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Giorni dell'Europa

Lunedì 19 giugno 2000

1. CONSIGLIO EUROPEO - A Feira anche un positivo bilancio della Presidenza portoghese.
Prende il via oggi il Consiglio Europeo di Feira che chiude il semestre di Presidenza portoghese. Feira costituirà un importante momento di verifica dei lavori della Conferenza intergovernativa, con particolare riferimento alle “cooperazioni rafforzate”. Il  Vertice affronterà inoltre i seguiti del Consiglio europeo straordinario di Lisbona in materia di crescita economica ed occupazione alla luce delle sfide poste dalle innovazioni tecnologiche e la questione del pacchetto fiscale, quest’ultima sulla base delle conclusioni raggiunte dai Ministri delle Finanze, riuniti a Feira alla vigilia del Vertice per ricercare un’ipotesi di compromesso finale.
La Presidenza ha proposto anche di affrontare i temi dell’ampliamento, della Politica europea di sicurezza e difesa, dei Balcani Occidentali e dei rapporti con la Russia. Qualsiasi iniziativa portoghese sull'Austria verrebbe invece rimandata a dopo il Consiglio.
Sulla Conferenza intergovernativa il Consiglio europeo dovrebbe limitarsi a fare il punto del negoziato che, a dire il vero, non ha registrato sensibili passi in avanti. Rimane ancora da definire da parte del Consiglio la questione del mandato della Conferenza. Si affronterà successivamente l'argomento "Cooperazioni rafforzate", fortemente voluto nell'agenda dei lavori, grazie alle quali si dovrebbe permettere ai membri che lo desiderano di procedere da soli su alcune questioni istituzionali senza essere bloccati dal veto degli "euroscettici". Tale possibilità non è però vista con grande simpatia dai governi di Londra e Madrid.
Per quanto concerne i seguiti del vertice straordinario di Lisbona, la Commissione dovrà elaborare annualmente una relazione di sintesi sui progressi realizzati in base ad indicatori strutturali da convenire per quanto attiene all’occupazione, all'innovazione, alle riforme economiche e alla coesione sociale.
Il Consiglio Europeo dovrà dare ratifica politica all'approvazione data dal Consiglio Ecofin al documento sugli indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati Membri e della Comunità. I Capi di governo dovranno anche dare l'assenso politico ad un'altra decisione dell'Ecofin: la Grecia ha dimostrato di rispettare i parametri di Maastricht e quindi potrà avere accesso all'Unione economica e monetaria dal gennaio 2001.
A Feira si affronterà nuovamente il dossier "pacchetto fiscale”. Si tratta di un insieme di disposizioni e obiettivi in materia di fiscalità, che comprende un codice di  condotta in materia di regime fiscale delle imprese, norme sulla imposizione fiscale del risparmio e l’accordo sulla eliminazione delle ritenute d’imposta sui pagamenti transfrontalieri di interessi e canoni tra società consociate. Sul codice di condotta e sul regime fiscale per le società consociate si è raggiunto un accordo. Rimane invece una forte resistenza britannica sulla tassazione dei redditi da risparmio connessa al timore di fughe di capitali dalla City, soprattutto in relazione al trattamento degli eurobonds. Il Consiglio cercherà di raggiungere un compromesso in materia.
Per quanto attiene all'allargamento, il Consiglio di Feira esprimerà la propria soddisfazione per i risultati raggiunti sia dai cosiddetti paesi del "gruppo di Lussemburgo" (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceka, Slovenia, Estonia e Cipro) i quali hanno dimostrato di sapere adeguare la loro legislazione interna all'acquis comunitario in tutti i settori, sia per quelli del "gruppo di Helsinki" (Malta, Lituania, Lettonia, Slovacchia, Bulgaria e Romania) che hanno iniziato con soddisfazione il processo di avvicinamento all'acquis. Ciò nonostante, tenendo conto delle difficoltà esistenti all'interno di questi paesi dove l'effetto Europa ha perso una parte dell'appeal sulle opinioni pubbliche locali, il Consiglio non farà mancare il proprio incoraggiamento ai paesi candidati a proseguire sul cammino intrapreso.
A Feira la Presidenza portoghese presenta inoltre un rapporto sul lavoro svolto in tema di politica di difesa e di sicurezza. Nel lasso di tempo intercorso tra Helsinki e Feira si sono registrati l'attivazione di una versione provvisoria degli organi di gestione (Comitato Politico e di Sicurezza, Comitato Militare, nucleo di Stato Maggiore), progressi nell’articolazione tecnica dell'obiettivo collettivo di capacità, la definizione delle modalità di consultazione con i Paesi terzi (per ora, limitatamente ai candidati all'adesione UE ed ai membri europei della NATO), l'intesa su temi e modalità per iniziare la concertazione con la NATO nonché l'individuazione di priorità per lo sviluppo di capacità civili di gestione delle crisi. Alla Presidenza francese dovrebbe essere affidato il mandato di giungere all'insediamento di organi gestionali definitivi, iniziare il concreto lavoro con la NATO e raccogliere, in una Pledging Conference, le "offerte" nazionali di contributo al conseguimento dell'obiettivo collettivo di forza. Se i contenuti del rapporto sono consensuali, aperta e contenziosa è, invece, la questione di un'eventuale modifica dei Trattati, per ragioni sia "costituzionali" che di neutralità di alcuni paesi.
Sulla questione dei Balcani occidentali, Solana presenterà un documento su come dare maggiore risalto all'impegno politico ed economico dell'Unione nella regione. Il Consiglio potrebbe inserire nelle sue conclusioni l'idea francese di un Vertice (da tenersi a Zagabria) dell'UE con i Paesi successori dell'ex-Jugoslavia, tranne la RFJ, per mostrare ai Serbi le vantaggiose ricadute di una evoluzione democratica: si tratterebbe di un messaggio politico, senza seguiti istituzionali.
Sul tavolo ci sarà anche il dossier Russia. Oggetto delle discussioni del Consiglio sarà la ricerca, alla luce della mutata situazione politica a Mosca, di una forma di aiuto finanziario da parte dell'Unione, sebbene da parte di alcuni Paesi vi siano ancora dubbi circa l'effettiva situazione in Russia.

2. UNIONE EUROPEA - Il contributo al cessate-il-fuoco tra Etiopia ed Eritrea.
Grazie alla ferma mediazione dell'Organizzazione per l'Unità africana e all'azione di facilitazione svolta da Unione Europea e Stati Uniti, è stato firmato ieri ad Algeri l'accordo di cessate il fuoco tra Etiopia ed Eritrea. I termini dell'intesa prevedono una "cessazione delle ostilità", il dispiegamento di una forza di interposizione delle Nazioni Unite e il ritiro degli eserciti sulle linee antecedenti allo scoppio del conflitto due anni fa.
Alla cerimonia della firma hanno partecipato i due Ministri degli Esteri, di Etiopia Seyum Mesfin e di Eritrea Haile' Waldensae, alla presenza del Presidente algerino Bouteflika, del suo Ministro della Giustizia, Ahmed Ouyahia, vero tessitore dell'accordo, nonché del Sottosegretario Serri in rappresentanza dell'Unione europea e del rappresentante statunitense Lake. Le difficoltà, anche di cerimoniale, che hanno preceduto la cerimonia tra i due Ministri degli Esteri rispecchiano molto bene le quelle insite all'intesa raggiunta. In ogni caso sia Mesfin che Waldensae hanno dichiarato che i rispettivi paesi sono determinati a rispettare l'accordo concluso ieri.
"Cessazione delle ostilità" è la dizione più corretta in quanto quello firmato ad Algeri non è un vero cessate il fuoco definitivo, che dovrà invece essere negoziato nelle prossime settimane e per il quale si prevede un percorso negoziale tutt'altro che facile. Il successo dell'intesa, che è stata negoziata indirettamente, è legato alla velocità del dispiegamento della forza multinazionale (composta da circa 2.000 soldati in massima parte di nazioni africane con il supporto logistico di UE e Stati Uniti), per il quale ci vorranno in ogni caso delle settimane.
Aldilà dei combattimenti per il controllo di qualche chilometro quadrato di territorio pietroso, l'obiettivo ultimo che rimane irrisolto è la necessità di ricercare uno sbocco al mare da parte dell'Etiopia, che in passato veniva assicurato dall'unione con l'Eritrea.
Per l'Algeria la cerimonia di ieri ha rappresentato il più grande successo durante il proprio turno di presidenza dell'OUA.

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19 giugno 2000
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