ECONOMIA E LAVORO

Il governo accoglie una precisa indicazione del parlamento
Il "cioccolato puro" va difeso
prima ancora che sia in commercio

Bisogna evitare ricorsi all'Unione Europea ed adeguare le sanzioni per i trasgressori

di Tino Bedin

Cioccolato in famiglia e cioccolato anche in Senato nel tempo pasquale: una coincidenza che ha legato la vita alla politica. Nessuna sorpresa, comunque, per i senatori che hanno esaminato il decreto legislativo con cui il governo introduce nella nostra legislazione le norme di una direttiva europea del 2000 sui prodotti di cacao e di cioccolato. Il governo aveva da una parte, appunto la direttiva europea ed anche una sentenza di condanna della Corte di Giustizia di Lussemburgo, e dall'altra la precisa indicazione ricevuta dal parlamento: poco meno di un anno fa noi senatori avevamo detto al governo che il cioccolato prodotto esclusivamente con burro di cacao doveva essere definito "cioccolato puro".
Il decreto legislativo accoglie questa indicazione. A partire dal prossimo agosto (quando entrerà in vigore la nuova direttiva europea) i consumatori europei potranno trovare sui prodotti italiani la denominazione di "cioccolato puro".
In ogni caso le cioccolate che contengono grassi vegetali diversi dal burro di cacao si chiameranno cioccolato, come chiede la direttiva europea, ma avranno scritto chiaramente queste parole: "contiene altri grassi vegetali oltre al burro di cacao"; parole chiare e semplici, che informano i consumatori.
So che sia i nostri artigiani pasticcieri che noi consumatori italiani avremmo preferito che la parola "cioccolato" bastasse da sola. Regole più generali di mercato europeo in questo momento non lo consentono, ma la strada trovata sembra… buona. Come è successo con l'olio di oliva extravergine, anche per il cioccolato puro si creerà una associazione automatica con la materia prima da cui proviene.
Bisogna però fare preparare le difesa per la nuova denominazione. Nella discussione che abbiamo avuto nella Commissione Politiche europee del Senato, ho sollevato due questioni ed indicato le possibili soluzioni.

L'Europa ci consente di segnalare la qualità
Bisogna innanzi tutto prevenire ricorsi contro la legge italiana. La direttiva europea non prevede infatti la denominazione "cioccolato puro" e bisogna evitare che qualcuno si appelli a questo fatto per chiederci di cancellare la denominazione. È la stessa direttiva europea che ci fornisce la soluzione. L'Europa ha infatti previsto che i singoli stati possono completare la denominazione di vendita del cioccolato con "diciture o aggettivi relativi a criteri di qualità". Il termine "puro" va dunque riferito nella norma italiana proprio a questo criterio di qualità previsto dall'Unione Europea; bisogna scriverlo esplicitamente nel decreto: in questa maniera risulterà che lo scopo principale è quello di segnalare la qualità del prodotto al consumatore e non di creare una categoria di cioccolato a parte. Il risultato è lo stesso, ma verrebbe tolto il possibile appiglio per ricorsi in sede comunitaria.

Multe che fanno paura solo agli artigiani…
L'altra questione è invece tutta italiana, ma potrebbe essere un punto debole nella tutela dei consumatori. Si tratta delle sanzioni amministrative. Nella proposta del governo, ad esempio, chi confeziona "cioccolato puro", utilizzando ingredienti diversi dal burro di cacao, incorre in una sanzione pecuniaria che va da tremila ad ottomila euro. Può essere un deterrente adeguato per i 25 mila artigiani pasticcieri italiani, ma cifre così rendono del tutto ininfluente l'azione di controllo qualora il soggetto di punire sia una grande azienda, con milioni di euro di fatturato: ottomila euro è in questo caso una multa priva di efficacia.
Per questo ho proposto di adeguare la misura massima delle sanzioni alle condizioni reali del mercato. Inoltre è opportuno che sia data facoltà al giudice di applicare anche sanzioni accessorie, come il ritiro dal mercato per un certo periodo del prodotto nel quale si è accertata la violazione o come la segnalazione dell'illecito sui mezzi di informazione proporzionale al mercato del trasgressore.

16 aprile 2003

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16 aprile 2003
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