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1. UNIONE EUROPEA - Ventisette stati alla Conferenza
euromediterranea.
Si è
conclusa ieri a Marsiglia la IV Conferenza ministeriale euromediterranea, alla
quale hanno partecipato tutti i 27 Paesi del Processo di Barcellona con
l'eccezione di Siria e Libano. Presente anche il Ministro degli Esteri libico in
qualità di invitato speciale della Presidenza. La Conferenza ha fatto un primo
bilancio del Processo di Barcellona a cinque anni dalla sua istituzione ed ha
confermato la forte volontà di tutti i partners di rilanciare il Partenariato,
di cui sono stati ribaditi gli obiettivi strategici sia politici che economici.
La situazione in Medio Oriente è stata esaminata in profondità ed in
un'atmosfera non conflittiva. I Ministri, in particolare, hanno riaffermato il
loro pieno appoggio alle iniziative in atto per rilanciare i negoziati fra
Israele e l'Autorità Palestinese, auspicando un coinvolgimento più attivo
dell'Unione Europea per rafforzare il dialogo e ristabilire un clima di fiducia
reciproca.
Non è stato comunque possibile, come peraltro previsto, adottare a Marsiglia la
Carta per la Pace e la stabilità nel Mediterraneo a causa dei recenti sviluppi
della situazione in Medio Oriente. I Ministri ne hanno riconfermato l'importanza
– anche nella prospettiva del dopo-processo di pace -
e, nel prendere nota dei progressi finora raggiunti, hanno dato mandato
agli Alti Funzionari di proseguire il negoziato con l'obiettivo di adottare la
Carta non appena le condizioni politiche lo permetteranno.
Nel settore della collaborazione economica è stato annunciato con soddisfazione
un sensibile incremento dei mezzi finanziari che l'Europa destinerà al
Mediterraneo nei prossimi anni. Complessivamente si tratta di circa 13 miliardi
di Euro, di cui 5,35 destinati al finanziamento dei programmi MEDA nel periodo
2000-2006 e di 7,4 miliardi che la BEI metterà a disposizione sotto forma di
crediti. Viene così confermata anche sul piano finanziario la priorità
strategica che l'Europa attribuisce allo sviluppo della regione mediterranea.
2. ITALIA - In Etiopia 40 caschi blu italiani.
Giunti nei giorni scorsi ad Asmara i primi 40 caschi blu italiani che
parteciperanno alla missione di pace dell'ONU nella regione (UNMEE). Il
contingente italiano assommerà a ranghi completi a circa 200 uomini e sarà
inquadrato in una forza militare di 4.200 uomini provenienti da 40 Paesi diversi
incaricata di vigilare e sostenere il processo di pace tra Etiopia e Eritrea.
Ai caschi blu italiani spetteranno essenzialmente compiti nel campo del
trasporto e della sorveglianza aerea, della logistica, del supporto militare e
della polizia militare. Di particolare rilievo, nello specifico contesto di
questa crisi, anche quelli della demarcazione dei confini e dei rilievi
aerofotogrammetrici, che saranno competenza specifica di personale specializzato
italiano.
3. JUGOSLAVIA - Ripristinate le relazioni
diplomatiche con gli Stati Uniti.
Il Governo di Belgrado ha ieri deciso di ripristinare le relazioni
diplomatiche con Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania. Interrotte da
parte jugoslava il 25 marzo 1999, all'indomani dell'inizio delle operazioni
militari aeree della NATO contro la Jugoslavia a seguito della crisi kossovara,
la decisione di riallacciare le relazioni diplomatiche con i quattro paesi era
stata annunciata il giorno successivo alla vittoria dell'opposizione democratica
serba alle elezioni federali del settembre scorso e confermata in occasione
dell'insediamento, il 7 ottobre, del nuovo Presidente jugoslavo Vojislav
Kostunica.
Questa decisione, secondo quanto dichiarato dal Ministro degli Esteri Svilanovic,
sarà presto seguito dall'allacciamento delle relazioni diplomatiche anche con
le ex repubbliche jugoslave con le quali Belgrado ancora non ha rapporti
ufficiali (Slovenia e Bosnia).
Dopo circa un mese di presidenza Kostunica, la Jugoslavia sembra aver intrapreso
con decisione la via del reinserimento nella comunità internazionale, dopo
l'isolamento dell'era Milosevic: dall'Unione Europea (con la visita di Kostunica
al vertice di Biarritz una settimana dopo il suo insediamento) al Patto di
Stabilità (Belgrado vi è stata ammessa il 25 ottobre scorso) e all'OSCE
(ritorno in seno all'organizzazione il 10 novembre scorso), per passare poi al
rilancio delle relazioni bilaterali la strategia della nuova amministrazione al
potere a Belgrado sembra confermare la volontà di voler tornare a giocare un
ruolo cooperativo e non già di contrapposizione sullo scenario internazionale.
Fra i prossimi futuri sviluppi di questa nuova impostazione jugoslava dovrebbero
figurare l'adesione al Consiglio d'Europa (presumibilmente entro l'estate del
prossimo anno) ed alla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo nonché
la riammissione nel Fondo Monetario Internazionale e nella Banca Mondiale. In
una prospettiva più ampia, come peraltro già confermato da fonti ufficiali, la
presentazione della domanda di adesione all'Unione Europea.
17
novembre 2000 webmaster@euganeo.it |
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il
collegio senatoriale di Tino Bedin |