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Giorni dell'Europa

Giovedì 6 luglio 2000

1. UNIONE EUROPEA - Il presidente Chirac sugli obiettivi della Francia.
In due differenti discorsi, il primo la settimana scorsa davanti al Bundestag di Berlino, ed il secondo martedì a Strasburgo, al cospetto della plenaria del Parlamento Europeo, il Presidente Chirac ha presentato gli obiettivi del turno di Presidenza semestrale dell'Unione Europea da parte della Francia.
Luci ed ombre nel discorso di Jacques Chirac davanti al Bundestag il 27 giugno. Una impostazione limpida, cartesiana, ben diversa dalla costruzione complessa dell’intervento del Ministro Fischer all’Università di Berlino nelle settimane scorse, con una chiara indicazione, da leggere soprattutto in chiave interna francese, della supremazia del Presidente della Repubblica in politica estera sul Presidente del Consiglio e sul Ministro degli Esteri.
Un discorso che riprende molte delle tradizionali posizioni italiane e che, nel prefigurare una costituzione europea, sorprende favorevolmente. Ma anche un discorso particolarmente centrato sull’intesa franco – tedesca come motore dell’integrazione europea, con una serie di concessioni che lasciano perplessi, soprattutto in particolare l’appoggio esplicito alla richiesta tedesca di un seggio permanente al C.d.S., che sembra svuotare di contenuto la supposta determinazione a rafforzare l’Europa sulla scena internazionale e stride con l’attuale tentativo dell’Unione di conferire all’Alto Rappresentante Solana visibilità e credibilità in ambito Nazioni Unite.
Per il Capo dello Stato francese la Conferenza Intergovernativa dovrà concentrarsi sui tre dossiers rimasti in sospeso ad Amsterdam (composizione della Commissione, estensione del voto a maggioranza, riponderazione del voto) e sulle cooperazioni rafforzate, tenendo ben presente che il successo della CIG è un presupposto indispensabile di ogni sviluppo ulteriore. Un accordo minimalista, al ribasso, non sarebbe accettabile, perché condurrebbe l’Unione alla paralisi.
In particolare, l’alleggerimento delle condizioni per instaurare una cooperazione rafforzata dovrebbe permettere nella visione francese ad un gruppo di Stati membri che vogliano andare avanti prima di altri di costituire un’avanguardia aperta, funzionale al processo di integrazione, con un chiaro riferimento alla Francia e alla Germania, che a differenza di quanto sostenuto dal Ministro Fischer, non dovrebbe dotarsi di istituzioni proprie ma avvalersi semplicemente di un meccanismo di “coordination souple".
La Conferenza intergovernativa, che si chiuderà poco prima del Consiglio Europeo di Nizza del prossimo dicembre, nella costruzione del Presidente Chirac è comunque soltanto una parte di un programma per tappe. Terminata la Conferenza, occorrerà porsi in una prospettiva più ampia, che consenta all’Unione di rispondere alle sfide poste dalla moneta unica e dall’abolizione delle frontiere e di acquisire peso e prestigio sulla scena internazionale, mediante un processo volto all’adozione di una costituzione europea attraverso diverse fasi che vanno dalla riorganizzazione dei Trattati, al fine di renderli più leggibili, coerenti e comprensibili da parte dei cittadini ad una più chiara ripartizione delle competenze tra i diversi livelli dell’Unione, da una possibile definizione delle frontiere ultime dell’Europa alla precisazione della natura e delle implicazioni della Carta dei Diritti Fondamentali.
L'elemento probabilmente meno condivisibile di tale impostazione è che nel suo discorso Chirac ridimensiona il Consiglio Europeo di Nizza, che diviene una delle tappe del percorso. Ciò complica l’azione dei Paesi, come l’Italia, in favore di un risultato realistico ma ambizioso, che non si limiti ai tre punti di Amsterdam ed alle cooperazioni rafforzate, ma comprenda anche la Carta dei Diritti, la riorganizzazione dei Trattati, le modifiche istituzionali in materia di difesa.
Diversi di questi punti sono stati poi ripresi dal Presidente francese nel suo discorso a Strasburgo. In particolare, gli obiettivi del semestre francese indicati da Chirac sarebbero:
· la preparazione dell'Unione al suo allargamento mediante la riforma istituzionale, pena la paralisi, le cooperazioni rafforzate e sforzi decisivi per far progredire i negoziati di adesione. Tutto ciò per giungere a dicembre ad un accordo definito dallo stesso Chirac "all'altezza delle poste in gioco";
· la massima enfasi sulla crescita, l'occupazione e la crescita sociale nel solco tracciato dal Consiglio di Lisbona di marzo e volto alla realizzazione del "pieno impiego". Il Presidente francese ha indicato come priorità in questo settore l'adozione di una Agenda Sociale Europea, il rafforzamento del coordinamento e della coerenza delle politiche economiche, la realizzazione delle misure che, sulla scia delle decisioni del Consiglio Europeo di Feira di giugno, portino l'Europa all'avanguardia della società dell'informazione;
· l'avvicinamento dell'Unione ai cittadini ricordando in questo contesto la Carta dei Diritti Fondamentali, la mobilità e la conoscenza, la sanità pubblica e la protezione dei consumatori, l'agricoltura, l'ambiente, la giustizia e gli affari interni;
· l'affermazione del ruolo dell'Europa nel mondo con la politica estera e di sicurezza comune. Tra le priorità della politica estera del semestre indicate dal Presidente Chirac i Balcani, il Mediterraneo e l'Asia.

2. UNIONE EUROPEA - Funziona la codecisione fra Consiglio e Parlamento europei.
Al termine del semestre di Presidenza portoghese si registra un bilancio estremamente positivo in materia di codecisione, con circa quindici dossier conclusi da Lisbona tra quelli approvati in prima e seconda lettura e quelli che hanno formato oggetto di procedure di conciliazione.
L'entrata a pieno regime del regime della codecisione tra il Consiglio ed il Parlamento Europeo, introdotto da Maastricht e decisamente rafforzato da Amsterdam, appare ormai un elemento fondamentale del quadro istituzionale comunitario. Proprio per questa definitiva affermazione del regime della codecisione apre esigenze sul piano organizzativo che richiedono adeguate risposte ed ulteriori sforzi da parte degli Stati membri e delle istituzioni comunitarie.
In particolare si assiste ad un'accresciuta complessità delle attività di negoziazione tra gli Stati e le altre istituzioni, ad un'attività di sensibilizzazione bilaterale molto più intensa che nel passato e diretta verso gli altri attori istituzionali (parlamentari, funzionari della Commissione e del Parlamento), ad una necessità di un maggior raccordo soprattutto in termini di efficacia e di chiara percezione degli interessi nazionali con le varie amministrazioni competenti.

3. ALBANIA - Aggiornati gli impegni con l'Italia sull'emigrazione.
Conclusa ieri alla Farnesina la Commissione Mista italo-albanese. Con la firma dei documenti conclusivi da parte del Sottosegretario Ranieri e del suo omologo Xhufi si tratteggia un quadro delle relazioni tra i due paesi che rispecchia gli avvenuti progressi compiuti da Tirana sul piano economico ed istituzionale e crea le premesse per il loro consolidamento nel medio-lungo periodo.
In campo economico sono state esaminate le condizioni per un rafforzamento della presenza dell'industria italiana in Albania e per un'utilizzazione dei fondi comunitari da parte albanese che risponda a criteri di maggiore efficacia e coordinamento, mentre in campo culturale si è deciso di dare ulteriori sviluppi alla cooperazione in atto mediante un intensificarsi dei rapporti tra gli istituti di istruzione superiore.
Per quanto concerne la cooperazione regionale l'Italia intende sostenere le aspettative albanesi nel Patto di Stabilità e si è deciso un netto rafforzamento della cooperazione già esistente nel quadro dell'INCE. In campo migratorio, infine, si è deciso di sviluppare gli sforzi congiunti italo-albanesi per la lotta alla criminalità organizzata e all'immigrazione clandestina e di favorire un avviamento di flussi migratori legali dall'Albania basato su regole e accompagnato dalla realizzazione di adeguate attività di sostegno professionale.

4. ALBANIA - Il ministro Bianco visita la missione operativa italiana.
Visita a Tirana ieri del Ministro degli Interni Bianco. Colloqui con il Presidente della Repubblica Meidani, il Primo Ministro Meta ed il titolare del dicastero dell'ordine pubblico albanese Poci. Fra i temi trattati la cooperazione tra i due paesi nella lotta all'immigrazione clandestina, ma anche i problemi connessi alla stabilizzazione economica e sociale dei Paesi della regione.
Nel corso della sua missione in Albania il Ministro Bianco ha altresì avuto una riunione con il capo della missione interforze e nel pomeriggio si è recato a Valona per visitare la sala operativa della missione italiana.

5. GERMANIA - Riconoscimento a Ciampi.
Il Presidente della Repubblica Ciampi oggi a Lipsia per la cerimonia di conferimento della laurea honoris causa. Previsto un incontro con il Presidente tedesco Rau.

6. ITALIA - Il giro europeo del primo ministro cinese.
Inizia oggi la visita del Primo Ministro cinese Zhu Rongji in Italia. La missione si colloca nel quadro dell’accresciuta attenzione di questo Paese e delle sue autorità verso l’Unione Europea ed alcuni dei suoi più importanti Paesi membri.
L’imminente visita di Zhu Rongji, che si recherà anche in Germania, Lussemburgo, Olanda e Belgio oltre che presso la Commissione europea, sottolinea l’aspettativa cinese per uno sviluppo degli scambi e della cooperazione con l’Europa in funzione di una auspicata minore dipendenza da Washington e Tokyo per investimenti, tecnologia e commercio, e nell’ottica della perseguita costruzione di un sistema multipolare che diluisca quella che qui viene vista come una posizione egemone statunitense negli equilibri mondiali.
La visita del Primo Ministro cinese, nell’anno che segna il trentesimo anniversario dello stabilimento delle relazioni diplomatiche con il nostro Paese, si inserisce altresì nel crescente sviluppo delle relazioni bilaterali che dal 1996 hanno visto intensificarsi i contatti a livello ministeriale nei due sensi oltre ai viaggi del Presidente del Consiglio (giugno 1997), del Presidente della Repubblica (marzo 1998) e alla già ricordata visita ufficiale in Italia del presidente Jiang Zemin (marzo 1999). Gli incontri che il Primo Ministro Zhu Rongji avrà a Roma, a Firenze e a Venezia presentano quindi un particolare significato nello sviluppo di un dialogo bilaterale caratterizzato dall’assenza di elementi di controversia (con la sola eccezione relativa ai diritti umani) e sempre più ricco di contenuti e di possibili convergenze.
Sul piano economico, la oramai imminente adesione della Cina all’OMC, dopo l’intesa raggiunta con l’Unione Europea ed il voto favorevole del Congresso americano per la concessione dello status permanente di partner commerciale, presenta nuove opportunità per un futuro incremento degli scambi bilaterali. Questi (in crescita, secondo fonti cinesi, di più del 30% nei primi quattro mesi del 2000) rimangono sottodimensionati rispetto alle potenzialità, marcati da un crescente disavanzo commerciale a nostro sfavore e da una limitata propensione delle nostre imprese – soprattutto quelle piccole e medie – a cogliere le potenzialità e ad investire nel vasto mercato cinese. L’accessione all’OMC rappresenta un’enorme opportunità, ma la sua attuazione dovrà essere seguita con attenzione, data l’articolazione e la pluralità dei livelli dell’amministrazione e della società civile cinese. Di rilievo appaiono anche le prospettive della collaborazione scientifica e tecnologica che si va estendendo a settori di particolare interesse e rilevanza sia nel campo della ricerca di base (studi e laboratori congiunti che vanno dalle viscere del Gran Sasso agli altipiani del Tibet sui problemi della materia e dell’astrofisica) che di quella applicata (nuove fonti di energia, quali l’idrogeno; l’ambiente; la preservazione e tutela dei patrimoni culturali).
La visita del Premier cinese, che sarà accompagnato dal Ministro degli Affari esteri Tang Jiaxuan, consentirà anche di arricchire il già intenso dialogo sulle tematiche internazionali, sia ove già si verificano utili convergenze (riforma dell’ONU e allargamento del CdS), che in quei contesti dove il recente maggior dinamismo cinese (Medio Oriente ed Africa) ed il ruolo chiave giocato da Pechino (penisola coreana) conferiscono una nuova rilevante dimensione alla concertazione con il governo cinese, in un quadro di crescente attenzione della Cina verso l’Europa nel cui ambito l’Italia viene considerato un interlocutore privilegiato.

Giorni dell'Europa


6 luglio  2000
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