ECONOMIA E LAVORO

Si confermano una componente essenziale del sistema economico italiano
Le famiglie danno lezioni di Economia
(non solo) domestica

Hanno adottato per se stesse "la diligenza del buon padre di famiglia"
che il nostro Codice civile invoca o prescrivere per molti rapporti finanziari

di Tino Bedin

Sono impressionanti i numeri della pandemia. Centinaia di migliaia di italiani convivono con i lutti familiari del Covid. Decine di migliaia hanno nel loro fisico e nel loro spirito le cicatrici della pandemia che hanno patito in ospedale. Un altro milione di persone si è aggiunto alle famiglie che già nel 2019 soffrivano la povertà assoluta. Nel corso di 12 mesi sono state quasi due milioni le persone supportate, in varie modalità, dai servizi promossi dalle Caritas diocesane e parrocchiali (riferisce il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei). Sono state erogate oltre tre miliardi e mezzo di ore di cassa integrazione Covid-19 e - nonostante questo - sono stati cancellati 800 mila posti di lavoro. Sono solo alcuni numeri; mancano, ad esempio, tutti quelli riferiti alla formazione e ai ragazzi.

Il volano del risparmio familiare. Ad impressionare, letteralmente, non è solo il loro contenuto (sanitario, economico, educativo, …), ma anche la loro quantità. A volte, le statistiche tendono ad impressionarci anche con qualche comparazione; questa, per esempio: "Per l'Italia, il 2020 è stato il terzo anno peggiore da oltre 150 anni (-8,9% di PIL), considerato che i primi due sono stati il 1944 (-19,3%) e il 1943 (-15,2%), a cavallo della Seconda Guerra Mondiale". La diagnosi è dell'autorevole "The European House Ambrosetti", che l'ha proposta all'inizio di settembre in concomitanza con il suo annuale Forum economico.
La comparazione statistica diventa però più imbarazzante che impressionante, se induce - come in questo caso - a sovrapporre ricordi (ancora vivi in molti italiani) e immagini (facilmente rintracciabili in rete) dell'estate 1945 (ma anche delle estati successive) con cronache ed immagini delle tv e dei personal media in questa estate del 2021. Meglio non farlo, per rispetto di chi è sopravvissuto e vissuto in quel Dopoguerra, convivendo per anni con monumenti ai caduti e macerie.
Negli stessi giorni di settembre l'agenzia Agi propone, infatti, altri numeri: "Una boccata d'ossigeno per il turismo italiano. I risultati della stagione estiva superano le attese: tra giugno e agosto il sistema ricettivo italiano ha registrato l'arrivo di oltre 33 milioni di turisti per 140 milioni di pernottamenti, in crescita del 21% sul 2020. A trainare la domanda gli italiani - 105 milioni di pernottamenti, il 19,6% in più rispetto allo scorso anno".
Con le loro scelte di vita le famiglie segnalano che non stanno vivendo un dopoguerra. Oltre che sociologica questa posizione è molto rilevante dal punto di vista economico. Anche l'apparente disomogeneità dei numeri che alimentano le statistiche conferma che in Italia essere famiglia non è una condizione esclusivamente privata.
Le famiglie sono da sempre una componente essenziale del sistema economico italiano; la loro capacità di risparmio e di spesa vale almeno tanto quanto la capacità produttiva delle imprese o la capacità di indirizzo della pubblica amministrazione. Succede infatti che mentre il "sistema imprenditoriale" recupera produttività negli scambi internazionali, il "sistema familiare" costituisce il volano del mercato interno, non solo spendendo nel recupero di spazi di vita collettiva, ma anche con gli investimenti nelle proprie abitazioni (utilizzando i vari bonus).

Con il risparmio non col debito. Altro elemento interessante: il volano economico familiare non è attualmente alimentato dal debito ma dal risparmio. Questa scelta economica familiare può apparire una sorpresa, tenendo conto dei numeri che abbiamo citati all'inizio. A proposito di numeri impressionanti della pandemia, eccone, allora, alcuni altri sempre riferiti alle famiglie.
L'indagine straordinaria sule famiglie italiane condotta dalla Banca d'Italia all'inizio della primavera, riporta che oltre la metà delle famiglie aveva patito una riduzione del reddito mensile; in particolare la riduzione - che in alcuni casi ha superato la metà del reddito - è stata proporzionalmente più diffusa per le famiglie dei lavoratori autonomi.
Si tratta di numeri coerenti con la recessione indotta dalla pandemia.
Nella stessa indagine la Banca d'Italia rileva contemporaneamente "un aumento molto rilevante della propensione al risparmio" delle famiglie. Alla riduzione delle entrate l'insieme delle famiglie non solo non ha risposto con la riduzione del patrimonio o l'indebitamento, ma riducendo le spese in proporzione alle entrate correnti e anche a quelle prevedibili, risparmiando cioè per il presente e per il futuro e così "nella media del 2020 la propensione al risparmio si è collocata sui livelli massimi degli ultimi vent'anni", annota Banca d'Italia. Quattro famiglie su dieci hanno risparmiato il 10 per cento in più dell'anno prima. Altrettante famiglie pensano di riuscire a farlo in questi mesi. Naturalmente vale in questo caso l'avvertenza del pollo di Trilussa sulla statistica, "pè via che, lì, la media è sempre eguale puro co' la persona bisognosa".
Pur sorprendenti, anche questi numeri sono coerenti con la pandemia: da una parte le restrizioni al commercio e ai servizi in generale, adottate per arginare i contagi, hanno ridotto le occasioni di spesa; dall'altra le incertezze sul lavoro hanno rafforzato l'atteggiamento precauzionale.
Alla componente familiare del sistema economico italiano viene insomma naturale adottare per se stessa "la diligenza del buon padre di famiglia" che il nostro Codice civile invoca o prescrivere per molti rapporti finanziari. Una lezione concreta - cui concorrono alla pari anche le… "buone madri di famiglia" - che le altre componenti dell'economia italiana (imprese e pubblica amministrazione) potrebbero utilmente seguire.

26 settembre 2021



la-089
Aggiornato: 29 ottobre 2021
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