra l'IRA e sant'Anna. Le notizie si devono alle ricerche di mons. Claudio Bellinati. Le informazioni sono state sintetizzate da Tino Bedin e da lui presentate a conclusione della santa messa solenne all'Ira.
Per molti anni il "nome popolare" dell'Istituto di Riposo per Anziani di Padova è stato "Sant'Anna".
"Andare a Sant'Anna" era nell'immaginario collettivo dei padovani il segno della fine dell'autosufficienza fisica o economica.
Questo nome popolare, oltre che alla devozione propria degli anziani per la "nonna" più importante, la nonna di Gesù, ci riporta all'inizio della storia dell'IRA.
Ecco perché abbiamo cominciato a celebrare la nostra festa patronale: come ogni comunità da cui proveniamo e in cui abbiamo affetti e ricordi, anche la comunità dell'IRA ha una storia ed ha dei patroni.
Come abbiamo ascoltato all'inizio della celebrazione, la devozione a Sant'Anna, madre della Beata Vergine Maria, è molto diffusa in tutta la cristianità fin dai primi secoli.
Appartenente ad un antico monastero di suore domenicane, sostituite poi dalle benedettine, la chiesa di Sant'Anna in via Sperone Speroni era espressione a Padova di questa devozione.
La chiesa, rifondata per lascito di Compagnino del fu Pietro, nel 1303, restaurata nel Cinquecento e nel Seicento, soprattutto per opera del famoso letterato Orsato degli Orsati, venne consacrata, con rito solenne del Vescovo di Argo Giacomo Rota, suffraganeo del Vescovo padovano, il 16 giugno 1540.
La chiesa, oltre all'altare maggiore dedicato a Sant'Anna, ne possedeva un altro (caso piuttosto raro nella nostra iconografia) dedicato a San Gioacchino.
Sant'Anna veniva festeggiata, come ai nostri giorni, il 26 luglio: festa che si celebrò sempre, sia durante la presenza delle suore domenicane (dalla fondazione nel secolo XIII fino al 31 gennaio 1459) sia durante la permanenza delle suore benedettine (dal 31 agosto 1459 fino alla indemaniazione napoleonica del secolo XIX).
Il Monastero di Sant'Anna era stato oggetto della demanializzazione e ciò per due volte. La prima volta il 9 dicembre 1797 quando "il Governo Centrale di Padova e Polesine e Rovigo e Adria" decretava la soppressione del Monastero di Sant'Anna, non effettuata per il successivo rapido passaggio di Padova dalla dominazione francese a quella austriaca.
Il 28 luglio 1806 invece Eugenio de Beauharnais, Viceré del Regno d'Italia riusciva a demanializzare per la seconda volta il Monastero di Sant'Anna.
Proprio presso il Monastero di Sant'Anna, sito appunto in Via Sperone Speroni e soppresso nel 1806 sotto il Regno d'Italia di Napoleone I, ebbe la prima sede il "Pio Ricovero dei Vecchi", cioè l'Istituto di Riposo per Anziani di Padova. Oggi l'antica sede del nostro Ente ospita l'Istituto per Geometri "Belzoni".
Dentro e fuori le "mura vecchie" della città di Padova esistevano all'inizio del 1800 una ventina circa di "Ospizi"; la cui attività non si riferiva soltanto ai pellegrini e ai viandanti, ma anche a poveri, anziani e ammalati.
In particolare, entro la città di Padova vi era un alto numero di "Ospizi". Ne citiamo alcuni soltanto, fra i principali: Ospizio di Santo Spirito, sotto la parrocchia di S. Sofia; Ospizio di S. Massimo, nella Parrocchia omonima; Ospizio di S. Croce, presso il Prato della Valle; Ospizio di San Daniele, verso Porta S. Giovanni; Ospizio di S. Antonio di Vienna, in Via Savonarola; Ospizio di Santa Giustina (detto anche di S. Violino), tra il Prato della Valle e via Briosco; Ospizio di S. Urbano (angolo di via Manin/via Gritti); Ospizio dei Padri Camaldolesi, in via Sant' Anna (cioè l'attuale via Sperone Speroni); Ospizio dei Fatebenefratelli, poco lontano dalla chiesa del Beato Pellegrino.
In via Sant'Anna sarebbe sorta poi una vera e propria "Casa di Ricovero" cioè un ospizio per l'assistenza alle persone anziane; molte delle quali, ovviamente, dovevano essere curate dei molteplici acciacchi che anche allora affliggevano soprattutto la povera gente.
Nella Casa di Ricovero, detta anche "Pio Ricovero dei Vecchi", si accoglievano non solo gli invalidi poveri della Città (quindi inabili al lavoro ed incapaci, per età o per condizioni fisiche, di provvedere alla propria esistenza), giovani e vecchi, dando loro vitto, alloggio e assistenza infermieristica, ma si offriva anche assistenza domiciliare alle famiglie più povere.
L'opera benefica ebbe origine nel 1820 per volontà del canonico Giusto Antonio Bolis (1751 - 1820), suo primo Benefattore e Fondatore. Fu eretta in un solo anno nel 1821, prendendo il nome di Casa di Ricovero e d'Industria.
Allo scopo di assicurare all'Opera Pia la residenza in quei locali, il comune di Padova li acquistò mediante privata scrittura il 14 maggio 1838.
Nello stesso anno il Comune di Padova, proprietario anche del soppresso Monastero del Beato Pellegrino, sito nella via omonima, ne accordava l'uso al reparto femminile della Casa di Ricovero, dove alcuni decenni dopo, nel 1883 veniva costruito un nuovo stabile con esso confinante, dove si trasferì anche il reparto maschile.
E così si concluse il legame tra l'IRA e il Monastero di Sant'Anna.
Un legame che con la festa odierna vogliamo riprendere, assieme alla devozione nei confronti di Sant'Anna.
26 luglio 2009
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