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1. JUGOSLAVIA - Inizia una storia senza
Milosevic.
A Belgrado è iniziato il primo giorno del dopo Milosevic. Decine di
migliaia di persone hanno festeggiato durante la notte a Belgrado la vittoria
dell’opposizione sul regime di Slobodan Milosevic. I dimostranti sono stati
invitati a presidiare la capitale per evitare eventuali tentativi repressivi. Il
Parlamento è convocato per oggi in seduta costituente e si prevede che la
riunione si svolgerà in una sede diversa dall’edificio danneggiato durante
gli incidenti di ieri.
Il leader dell'Opposizione democratica serba (Dos) e presidente eletto della
Jugoslavia Vojislav Kostunica si è detto grato all'Italia per le dichiarazioni
di sostegno del Governo italiano, delle quali ha apprezzato “tenore e
contenuti”, auspicando il ripristino delle relazioni privilegiate con Roma sia
sul piano bilaterale che nel quadro dell'Unione europea. Lo ha detto lo stesso
Kostunica all'ambasciatore italiano a Belgrado Giovanni Caracciolo, durante un
incontro con alcuni capi missione dei Pesi membri dell’Unione Europea.
Intanto il Ministro degli Esteri russo Igor Ivanov è partito questa mattina per
Belgrado su richiesta del Presidente Vladimir Putin.
L’Unione Europea si predispone già dai prossimi giorni a eliminare le
sanzioni, come annunciato dall’Alto Rappresentante per la PESC Javier Solana.
2. REGNO UNITO - Blair indica le condizioni e le
conseguenze della "Grande Europa"
Oggi a Varsavia atteso discorso del Premier britannico Blair
incentrato sui temi dell’allargamento. Blair ha incontrato ieri a Londra il
Presidente del Consiglio Giuliano Amato, per discutere della preparazione dei
Consigli Europei di Biarritz e di Nizza e del processo di allargamento. Alla
Borsa di Varsavia e davanti ai colleghi Primi Ministri di Polonia, Repubblica
Ceca e Slovacchia e al Ministro degli Esteri ungherese, Tony Blair enuncierà
probabilmente i capisaldi della posizione britannica in materia: elezioni del
Parlamento europeo del 2004 estese ai nuovi membri dell’Europa Orientale;
maggior ruolo per il Consiglio Europeo; istituire una seconda Camera del
Parlamento europeo composta da parlamentari nazionali, che vigili sulla
ripartizione delle competenze.
Un discorso importante per l’accento sull'allargamento “necessità morale ed
opportunità politica” e con qualche apertura incoraggiante sulle riforme
istituzionali, come ad esempio un probabile accenno all’utilizzo della
cooperazione rafforzata “settoriale” nel secondo e nel terzo pilastro, ma
caratterizzato da un’impostazione intergovernativa e poco aperto alla difesa del metodo comunitario.
Nell’arco delle varie posizioni sul futuro dell’Europa finora espresse, la
Germania e l’Italia si pongono sul vertice integrazionista; poco distante il
Benelux; in una posizione sempre di avanguardia, ma con un "gollismo"
di fondo, la Francia; perplessa di fronte ad ulteriori condivisioni di sovranità
la Spagna; in favore di un'ottica di stampo intergovernativo il Regno Unito;
fino alle posizioni minimaliste di Danimarca e Svezia che, poco interessati al
rafforzamento istituzionale, sembrano in favore di un’Unione
"allargata" e "diluita".
3. RUSSIA – In molte regioni non ancora garantiti
i diritti umani.
Molte regioni russe sono ancora lontane dai livelli europei nella
protezione dei diritti umani. È quanto emerge da un rapporto della sezione
russa del “Gruppo di Helsinki” (OSCE), presentato ieri a Mosca. Il rapporto
analizza il rispetto degli standard sui diritti umani da parte delle autorità
locali. La situazione peggiore è stata rilevata nelle regioni a maggioranza
etnica mongola della Calmucchia e del Bashkorkostan, dove i leader regionali
Kirsan Iliumzhinov e Murtazà Rakhimov sono accusati di violare i diritti
garantiti dalla Costituzione post-comunista, mentre dati più rassicuranti
provengono dalla Russia europea, e in particolare dalle regioni di Samara (sul
Volga) e di Novgorod.
In generale, tuttavia, “gli standard internazionali sui diritti umani non sono
rispettati”, ha ammonito Alekseieva, Presidente del “Gruppo di Helsinki” a
Mosca, sottolineando come “il problema più grave sia quello di un sistema
giudiziario ancora troppo simile a quello sovietico”.
Il rapporto, redatto sulla base di dati raccolti in 60 regioni, sarà
distribuito al Parlamento russo, ai dirigenti regionali, ai media ed a vari
organismi internazionali.
6
ottobre 2000 webmaster@euganeo.it |
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il
collegio senatoriale di Tino Bedin |