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1. GRECIA - L'Euro ha ora dodici Stati.
La Grecia dodicesimo Stato membro ammesso nell'area della moneta unica
europea a partire dal gennaio 2001.
La Repubblica ellenica era l'unico Paese tra i Quindici a non far parte di
Eurolandia per non aver rispettato, nel maggio 1998, i c.d. criteri di
Maastricht: l'esclusione di Atene fu quindi decretata, nel corso del Consiglio
Europeo di Bruxelles, non per volontà dello Stato greco a non voler entrare
nell'area della moneta unica. Gli altri tre stati che non hanno aderito -
Danimarca, Regno Unito e Svezia - hanno invece preso questa decisione
autonomamente, pur avendo le carte in regole per una loro eventuale
partecipazione. Non è dato attualmente di prevedere se e quando anche questi
Stati membri dell'UE entreranno a far parte dell'area dell'Euro: l'unico fatto
certo è il referendum che si terrà in Danimarca in settembre in proposito,
dagli esiti peraltro affatto scontati.
La decretata cooptazione della Grecia giunge invece a termine di quasi sei anni
di notevoli sforzi di quelle Autorità per il risanamento dell'economia
nazionale: oggi Atene rispetta tutti i criteri richiesti e la sua entrata nella
moneta unica è favorevolmente commentata, sia da parte degli ambienti
governativi che dall'opposizione. La Grecia incomincerà subito a partecipare
alle riunioni dei ministri dell'area Euro che ormai tradizionalmente precedono i
Consigli ECOFIN.
2. ITALIA - Libero lo studioso rapito
nello Yemen.
Liberato in
nottata Alberto Alessio, lo studioso italiano rapito nei giorni scorsi nel paese
arabo. Fonti dell'Ambasciata confermano che
l'archeologo italiano è atteso in giornata a Sanaa e non si esclude un suo
immediato rientro in Italia.
3. POLONIA
- Buono l'avvicinamento ai parametri europei.
La congiuntura economica polacca registra risultati più che
soddisfacenti, ma permangono preoccupazioni che potrebbero derivare dal quadro
politico e da un allentamento, a scopi pre-elettorali,
dell'attuale politica di contenimento della spesa pubblica.
Le valutazioni sul processo di aggiustamento compiuto dal paese nei poco più di
dieci anni trascorsi a partire dalla fine del sistema socialista e
dall'introduzione del libero mercato premiano, nella valutazione degli analisti,
la Polonia come uno dei paesi dell'Europa orientale più "virtuosi" e
coerenti. Le stime OCSE sull'evoluzione della congiuntura sarebbero inoltre
estremamente promettenti, in considerazione anche della circostanza che per
entrambe le aree geografiche destinatarie delle produzioni polacche, l'Unione
Europea e la Russia, sono stati individuati importanti trend di ripresa. La BERS,
da parte sua, ha sottolineato l'ottima capacità di resistenza agli shocks
del quale ha dato prova il sistema polacco, dimostrando sia la sua vitalità che
la elevata diversificazione. Il Fondo Monetario ha infine espresso valutazioni
più che positive, in particolare per quanto riguarda lo sforzo compiuto da
Varsavia nella riduzione della spesa pubblica. Il primo risultato di tutto ciò
è l'innalzamento dell'indice di solvibilità della Polonia da parte dei
principali istituti di analisi internazionali, mentre sondaggi condotti da
importanti consulting anglosassoni tra
le maggiori compagnie multinazionali proverebbero che il paese si piazza
sistematicamente in una posizione molto elevata nella valutazione di affidabilità
formulata da parte degli investitori stranieri.
Segnali non altrettanto incoraggianti provengono però dal quadro politico. Sul
tema del proseguimento delle politiche di austerità fiscale, così come
peraltro esplicitamente indicato dall'ultima missione esplorativa del Fondo
Monetario che, nel plaudere agli ottimi risultati ottenuti con la finanziaria
2000 metteva in evidenza l'importanza di proseguire nella stessa direzione nel
2001 continuando ad operare sulla leva fiscale, si è spaccata la coalizione
composta dall'Unione delle Libertà (UW) e l'Azione elettorale Solidarnosc (AWS).
La crisi politica ha successivamente portato nelle settimane scorse
alla costituzione di un governo di minoranza monocolore composto dalla
sola AWS: della precedente coalizione governativa questa era però la componente
che peggio sopportava la politica dell'austerità fiscale e la crisi politica ha
inoltre rafforzato quelle componenti più squisitamente sindacali della
formazione di Solidarnosc, ritenute a torto o a ragione quelle più adatte ad
imbastire una strategia che permetta di contenere l'alto livelli di consensi di
cui attualmente sembra di godere il principale partito di opposizione della
sinistra, lo SLD, ritenute quelle meno sensibili ai richiami imposti dalle
scelte di austerità.
Gli operatori, sia polacchi che internazionali, terrebbero quindi per il momento
sotto "osservazione speciale" il nuovo governo di minoranza, cercando
di determinare quale sarà l'ampiezza del distacco dei nuovi orientamenti di
politica economica da quelli a suo tempo tracciati dal precedente esecutivo: le
aspettative perché il precedente programma possa essere considerevolmente
cambiato, sotto la spinta di considerazione elettorali, sarebbero elevate.
20
giugno 2000 webmaster@euganeo.it |
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il
collegio senatoriale di Tino Bedin |