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1. UNIONE EUROPEA - Entra nel vivo la
Conferenza intergovernativa.
Ha oggi luogo a Bruxelles un'importante riunione del gruppo preparatorio
della Conferenza Intergovernativa sulla revisione dei Trattati. All'ordine del
giorno, l'estensione del voto a maggioranza qualificata, la cooperazione
rafforzata e l'art. 7. La riunione mira a concretizzare alcune incoraggianti
aperture registratesi al Consiglio Europeo di Biarritz. In particolare, per
quanto concerne la cooperazione rafforzata, la Presidenza francese dovrebbe
presentare un testo che, riprendendo l'impostazione di fondo del documento
congiunto italo - tedesco, tende a semplificare la procedura di autorizzazione
della cooperazione rafforzata ed a sancirne gli elementi essenziali: rispetto
delle regole e del quadro istituzionale unico, apertura, inclusività ed
integrazione. Viene espressamente citato tra i "principi generali" che
la cooperazione rafforzata deve "tendere a rafforzare il processo di
integrazione" e "restare aperta a tutti gli Stati membri".
Per quanto riguarda l'art. 7 del Trattato UE (violazione grave e persistente da
parte di uno Stato membro dei diritti fondamentali, dei principi di democrazia e
dello stato di diritto), si starebbe sempre più affermando la necessità di
completarlo con l'aggiunta di una clausola di allerta precoce per il caso di una minaccia di violazione. Tale
clausola dovrebbe prevedere il rispetto del principio del contraddittorio, in
maniera da consentire allo stato interessato di presentare le sue osservazioni
fin dal dibattito preliminare.
Infine, per quanto riguarda l'estensione del voto a maggioranza, la Presidenza
propone di concentrare il dibattito su cinque aree particolarmente sensibili, la
non discriminazione, la politica sociale, la fiscalità, la coesione economica e
sociale e l'ambiente, nel tentativo di raggiungere dei compromessi che
permettano una riduzione, sia pure parziale circoscritta, dell'area di decisione
all'unanimità.
2. BOSNIA - Il ritorno a Sarajevo di un presidente
jugoslavo.
Il Presidente jugoslavo Kostunica incontra la Presidenza collegiale
bosniaca all'aeroporto di Saraievo. Si tratta del primo Capo dello Stato
jugoslavo che rimette piede in città dallo scoppio della guerra nel 1992. Nei
suoi incontri Kostunica avrebbe parlato di una rapida normalizzazione dei
rapporti tra i due paesi, che ancora non mantengono relazioni diplomatiche tra
di loro. Il Capo dello Stato jugoslavo ha incontrato il Presidente in carica, il
serbo Radisic, l'esponente mussulmano della Presidenza bosniaca Genjac ed il
Ministro degli Esteri, il croato Prlic.
Kostunica aveva ieri iniziato la giornata recandosi in forma privata a Trebinje,
nella Repubblica Sprska, per assistere alle cerimonie di tumulazione delle
spoglie di un poeta serbo morto in esilio nel 1943 e la sua presenza nella
capitale bosniaca non era inizialmente in programma. L'annuncio aveva tuttavia
provocato le proteste delle Autorità bosniache, secondo le quali la presenza
del Presidente jugoslavo soltanto nella Repubblica Sprska significava una
conferma della linea politica finora sostenuta da Belgrado, tesa ad ignorare
l'esistenza di uno Stato bosniaco ed a fornire sostegno e simpatia soltanto
all'entità serba ed alle sue componenti più nazionaliste.
Il Presidente jugoslavo ha quindi deciso di recarsi anche nella capitale
bosniaca e nel corso dei suoi colloqui con la dirigenza dello Stato ha
sottolineato l'importanza della risoluzione 1244 dell'ONU e dell'accordo di pace
di Dayton, definendoli due documenti fondamentali per la politica estera del suo
paese. Riferendosi ai rapporti bilaterali tra Belgrado e Saraievo, Kostunica ha
affermato che la questione della normalizzazione dei rapporti tra i due paesi,
che ancora non intrattengono relazioni diplomatiche, dovrebbe essere risolta
molto presto, non appena la Jugoslavia avrà un governo federale democratico.
In riferimento a ciò, nel corso del suo viaggio di ritorno a Belgrado il
Presidente ha fatto tappa a Podgorica in Montenegro dove ha avuto colloqui con
la dirigenza del locale Partito socialista, al termine dei quali sarebbe emersa
la designazione del vice-presidente di quel partito, Zoran Zizic,
alla guida del nuovo governo federale jugoslavo.
23
ottobre 2000 webmaster@euganeo.it |
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il
collegio senatoriale di Tino Bedin |