di Tino Bedin
Il tempo di Natale, l'Avvento nel calendario liturgico, è una preparazione alla vita. Richiama ai credenti il Bambino. Famiglie e società concentrano le attenzioni sui più piccoli, per i quali hanno inventato Babbo Natale. Ma non è solo festa: questa è connaturata con la speranza. Il Natale è prima di tutto vita: davvero una bella sfida per una Residenza per anziani.
All'Istituto di Riposo per Anziani di Padova sono tradizionalmente settimane in cui si accrescono le occasioni di "dialogo" degli Ospiti sia tra loro che con familiari e comunità. Un calendario fitto dà originalità a molte giornate, o attorno alle pigotte o con gli applausi al Coro dell'Ira e del Piaggi o con le preghiere guardando il grande presepio. Sono momenti importanti, vitali; abbiamo persone esperte ed amorevoli che li organizzano; ma è pur sempre un calendario.
Accoglienza, premura, responsabilità. La sfida qui all'IRA riguarda invece la natura stessa del Natale, cioè la vita. La sfida è tanto più decisiva nel nostro tempo, nel quale cresce il rischio che la vecchiaia in sé, almeno da una certa età in poi, sia considerata (e trattata) come una malattia terminale. È una questione esistenziale che riguarda gli Ospiti ma anche le persone che hanno a cuore gli Ospiti o per vincoli familiari o per impegno professionale.
L'Istituto ne è così consapevole che proprio a metà novembre ha organizzato un convegno scientifico dedicato alla salute delle persone che abitano nelle case di riposo. Uno degli studiosi intervenuti ci ha ricordato che nella vecchiaia "in alcuni casi il senso della vita è misterioso (sofferenza), in altri è lontano (il pudore), in altri casi è mediato dal tempo e dagli altri; in molti altri caso è affidato a Dio".
Per una Casa per Anziani si tratta di applicare l'accoglienza, la premura e la responsabilità, in modo le parole, i gesti e le azioni non solo si traducano in efficienza ed efficacia, ma siano percepiti come testimonianza della vita irrepetibile di ogni anziano. E se è vita, essa è fatta di attese, di speranze, di futuro: è fatta di Natale. È possibile riempire di futuro una vita così lunga da diventare in molti casi troppo pesante per portarla da soli?
C'è condivisione. Una bella sfida, come dicevo, per l'IRA: sfida che l'Istituto di Riposo per Anziani accetta anche perché non è solo nell'affrontarla. In queste settimane abbiamo celebrato in via Beato Pellegrino i venti anni di attività dell'Opera Anziani della San Vicenzo di Padova. L'Ira è stato il luogo iniziale per questa "specializzazione caritativa", che con la guida di Mario Toso si è progressivamente allargata ad un servizio di volontariato in Residenze Protette sia della città (Configliachi, Breda, Ira-Arcella) che della diocesi di Padova (Dolo e Noventa Padovana). Con gratitudine quindi l'IRA ha dedica alle persone dell'Opera Anziani vincenziana un concerto ed ha consegnato alla presidente Luisa Custoza una targa di riconoscenza.
Anche la gratitudine è stato un modo di avvicinarsi al Natale, avendo per traguardo la vita.
9 dicembre 2008
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