Una sala gremita ed attentissima fino ad oltre mezzanotte ha sottolineato il gradimento e l'interesse con cui i cittadini di Ospedaletto Euganeo hanno accompagnato la presenza in paese di Sergio Zavoli, invitato dall'amministrazione comunale nell'ambito di un ciclo di incontri pubblici con personaggi del nostro tempo. La serata dell'8 aprile 2005 è stata guidata dal senatore Tino Bedin, collega di Zavoli, che ha introdotto il dialogo dell'ospite con i cittadini di Ospedaletto con la breve presentazione che pubblichiamo.
di Tino Bedin giornalista e senatore
Introduco questa brevissima presentazione con un "grazie" a Sergio Zavoli, onorato di avere qui nel mio collegio elettorale della Bassa Padovana un collega nel senso più ampio del termine: Zavoli ed io siamo collegio giornalistico, siamo colleghi senatori, siamo colleghi nello schieramento politico.
Nato a Ravenna il 21 settembre 1923, Zavoli vive con la moglie a Monte Porzio Catone, in provincia di Roma, ed è cittadino onorario di Rimini. In Senato è impegnato nella Commissione Esteri. Il suo impegno civile continua in particolare nel settore culturale. È presidente della Fondazione Premio Napoli per la letteratura, dei Premi Dino Campana e Alfonso Gatto per la poesia, dei Premi Estense e Guidarello per il giornalismo d'autore.
Questi ruoli confermano la stima che egli gode nel mondo letterario per la sua intensa anche l'attività di scrittore, che si è espressa in oltre una ventina di titoli e che gli ha portato importanti riconoscimenti: il Premio Bancarella per "Socialista di Dio", il Premio dei Premi per "Romanza", il Premio Alfonzo Gatto per la raccolta di poesie "Un cauto guardare", il Premio Hemingway per la sua attività giornalistica. E l'Università di Urbino gli ha conferito la laurea in lettere "honoris causa".
Una persona di casa. Vi ho fatto queste brevi citazioni perché magari qualcuno tra voi sa poco di lui. Questa sera serve anche a conoscerlo, ma quello che emergerà sarà soprattutto il giornalista.
È del resto in particolare come giornalista che sono grato a Sergio Zavoli. Ospedaletto Euganeo è per noi, per voi in particolare che ci abitate, un paese interessante ed importante. Ma sappiamo, sapete che con agli occhi di un estraneo Ospedaletto non aggiunge apparentemente niente all'esperienza e alla conoscenza del senatore Zavoli. Ma egli è qui questa sera, con una numerosa rappresentanza dei cittadini di Ospedaletto, ed a guidarlo qui è stata la disponibilità del "cronista"; una disponibilità che è motivata non solo dalla curiosità, ma soprattutto dalla partecipazione.
Proprio per questa sua disponibilità, Sergio Zavoli è tra le persone di casa. Ci sembra di conoscere tutto di lui. Ci è familiare.
Non può che essere così per un giornalista che è alla Radio dal 1947 e dal 1962 in televisione. Condirettore del Telegiornale, è stato direttore del GR1 e del quotidiano "Il Mattino". Presidente della Rai dal 1980 al 1987, quindi della TV di Stato di San Marino. Presidente del Centro multimediale europeo di Terni. Ha firmato documentari e inchieste come "Le origini della civiltà mediterranea", "Nascita di una dittatura", "La notte della Repubblica", Viaggi nella giustizia", "Viaggio dentro la scuola", "Credere, non credere", "C'era una volta la Prima Repubblica".
Sergio Zavoli è stato dunque tutto nell'informazione: giornalista radiofonico, inviato speciale e conduttore di trasmissioni di grande successo, direttore di telegiornali e di quotidiani, presidente della più grande azienda giornalistica italiana.
La definizione che però ama di più per se stesso è quella di cronista e "Diario di un cronista. Lungo viaggio nella memoria" (Rai-Eri/Mondadori ha voluto intitolare un suo libro, quello che vuole essere un bilancio di una carriera giornalistica durata oltre mezzo secolo.
Con la tecnica del cronista e con la partecipazione dello scrittore, Sergio Zavoli ha messo milioni di italiani al centro della loro storia. È una storia lunga, che per un cronista non finisce mai e che si rinnova ad ogni giorno.
Potremmo sperimentarlo proprio nelle pagine di storia che si sono scritti in questi giorni e che hanno al centro Papa Giovanni Paolo II e con lui i milioni di persone, persone con nome e cognome, che lo hanno accompagnato nell'ultimo viaggio in questa terra.
"C'è più storia - ha detto Sergio Zavoli commentando l'invidia che Carlo Levi gli manifestò come cronista del terremoto del Belice - c'è più storia nella cronaca che nella storia medesima e far conoscere i fatti è già un modo di risvegliare le coscienze".
Forse è questo che hanno capito le persone che hanno voluto essere a Roma...
L'informazione non ci dà tregua. Il giornalismo come comprensione, come sforzo di capire. Ne avremo un saggio nelle parole di Sergio Zavoli di questa sera. Egli ci racconterà certamente dei drammi, perché questa è la vita. Ma la vita - nella cronaca di Zavoli - è anche carica di bene. Ascoltarlo non aggiungerà angoscia, accrescerà la speranza.
La speranza per avere fondamento (e non essere illusione e disillusione) ha bisogno di conoscenza. Di conoscere noi stessi. Questo richiede un qualche momento di "sosta". L'informazione oggi non ci consente soste, non ci dà tregua. Per questo - oltre che a Serio Zavoli - devo dire un grazie al sindaco di Ospedaletto Sergio Da Molin e alla sua amministrazione civica che ci hanno organizzata questa serata di "giornalismo dolce", dialogante e non rombante. Quando torneremo a casa le notizie che abbiamo ascoltate al tg delle 20 saranno invecchiate per il tg di mezzanotte: questa è oggi l'informazione, e non possiamo che prenderne atto. Ma lasciando questa sala, dopo aver ascoltato Zavoli, capiremo un po' meglio questo nostro tempo di cui siamo orgogliosi per le cose che riusciamo a fare, ma che al fondo non riesce a piacerci. Anche se a raccontarcelo è Sergio Zavoli.
8 aprile 2005
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