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Giorni dell'Europa

Giovedì 13 luglio 2000

1. GERMANIA - Diffusa attenzione per la visita dell'iraniano Khatami.
Si è conclusa ieri la visita del Presidente Khatami in Germania che ha rappresentato l'opportunità per compiere un passo in avanti nei rapporti bilaterali e contemporaneamente per rimarcare da parte tedesca ciò che il mondo occidentale si attende dall'Iran, soprattutto in termini di democrazia e rispetto dei diritti umani.
La visita si è svolta in una cornice di attenta partecipazione da parte dell'opinione pubblica tedesca che ha seguito Khatami anche nelle tappe in città di minori per sottolineare il proprio disappunto per l'andamento dei diritti umani in Iran. A tali critiche, nel corso della conferenza stampa conclusiva, il Presidente Khatami ha sottolineato come il percorso in senso democratico intrapreso dall'Iran non possa essere portato a termine "in una notte", ribadendo la propria volontà di proseguire nel processo riformista e democratico in atto nel paese.
Aldilà delle contestazioni ampiamente previste e che hanno portato all'arresto di decine di persone, la visita ha segnato una svolta in positivo nei rapporti tra Iran e Germania, dove un capo di stato iraniano non vi si recava dai tempi della visita dello Scià nel 1967.
I successi maggiori sono stati registrati in ambito economico: il Cancelliere Schroeder ha in particolare annunciato un sensibile aumento (da 200 milioni a un miliardo di marchi) delle garanzia pubbliche sugli investimenti tedeschi in Iran.

2. ITALIA - Il rapporto sulle nostre imprese all'estero.
Verrà presentato oggi a Roma il rapporto ICE sulle attività delle imprese italiane all'estero. Dallo studio dell'Istituto per il Commercio con l'estero si confermano vecchie certezze e si deducono nuove possibili tendenze.
In particolare, il dato forse più interessante è la inversione di tendenza iniziata nel 1999 e che avrà bisogno di altre e più chiare conferme in futuro, relativa agli investimenti esteri operati dalle imprese italiane: tali iniziative sono passate da 860 nel 1997 a circa 1000 nel 1999. Questo dato assume una valenza maggiore se si considera che il volume degli investimenti esteri, al netto di quelli in due settori tipicamente riservati ai grandi gruppi industriali come telecomunicazioni e finanza e che hanno riguardato nel periodo in esame processi di privatizzazione in molti paesi extraeuropei, ha raggiunto lo scorso anno 650 mila miliardi di lire. Allo stesso modo è cresciuta del 20 % la quota delle imprese manifatturiere che detengono partecipazioni equity in aziende estere. Se la tendenza deve essere salutata con soddisfazione, dal rapporto emerge che in termini assoluti il sistema produttivo italiano continua a dimostrarsi incapace di reggere il confronto in questo delicato settore con le economie di altri paesi industrialmente maturi. L'area che maggiormente ha beneficiato di tale inversione di tendenza è l'America settentrionale, mentre la crisi asiatica degli scorsi anni ha frenato la corsa verso il sud est asiatico. Il dato sulle aree geografiche conferma come il commercio internazionale si va delineando sempre più come commercio intersettoriale, confermando la tesi che la ricerca di mano d'opera a basso costo rimane un fattore non cruciale al momento di effettuare un investimento produttivo fuori dai confini nazionali.
Tradizionalmente positivi, aldilà della fase congiunturale del 1999, sono i dati relativi all'export, che sembra aver trovato nuovo vigore a partire dal primo trimestre del 2000. Due sono i dati che emergono dal rapporto. Da un lato, la crescita della quota dal 39 al 48% delle aziende esportatrici che hanno venduto all'estero continuativamente per  tutto il quinquennio precedente, dimostrando quindi di sapere consolidare la propria posizione nei mercati di sbocco e, dall'altro, l'elevato tasso di aziende monomercato, pari al 44%, che esportando in un solo Paese sono maggiormente legate agli andamenti ciclici del mercato di sbocco.

3. JUGOSLAVIA - Modifiche costituzionali per rafforzare Milosevic.
Con la decisione adottata lo scorso 6 luglio di apportare modifiche alla Costituzione che prevedono in primo luogo la elezione diretta a suffragio universale del Capo dello Stato con un mandato di otto anni anziché quattro e la elezione diretta dei quaranta membri del Parlamento federale (fino alla scorsa settimana designati dai rispettivi parlamenti nazionali), si rafforza la posizione del Presidente Milosevic.
Alla luce dell'innovazione a sorpresa della scorsa settimana, a Belgrado muta lo scenario politico in quanto il leader serbo è riuscito nel tentativo di ricollocarsi al centro della scena politica jugoslava, in ciò facilitato dalla chiara incapacità dell'opposizione di coalizzarsi. In un simile scenario, la conseguenza pratica della modifica costituzionale potrebbe essere la possibilità che Milosevic convochi contemporaneamente, nel prossimo mese di ottobre, le elezioni presidenziali e quelle amministrative. Tale ipotesi a Belgrado non viene considerata come peregrina.
Intanto ieri nella capitale serba 14 giudici sono stati destituiti dall'incarico in quanto avevano espresso il proprio dissenso per la rimozione del giudice Miroslav Todorovic, accusato di far parte del gruppo Optor, un movimento della opposizione studentesca al regime di Milosevic e qualificato dalla presidenza come "fascista". Altri due giudici sono stati sospesi nel paese natale di Milosevic.

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13 luglio 2000
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