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1. UNIONE EUROPEA - Il presidente Chirac sugli obiettivi della
Francia.
In due
differenti discorsi, il primo la settimana scorsa davanti al Bundestag di
Berlino, ed il secondo martedì a Strasburgo, al cospetto della plenaria del
Parlamento Europeo, il Presidente Chirac ha presentato gli obiettivi del turno
di Presidenza semestrale dell'Unione Europea da parte della Francia.
Luci ed ombre nel discorso di Jacques Chirac davanti al Bundestag il 27 giugno.
Una impostazione limpida, cartesiana, ben diversa dalla costruzione complessa
dell’intervento del Ministro Fischer all’Università di Berlino nelle
settimane scorse, con una chiara indicazione, da leggere soprattutto in chiave
interna francese, della supremazia del Presidente della Repubblica in politica
estera sul Presidente del Consiglio e sul Ministro degli Esteri.
Un discorso che riprende molte delle tradizionali posizioni italiane e che, nel
prefigurare una costituzione europea, sorprende favorevolmente. Ma anche un
discorso particolarmente centrato sull’intesa franco – tedesca come motore
dell’integrazione europea, con una serie di concessioni che lasciano
perplessi, soprattutto in particolare l’appoggio esplicito alla richiesta
tedesca di un seggio permanente al C.d.S., che sembra svuotare di contenuto la
supposta determinazione a rafforzare l’Europa sulla scena internazionale e
stride con l’attuale tentativo dell’Unione di conferire all’Alto
Rappresentante Solana visibilità e credibilità in ambito Nazioni Unite.
Per il Capo dello Stato francese la Conferenza Intergovernativa dovrà
concentrarsi sui tre dossiers rimasti in sospeso ad Amsterdam (composizione
della Commissione, estensione del voto a maggioranza, riponderazione del voto) e
sulle cooperazioni rafforzate, tenendo ben presente che il successo della CIG è
un presupposto indispensabile di ogni sviluppo ulteriore. Un accordo
minimalista, al ribasso, non sarebbe accettabile, perché condurrebbe l’Unione
alla paralisi.
In particolare, l’alleggerimento delle condizioni per instaurare una
cooperazione rafforzata dovrebbe permettere nella visione francese ad un gruppo
di Stati membri che vogliano andare avanti prima di altri di costituire
un’avanguardia aperta, funzionale al processo di integrazione, con un chiaro
riferimento alla Francia e alla Germania, che a differenza di quanto sostenuto
dal Ministro Fischer, non dovrebbe dotarsi di istituzioni proprie ma avvalersi
semplicemente di un meccanismo di “coordination
souple".
La Conferenza intergovernativa, che si chiuderà poco prima del Consiglio
Europeo di Nizza del prossimo dicembre, nella costruzione del Presidente Chirac
è comunque soltanto una parte di un programma per tappe. Terminata la
Conferenza, occorrerà porsi in una prospettiva più ampia, che consenta
all’Unione di rispondere alle sfide poste dalla moneta unica e
dall’abolizione delle frontiere e di acquisire peso e prestigio sulla scena
internazionale, mediante un processo volto all’adozione di una costituzione
europea attraverso diverse fasi che vanno dalla riorganizzazione dei Trattati,
al fine di renderli più leggibili, coerenti e comprensibili da parte dei
cittadini ad una più chiara ripartizione delle competenze tra i diversi livelli
dell’Unione, da una possibile definizione delle frontiere ultime dell’Europa
alla precisazione della natura e delle implicazioni della Carta dei Diritti
Fondamentali.
L'elemento probabilmente meno condivisibile di tale impostazione è che nel suo
discorso Chirac ridimensiona il Consiglio Europeo di Nizza, che diviene una
delle tappe del percorso. Ciò complica l’azione dei Paesi, come l’Italia,
in favore di un risultato realistico ma ambizioso, che non si limiti ai tre
punti di Amsterdam ed alle cooperazioni rafforzate, ma comprenda anche la Carta
dei Diritti, la riorganizzazione dei Trattati, le modifiche istituzionali in
materia di difesa.
Diversi di questi punti sono stati poi ripresi dal Presidente francese nel suo
discorso a Strasburgo. In particolare, gli obiettivi del semestre francese
indicati da Chirac sarebbero:
· la
preparazione dell'Unione al suo allargamento mediante la riforma
istituzionale, pena la paralisi, le cooperazioni rafforzate e sforzi decisivi
per far progredire i negoziati di adesione. Tutto ciò per giungere a dicembre
ad un accordo definito dallo stesso Chirac "all'altezza delle poste in
gioco";
· la
massima enfasi sulla crescita, l'occupazione e la crescita sociale nel solco
tracciato dal Consiglio di Lisbona di marzo e volto alla realizzazione del
"pieno impiego". Il Presidente francese ha indicato come priorità in
questo settore l'adozione di una Agenda Sociale Europea, il rafforzamento del
coordinamento e della coerenza delle politiche economiche, la realizzazione
delle misure che, sulla scia delle decisioni del Consiglio Europeo di Feira di
giugno, portino l'Europa all'avanguardia della società dell'informazione;
· l'avvicinamento
dell'Unione ai cittadini ricordando in questo contesto la Carta dei Diritti
Fondamentali, la mobilità e la conoscenza, la sanità pubblica e la protezione
dei consumatori, l'agricoltura, l'ambiente, la giustizia e gli affari interni;
· l'affermazione
del ruolo dell'Europa nel mondo con la politica estera e di sicurezza
comune. Tra le priorità della politica estera del semestre indicate dal
Presidente Chirac i Balcani, il Mediterraneo e l'Asia.
2. UNIONE EUROPEA - Funziona la codecisione fra
Consiglio e Parlamento europei.
Al termine del semestre di Presidenza portoghese si registra un
bilancio estremamente positivo in materia di codecisione, con circa quindici
dossier conclusi da Lisbona tra quelli approvati in prima e seconda lettura e
quelli che hanno formato oggetto di procedure di conciliazione.
L'entrata a pieno regime del regime della codecisione tra il Consiglio ed il
Parlamento Europeo, introdotto da Maastricht e decisamente rafforzato da
Amsterdam, appare ormai un elemento fondamentale del quadro istituzionale
comunitario. Proprio per questa definitiva affermazione del regime della
codecisione apre esigenze sul piano organizzativo che richiedono adeguate
risposte ed ulteriori sforzi da parte degli Stati membri e delle istituzioni
comunitarie.
In particolare si assiste ad un'accresciuta complessità delle attività di
negoziazione tra gli Stati e le altre istituzioni, ad un'attività di
sensibilizzazione bilaterale molto più intensa che nel passato e diretta verso
gli altri attori istituzionali (parlamentari, funzionari della Commissione e del
Parlamento), ad una necessità di un maggior raccordo soprattutto in termini di
efficacia e di chiara percezione degli interessi nazionali con le varie
amministrazioni competenti.
3. ALBANIA - Aggiornati gli impegni con l'Italia
sull'emigrazione.
Conclusa ieri alla Farnesina la Commissione Mista italo-albanese. Con
la firma dei documenti conclusivi da parte del Sottosegretario Ranieri e del suo
omologo Xhufi si tratteggia un quadro delle relazioni tra i due paesi che
rispecchia gli avvenuti progressi compiuti da Tirana sul piano economico ed
istituzionale e crea le premesse per il loro consolidamento nel medio-lungo
periodo.
In campo economico sono state esaminate le condizioni per un rafforzamento della
presenza dell'industria italiana in Albania e per un'utilizzazione dei fondi
comunitari da parte albanese che risponda a criteri di maggiore efficacia e
coordinamento, mentre in campo culturale si è deciso di dare ulteriori sviluppi
alla cooperazione in atto mediante un intensificarsi dei rapporti tra gli
istituti di istruzione superiore.
Per quanto concerne la cooperazione regionale l'Italia intende sostenere le
aspettative albanesi nel Patto di Stabilità e si è deciso un netto
rafforzamento della cooperazione già esistente nel quadro dell'INCE. In campo
migratorio, infine, si è deciso di sviluppare gli sforzi congiunti
italo-albanesi per la lotta alla criminalità organizzata e all'immigrazione
clandestina e di favorire un avviamento di flussi migratori legali dall'Albania
basato su regole e accompagnato dalla realizzazione di adeguate attività di
sostegno professionale.
4. ALBANIA - Il ministro Bianco visita la missione
operativa italiana.
Visita a Tirana ieri del Ministro degli Interni Bianco. Colloqui con
il Presidente della Repubblica Meidani, il Primo Ministro Meta ed il titolare
del dicastero dell'ordine pubblico albanese Poci. Fra i temi trattati la
cooperazione tra i due paesi nella lotta all'immigrazione clandestina, ma anche
i problemi connessi alla stabilizzazione economica e sociale dei Paesi della
regione.
Nel corso della sua missione in Albania il Ministro Bianco ha altresì avuto una
riunione con il capo della missione interforze e nel pomeriggio si è recato a
Valona per visitare la sala operativa della missione italiana.
5. GERMANIA - Riconoscimento a Ciampi.
Il Presidente della Repubblica Ciampi oggi a Lipsia per la cerimonia
di conferimento della laurea honoris causa.
Previsto un incontro con il Presidente tedesco Rau.
6. ITALIA - Il giro europeo del primo ministro
cinese.
Inizia oggi la visita del Primo Ministro cinese Zhu Rongji in Italia.
La missione si colloca nel quadro dell’accresciuta attenzione di questo Paese
e delle sue autorità verso l’Unione Europea ed alcuni dei suoi più
importanti Paesi membri.
L’imminente visita di Zhu Rongji, che si recherà anche in Germania,
Lussemburgo, Olanda e Belgio oltre che presso la Commissione europea, sottolinea
l’aspettativa cinese per uno sviluppo degli scambi e della cooperazione con
l’Europa in funzione di una auspicata minore dipendenza da Washington e Tokyo
per investimenti, tecnologia e commercio, e nell’ottica della perseguita
costruzione di un sistema multipolare che diluisca quella che qui viene vista
come una posizione egemone statunitense negli equilibri mondiali.
La visita del Primo Ministro cinese, nell’anno che segna il trentesimo
anniversario dello stabilimento delle relazioni diplomatiche con il nostro
Paese, si inserisce altresì nel crescente sviluppo delle relazioni bilaterali
che dal 1996 hanno visto intensificarsi i contatti a livello ministeriale nei
due sensi oltre ai viaggi del Presidente del Consiglio (giugno 1997), del
Presidente della Repubblica (marzo 1998) e alla già ricordata visita ufficiale
in Italia del presidente Jiang Zemin (marzo 1999). Gli incontri che il Primo
Ministro Zhu Rongji avrà a Roma, a Firenze e a Venezia presentano quindi un
particolare significato nello sviluppo di un dialogo bilaterale caratterizzato
dall’assenza di elementi di controversia (con la sola eccezione relativa ai
diritti umani) e sempre più ricco di contenuti e di possibili convergenze.
Sul piano economico, la oramai imminente adesione della Cina all’OMC, dopo
l’intesa raggiunta con l’Unione Europea ed il voto favorevole del Congresso
americano per la concessione dello status permanente di partner commerciale,
presenta nuove opportunità per un futuro incremento degli scambi bilaterali.
Questi (in crescita, secondo fonti cinesi, di più del 30% nei primi quattro
mesi del 2000) rimangono sottodimensionati rispetto alle potenzialità, marcati
da un crescente disavanzo commerciale a nostro sfavore e da una limitata
propensione delle nostre imprese – soprattutto quelle piccole e medie – a
cogliere le potenzialità e ad investire nel vasto mercato cinese.
L’accessione all’OMC rappresenta un’enorme opportunità, ma la sua
attuazione dovrà essere seguita con attenzione, data l’articolazione e la
pluralità dei livelli dell’amministrazione e della società civile cinese. Di
rilievo appaiono anche le prospettive della collaborazione scientifica e
tecnologica che si va estendendo a settori di particolare interesse e rilevanza
sia nel campo della ricerca di base (studi e laboratori congiunti che vanno
dalle viscere del Gran Sasso agli altipiani del Tibet sui problemi della materia
e dell’astrofisica) che di quella applicata (nuove fonti di energia, quali
l’idrogeno; l’ambiente; la preservazione e tutela dei patrimoni culturali).
La visita del Premier cinese, che sarà accompagnato dal Ministro degli Affari
esteri Tang Jiaxuan, consentirà anche di arricchire il già intenso dialogo
sulle tematiche internazionali, sia ove già si verificano utili convergenze
(riforma dell’ONU e allargamento del CdS), che in quei contesti dove il
recente maggior dinamismo cinese (Medio Oriente ed Africa) ed il ruolo chiave
giocato da Pechino (penisola coreana) conferiscono una nuova rilevante
dimensione alla concertazione con il governo cinese, in un quadro di crescente
attenzione della Cina verso l’Europa nel cui ambito l’Italia viene
considerato un interlocutore privilegiato.
6
luglio 2000 webmaster@euganeo.it |
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il
collegio senatoriale di Tino Bedin |