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1. UNIONE EUROPEA - I ministri sulla lotta al riciclaggio.
Si svolge
oggi a Bruxelles il Consiglio Ecofin preceduto dall'Eurogruppo, che riunisce i
Paesi dell’area dell’Euro. La lotta al riciclaggio dei capitali ed il piano
d'azione relativo alle statistiche per l'Unione Europea sono i principali temi
in agenda, ma si prevede una discussione a seguito dei risultati del referendum
danese.
In particolare, con riferimento al primo punto, la Presidenza cercherà di
trovare l'accordo politico dei ministri sulla proposta di direttiva
antiriciclaggio.
Si raccoglieranno le opinioni delle diverse delegazioni su un documento
presentato dalla Presidenza in vista del Consiglio congiunto ECOFIN/Giustizia e
Affari Interni, previsto per il 17 ottobre prossimo, che sarà interamente
dedicato alla delinquenza finanziaria.
Nel corso della colazione di lavoro, si discuterà dell'impatto finanziario
della riforma della Commissione e sarà analizzato il rapporto della BEI sui
progetti di investimento in Montenegro.
2. DANIMARCA - Biente euro: si tengono la corona.
Con oltre il 53% dei voti, l'elettorato danese respinge l'ipotesi di
adesione alla zona dell'Euro. Si tratta del secondo importante referendum in
Danimarca su temi europei, dopo quello su Maastricht del 1992, dove prevale il
voto negativo.
Accanto a motivazioni a carattere interno,
in particolare connesse alla salvaguardia del Welfare State danese ed a timori di possibili cambiamenti in caso di
adesione all'Euro, le analisi del voto sottolineano le motivazioni politiche.
Da un punto di vista economico, infatti, la corona danese è strettamente legata
all'Euro, come lo era prima al marco tedesco. La sovranità nella conduzione
della politica monetaria è stata già da tempo devoluta dalle Autorità
monetarie danesi quando si è deciso di mantenere i tassi di interesse in linea
con la zona Euro (con uno spread in più
di circa un punto che la Danimarca è costretta a pagare come premio agli
investitori proprio a fronte della mancata partecipazione alla moneta unica).
Una vittoria del sì avrebbe invece significato un'inversione di tendenza dei
cinque milioni di danesi rispetto alla posizione molto prudente finora tenuta,
perlomeno a partire da Maastricht se non prima, nei confronti degli sviluppi
dell'integrazione europea. Questa posizione si è ovviamente tradotta negli anni
nelle posizioni che, soprattutto in sede di negoziati, hanno di volta in volta
assunto le delegazioni danesi, spesso allineate su rigide chiusure. La vittoria
del no assume chiaramente il significato opposto e lascia presagire che la
posizione danese alla Conferenza Intergovernativa non cambierà.
In qualche modo, però, il risultato del referundum semplifica il quadro di
fondo. Una adesso prevedibile analoga posizione della Svezia (che dovrebbe
tenere un uguale referendum sul tema nel settembre del 2002) e le sempre forti
resistenze - malgrado le reiterate dichiarazioni del Primo Ministro Blair a
favore dell'integrazione monetaria - del
Regno Unito, sembrano vla speranza di un progressivo, rapido ampliamento dell'eurogruppo
fino a ricomprendere tutti e 15 gli Stati membri, sottolinea la necessità di
ricorrere all'integrazione rafforzata tra Stati membri disposti ad andare avanti
per primi; all'interno dei Trattatti, come auspichiamo; oppure, qualora a Nizza
non si riesca a semplificare le condizioni di avvio all'integrazione rafforzata
per il veto di alcuni Paesi, anche al di fuori. Altrimenti, la "moneta
senza Stato" rischierebbe di trovarsi sempre più sola e debole.
3.
ITALIA - Piano di collaborazione economica con la Nigeria.
Il Sottosegretario Serri e il Ministro dell’Industria nigeriano,
Steven Akiga, hanno firmato a Roma un accordo per la promozione e la protezione
degli investimenti tra i due Paesi. L’accordo prevede facilitazioni reciproche
per le attività di prospezione e per lo stabilimento degli investitori, la
concessione della “clausola della nazione più favorita”, garanzie per il
trasferimento dei capitali e degli utili sul piano fiscale e su quello della
risoluzione degli eventuali contenziosi. La firma dell'accordo segue di poche
settimane la visita ufficiale in Italia del Presidente Obasanjo, avvenuta il 12
settembre scorso, nel corso della quale era stata confermata la volontà dei due
Paesi di rafforzare i rapporti in tutti i campi, già rilevanti in campo
economico, soprattutto nel settore energetico.
Il nuovo accordo costituirà un incentivo agli investimenti italiani nel Paese
africano, anche di quelli già in essere, in una fase in cui il Governo del
Presidente Obasanjo è impegnato in un’azione di risanamento economico, di
consolidamento delle istituzioni democratiche e di stimolo della trasparenza
della vita economica.
29
settembre 2000 webmaster@euganeo.it |
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il
collegio senatoriale di Tino Bedin |