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1. PARLAMENTO EUROPEO - Gli eurodeputati
italiani e la Conferenza intergovernativa.
Il Ministro Dini incontra oggi una folta delegazione di parlamentari
italiani al Parlamento europeo. In esame i temi della Conferenza
Intergovernativa. La
posizione del Parlamento Europeo in materia è contenuta nella Risoluzione
Dimitrakopoulos-Leinen approvata il 13 aprile 2000 con 238 voti favorevoli, 147
contrari e 73 astensioni.
In essa il Parlamento europeo si dice favorevole ad un mandato e esito
ambiziosi, ribadendo che l'allargamento dovrà essere preceduto da una revisione
dei meccanismi istituzionali dell’Unione, al fine di rafforzarne le
istituzioni rendendole più efficaci, trasparenti, legittime e democratiche.
Sulla composizione della Commissione, l'Assemblea di Strasburgo propone
l'alternativa tra una Commissione con un numero fisso di Commissari nominati a
rotazione su base di perfetta parità tra di Stati membri e la possibilità che
ogni Stato membro nomini un proprio Commissario, con l'istituzione di una
"gerarchia interna".
Riguardo al voto in Consiglio, il Parlamento Europeo conferma la sua posizione a
favore del sistema di doppia maggioranza (ogni decisione deve riflettere
contemporaneamente la maggioranza semplice degli Stati e la maggioranza della
popolazione dell’Unione).
Il Parlamento chiede poi che la maggioranza qualificata divenga la regola
generale, associata alla co-decisione per le questioni a carattere legislativo.
Il voto all’unanimità dovrebbe essere limitato alle materie costituzionali
che, in base al trattato, necessitano dell'approvazione dei parlamenti
nazionali.
L'Assemblea di Strasburgo ritiene inoltre che la cooperazione rafforzata
costituisca “una forza d’attrazione” per far progredire l’Unione. Quanto
alle materie, essa dovrebbe riguardare anche la politica estera e di sicurezza
comune e la cooperazione giudiziaria in materia penale e di polizia.
Nel breve periodo, il Parlamento Europeo è consapevole che a Nizza non sarà
possibile andare oltre la definizione dei tre left overs di Amsterdam e l’alleggerimento delle condizioni di
accesso alle cooperazioni rafforzate. Ma a Nizza occorrerà anche definire
obiettivi di grande portata come la riorganizzazione e costituzionalizzazione
dei Trattati, con l’inserimento al loro interno della Carta dei Diritti
Fondamentali ed il governo dell’economia.
2.CONSIGLIO D'EUROPA
- Restano le preoccupazioni per i
diritti umani in Cecenia.
La quarta sessione del corrente anno dell’Assemblea
Parlamentare del Consiglio d’Europa si è caratterizzata per la presenza e
l’intervento in aula del Presidente della Repubblica Ciampi, e la
presentazione, da parte del Sottosegretario Ranieri, nella sua qualità di
Rappresentante della presidenza italiana, del rapporto statutario sulle attività
del Comitato dei Ministri. Erano anche presenti il Cancelliere tedesco Schröder,
il Presidente croato Mesic, il Ministro spagnolo dell’Ambiente Matas, il
Presidente dell’Assemblea Parlamentare dell’OSCE Severin e il Segretario
Generale dell’OCSE Johnston.
Tema ampiamente discusso è stato quello della Cecenia, con l’approvazione, da
parte dell’organo parlamentare, di una Risoluzione e di una Raccomandazione al
Comitato i cui testi riflettono, pur nel riconoscimento di alcuni progressi
registratisi, la perdurante preoccupazione per le violazioni dei diritti umani
nella regione.
L'Assemblea ha pure deciso di metter fine al monitoraggio nei confronti della
Croazia, iniziatosi nel 1996 al momento dell’ingresso di tale Paese
nell’Organizzazione, in considerazione dei “progressi significativi”
realizzati in materia di riforme democratiche. Il Rapporto dei Relatori ha in
particolare sottolineato che le autorità croate hanno accelerato la procedura
di adeguamento agli accordi di Dayton e rispettato la maggior parte delle
scadenze fissate dall’Assemblea. E’ stata poi messa positivamente in rilievo
l’adozione di una legge che autorizza l’insegnamento anche nelle lingue
delle minoranze e la presentazione di un progetto di legge mirante a realizzare
l’indipendenza della radio e televisione croata da ingerenze politiche.
L’Assemblea ha inoltre adottato una Risoluzione che critica la lentezza di
alcuni Stati nel conformarsi al dettato delle sentenze emesse dalla Corte
europea dei diritti umani, ricordando gli obblighi derivanti dall’appartenenza
all’Organizzazione e l’impegno al loro rispetto assunto al momento
dell’adesione. Non mancano però alcune osservazioni critiche anche
all’indirizzo del Comitato dei Ministri, che non eserciterebbe una sufficiente
pressione nei confronti degli Stati inadempienti, e della Corte, per sentenze
che, a causa della scarsa chiarezza e coerenza, sono difficilmente eseguibili.
3. ALBANIA - Il
voto per i comuni.
Si sono tenute ieri in
tutta l'Albania le elezioni amministrative, considerate un test importante nel
percorso democratico del Paese. Le procedure di voto hanno riguardato oltre due
milioni e 700 mila albanesi, distribuiti in 4750 seggi, che dovranno designare
gli amministratori in 385 comuni. Le elezioni sono avvenute con sistema
maggioritario a doppio turno. Sul campo sono presenti 200 osservatori
internazionali e 6000 locali. Ancora incerto il risultato elettorale, che sarà
reso noto domani.
4. SVEZIA
- Si prepara alla presidenza dell'Unione Europea.
Il Ministro Dini incontra oggi la collega svedese Anna Lindh, per
colloqui incentrati sulle relazioni bilaterali e sulla prossima presidenza
svedese dell'Unione Europea. Benché abbia seguito per oltre un secolo e mezzo
una politica di rigorosa neutralità, la Svezia è un Paese profondamente
legato, politicamente, economicamente e culturalmente, agli altri Paesi
dell'Occidente europeo.
Le relazioni bilaterali sono caratterizzate da intensi scambi in campo
economico, in particolare per quanto riguarda gli investimenti diretti della
Svezia in Italia, e da contatti politici (l'ultimo di rilievo è stato il
viaggio del Presidente D’Alema a Stoccolma, nel gennaio 2000, in occasione
della grande conferenza internazionale sulla memoria, l’educazione e la
ricerca sull’Olocausto) che da ambo le parti si vorrebbero intensificare.
Il colloquio sarà anche un'occasione per presentare le posizioni della Svezia
in materia comunitaria, alla vigilia dell'assunzione, da parte di Stoccolma,
della Presidenza dell'Unione.
Le posizioni negoziali espresse dalla Svezia nell’ambito della Conferenza
Intergovernativa sono profondamente influenzate dagli orientamenti
dell'elettorato: i sondaggi indicano in maniera stabile che soltanto un 40%
della popolazione è favorevole alla costruzione europea, un 40% piuttosto
contrario ed un 20% indeciso. In un
tale contesto, Stoccolma mantiene forti riserve riguardo alle proposte più
avanzate in materia di riforme istituzionali.
Sull’allargamento, la Svezia ha una posizione di massima apertura, in linea
con la posizione italiana e britannica. Ma, a differenza dell’Italia ed ancor
più del Regno Unito, Stoccolma considera che le riforme istituzionali ed il
successo del Consiglio Europeo di Nizza non siano una pre - condizione
dell’ampliamento.
Relativamente alla partecipazione all’Unione Economica e Monetaria, la
posizione della Svezia rimane legata alla prospettiva di una consultazione
referendaria che si terrà verosimilmente dopo le elezioni politiche del
settembre 2002.
2
ottobre 2000 webmaster@euganeo.it |
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il
collegio senatoriale di Tino Bedin |