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Giorni dell'Europa

Venerdì 29 settembre 2000

1. UNIONE EUROPEA - I ministri sulla lotta al riciclaggio.
Si svolge oggi a Bruxelles il Consiglio Ecofin preceduto dall'Eurogruppo, che riunisce i Paesi dell’area dell’Euro. La lotta al riciclaggio dei capitali ed il piano d'azione relativo alle statistiche per l'Unione Europea sono i principali temi in agenda, ma si prevede una discussione a seguito dei risultati del referendum danese.
In particolare, con riferimento al primo punto, la Presidenza cercherà di trovare l'accordo politico dei ministri sulla proposta di direttiva antiriciclaggio.
Si raccoglieranno le opinioni delle diverse delegazioni su un documento presentato dalla Presidenza in vista del Consiglio congiunto ECOFIN/Giustizia e Affari Interni, previsto per il 17 ottobre prossimo, che sarà interamente dedicato alla delinquenza finanziaria.
Nel corso della colazione di lavoro, si discuterà dell'impatto finanziario della riforma della Commissione e sarà analizzato il rapporto della BEI sui progetti di investimento in Montenegro.

2. DANIMARCA - Biente euro: si tengono la corona.
Con oltre il 53% dei voti, l'elettorato danese respinge l'ipotesi di adesione alla zona dell'Euro. Si tratta del secondo importante referendum in Danimarca su temi europei, dopo quello su Maastricht del 1992, dove prevale il voto negativo.
Accanto a motivazioni a carattere interno, in particolare connesse alla salvaguardia del Welfare State danese ed a timori di possibili cambiamenti in caso di adesione all'Euro, le analisi del voto sottolineano le motivazioni politiche.
Da un punto di vista economico, infatti, la corona danese è strettamente legata all'Euro, come lo era prima al marco tedesco. La sovranità nella conduzione della politica monetaria è stata già da tempo devoluta dalle Autorità monetarie danesi quando si è deciso di mantenere i tassi di interesse in linea con la zona Euro (con uno spread in più di circa un punto che la Danimarca è costretta a pagare come premio agli investitori proprio a fronte della mancata partecipazione alla moneta unica).
Una vittoria del sì avrebbe invece significato un'inversione di tendenza dei cinque milioni di danesi rispetto alla posizione molto prudente finora tenuta, perlomeno a partire da Maastricht se non prima, nei confronti degli sviluppi dell'integrazione europea. Questa posizione si è ovviamente tradotta negli anni nelle posizioni che, soprattutto in sede di negoziati, hanno di volta in volta assunto le delegazioni danesi, spesso allineate su rigide chiusure. La vittoria del no assume chiaramente il significato opposto e lascia presagire che la posizione danese alla Conferenza Intergovernativa non cambierà.
In qualche modo, però, il risultato del referundum semplifica il quadro di fondo. Una adesso prevedibile analoga posizione della Svezia (che dovrebbe tenere un uguale referendum sul tema nel settembre del 2002) e le sempre forti resistenze - malgrado le reiterate dichiarazioni del Primo Ministro Blair a favore dell'integrazione monetaria -  del Regno Unito, sembrano vla speranza di un progressivo, rapido ampliamento dell'eurogruppo fino a ricomprendere tutti e 15 gli Stati membri, sottolinea la necessità di ricorrere all'integrazione rafforzata tra Stati membri disposti ad andare avanti per primi; all'interno dei Trattatti, come auspichiamo; oppure, qualora a Nizza non si riesca a semplificare le condizioni di avvio all'integrazione rafforzata per il veto di alcuni Paesi, anche al di fuori. Altrimenti, la "moneta senza Stato" rischierebbe di trovarsi sempre più sola e debole.

3
. ITALIA - Piano di collaborazione economica con la Nigeria.
Il Sottosegretario Serri e il Ministro dell’Industria nigeriano, Steven Akiga, hanno firmato a Roma un accordo per la promozione e la protezione degli investimenti tra i due Paesi. L’accordo prevede facilitazioni reciproche per le attività di prospezione e per lo stabilimento degli investitori, la concessione della “clausola della nazione più favorita”, garanzie per il trasferimento dei capitali e degli utili sul piano fiscale e su quello della risoluzione degli eventuali contenziosi. La firma dell'accordo segue di poche settimane la visita ufficiale in Italia del Presidente Obasanjo, avvenuta il 12 settembre scorso, nel corso della quale era stata confermata la volontà dei due Paesi di rafforzare i rapporti in tutti i campi, già rilevanti in campo economico, soprattutto nel settore energetico.
Il nuovo accordo costituirà un incentivo agli investimenti italiani nel Paese africano, anche di quelli già in essere, in una fase in cui il Governo del Presidente Obasanjo è impegnato in un’azione di risanamento economico, di consolidamento delle istituzioni democratiche e di stimolo della trasparenza della vita economica.

Giorni dell'Europa


29 settembre  2000
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