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Giorni dell'Europa

Martedì 30 maggio 2000

1. UNIONE EUROPEA - In ritardo l'integrazione euromediterranea.
La riunione informale dei ministri degli esteri del partenariato euromediterraneo, svoltasi a Lisbona lo scorso 25 e 26 maggio, ha dato luogo ad una riflessione su come rinvigorire e rafforzare il processo di Barcellona e preparare il terreno per la conferenza ministeriale di Marsiglia del prossimo novembre.
In linea generale, e' stato riconosciuto che i risultati del processo di Barcellona finora raggiunti non sono stati del tutto soddisfacenti, ma ne è stato auspicato un rilancio, anche per fugare i timori dei Partners della riva sud circa un'eccessiva attenzione dell'Unione Europea verso l'allargamento e gli interventi nei Balcani.
In tema di Carta per la Pace e la Stabilita', i Ministri hanno esaminato ed approvato il ''progress report'' del gruppo alti funzionari, che sono stati invitati ad accelerare i lavori di completamento del testo, in vista del suo esame alla conferenza ministeriale di Marsiglia.
Sul capitolo economico e finanziario, i Ministri si sono espressi per un incremento degli scambi transmediterranei e del commercio sud-sud, per uno sforzo congiunto nella promozione dello sviluppo socio-economico, per l'incoraggiamento degli investimenti privati.
Nel contesto del capitolo culturale e sociale si è parlato della possibilità di lanciare programmi regionali per la cooperazione nel settore della giustizia e degli affari interni, con particolare riguardo alla lotta all'immigrazione clandestina, alla criminalità organizzata ed al traffico di droga. In tema di terrorismo è stato concordato di proseguire il dialogo con l'organizzazione di una terza riunione ad hoc a livello di alti funzionari entro la fine dell'anno.
Circa l'allargamento della membership del partenariato, è stata espressa l'aspettativa che la Libia - che, invitata come ospite della presidenza, all'ultimo momento ha rinunciato all'invio dell’annunziata delegazione -  occupi il posto che le spetta, una volta confermata la sua accettazione piena e senza riserve dell'acquis del processo di Barcellona.

2. UNIONE EUROPEA - Elettricità e gas al Consiglio Energia.
Si riuniscono oggi a Bruxelles i Ministri competenti per l'Energia dei Quindici. Argomenti all’ordine del giorno sono: il mercato interno dell'energia elettrica e del gas, il miglioramento dell'efficienza energetica, le fonti di energia rinnovabili, la sicurezza dell'approvvigionamento di gas nell'U.E..
Nel corso della riunione odierna sarà presentato un piano d'azione per il miglioramento dell'efficienza energetica preparato dalla Commissione, soprattutto con riferimento all'accordo di Kyoto sull'abbattimento di emissioni di CO2; il miglioramento dell'efficienza energetica sarà, infatti, uno dei fattori chiave che consentirà all'U.E. di raggiungere in maniera più economica l'obiettivo attribuitole dal Protocollo.
La Commissione presenterà quindi un rapporto sui mercati interni dell'elettricità e del gas ed un’informativa sulla liberalizzazione del mercato elettrico.
Sarà infine presentata ufficialmente una proposta di direttiva sulle fonti di energia rinnovabili con la quale si intende creare un quadro a medio termine per lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabili che contribuisca al rispetto degli impegni di Kyoto, avendo come obiettivo quello di raddoppiare il consumo di energia verde entro il 2010, passando dall'attuale 6% al 12%.

3. BELGIO - Coincidenze con l'Italia sulla riforma dell'Unione europea.
L'incontro di oggi del Ministro Dini col Ministro degli Esteri belga era stato concordato nella recente riunione delle Azzorre del 6-7 maggio scorso. Esso sarà incentrato su di un approfondimento delle principali questioni europee e di politica internazionale.
Sul tema delle riforme istituzionali dell'Unione Europea, la posizioni belghe sono fortemente coincidenti con le valutazioni italiane, come del resto confermato dalla dichiarazione trilaterale Italia, Francia, Belgio del 1997. In particolare il Belgio è favorevole ad un approccio globale, privilegiando l'idea di una sola conferenza intergovernativa che dovrebbe auspicabilmente concludere i suoi lavori entro la fine di quest'anno sotto l'impulso della Presidenza francese.
Durante l'incontro si parlerà anche di riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il Belgio è animatore di un gruppo di paesi che auspicano una riforma che meglio rispetti gli attuali equilibri internazionali, guardando con favore all'inserimento della Germania e del Giappone nel gruppo dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza e all'aumento di quelli non permanenti su base geografica, con un meccanismo di revisione periodica della sua composizione. Negli ultimi mesi, pur continuando tenacemente nella sua azione, la nuova dirigenza belga sembra manifestare un rinnovato interesse anche sull'ipotesi di un seggio permanente europeo, pur ritenendolo un obiettivo di medio – lungo periodo.
In agenda anche tematiche africane, alla luce, fra l'altro, del nuovo dinamismo impresso dal Ministro Michel alla politica estera belga in tale area geografica. Per quanto riguarda in particolare la regione dei Grandi Laghi, il Belgio ritiene indispensabile avviare una decisa azione di sensibilizzazione di tutta la comunità internazionale sulle parti in conflitto affinchè venga rispettato e messo in opera l'Accordo di Lusaka, ritenuto l'unico strumento, sia pur fragile, su cui costruire una pacificazione generale dell'area.

4. ITALIA - A Roma riunione di Iniziativa Trilaterale.
Si è svolta ieri a Roma, per esaminare lo stato della cooperazione in atto, una riunione della Iniziativa Trilaterale, alla quale hanno partecipato una delegazione ungherese guidata dal consigliere del Primo Ministro Orban, e una delegazione slovena guidata dal Sottosegretario di Stato per gli Stati confinanti del Ministero degli Esteri.
Ai lavori - che si sono conclusi con un incontro con il Sottosegretario Ranieri - è stata associata in un secondo momento una delegazione croata guidata dall'Assistente del Ministro degli Esteri Picula.
Nel corso della prima parte della riunione, si è passato in rassegna l’andamento delle iniziative in atto, valutando positivamente alcuni settori di intervento, fra i quali in particolare la cooperazione per la lotta alla criminalità e quella militare, che ha visto la creazione di una Brigata Congiunta per operazioni di peace-keeping, il cui comando si trova a Udine. E’ stata poi rilevata la necessità di sviluppare altre attività congiunte, tra cui quelle culturali e nel settore doganale, nonché di dare nuovo impulso ai lavori di realizzazione del corridoio multimodale n. 5 (Trieste-Lubiana-Budapest-Kiev).
I partecipanti hanno poi convenuto sull’opportunità di allargare la cooperazione in atto nella Trilaterale anche alla Croazia, alla luce delle positive trasformazioni innescate dai risultati delle recenti elezioni politiche e presidenziali nel Paese. Nell’incontro allargato ai rappresentanti croati, si è concordato che Zagabria potrà sin d’ora partecipare a livello di esperti ai differenti gruppi di lavoro operanti nel quadro della Trilaterale, e che il prossimo Vertice dei Primi Ministri dell’iniziativa, previsto a settembre, potrà formalizzare l’allargamento della medesima alla Croazia.

5. ROMANIA - Punta ad entrare nelle istituzione euro-atlantiche.
Il Ministro Dini, ha incontrato ieri il Ministro degli Esteri di Romania, Petre Roman, con il quale ha passato in rassegna i principali temi dell’attualità internazionale, ed in particolare la situazione nei Balcani e nel Kosovo, i rapporti bilaterali e il processo di avvicinamento della Romania alle strutture euro-atlantiche. All’incontro era presente il Sottosegretario Ranieri.
Il Ministro Roman ha ribadito che la Romania considera l’adesione alle istituzioni euro-atlantiche una priorità della sua politica estera ed aspira ad essere compresa nella prossima fase di allargamento. Il Ministro Dini ha ribadito il sostegno italiano alle attese di Bucarest, anche in considerazione del ruolo di crescente importanza che la Romania è destinata a svolgere nel Sud-est europeo.
Per quanto riguarda in particolare il processo di adesione all’Unione Europea, appoggiato da parte italiana, il Ministro Dini ha rilevato con apprezzamento i progressi realizzati dalla Romania, il cui Governo sta procedendo sulla strada dell’apertura e della liberalizzazione dell’economia e della stabilizzazione del quadro giuridico per favorire gli investimenti esteri.
Con riferimento alla NATO, il Ministro Dini ha sottolineato come da parte italiana si ritenga pienamente valida l’esigenza di un processo di allargamento dell’Alleanza geograficamente bilanciato. Il Governo italiano appoggia dunque il principio della “porta aperta” ad ulteriori adesioni, tra le quali si auspica possa esserci quella della Romania, di cui si valuta positivamente l’impegno nelle operazioni di pace della NATO e verso l’integrazione e la cooperazione con le nazioni vicine.
Quanto alla più generale situazione nei Balcani, è stato evidenziato l’interesse ad un ruolo attivo della Romania nel quadro del Patto di Stabilità e dei vari fori di cooperazione regionali, ed è stata attirata l’attenzione sull’importanza del ripristino della navigabilità del Danubio, che riveste per la Romania una grande importanza economica.
Nel settore dei rapporti bilaterali, è stata rilevata la grande importanza del loro sviluppo, sia in virtù degli stretti vincoli storico-culturali, sia per i consolidati rapporti politici ed economici sanciti dal Partenariato Strategico varato nell'aprile del 1997 con la Dichiarazione congiunta dei Ministri degli Esteri dei due Paesi (Dini-Severin), che ha posto le basi per la loro intensificazione a tutti i livelli. L’Italia rappresenta il primo partner commerciale della Romania (con un interscambio pari a 4 miliardi di dollari) e in loco sono presenti oltre 8000 aziende italiane, la maggior parte delle quali medie e piccole. Da parte italiana è stato manifestato l’intendimento di favorire un’ulteriore intensificazione della presenza degli investitori italiani.

6.
RUSSIA - Non ci sarà un nuovo "equilibrio del terrore", dice Bush.
Il Candidato repubblicano alla Casa Bianca George Bush ha reso nota la propria posizione in materia di sicurezza nucleare. Essa si basa sulla negazione della ricerca dell' "equilibrio del terrore" quale mezzo per garantire la sicurezza nei rapporti con la Russia e sull'ipotesi di riduzione unilaterale delle armi nucleari.
Le esternazioni di Bush intendevano in primo luogo rispondere alle accuse dei democratici, che lo dipingevano come un "nostalgico" della guerra fredda. Il candidato repubblicano, nel ricordare come la Russia non sia più un nemico, ha invece evidenziato che le minacce alla sicurezza degli Stati Uniti provengono nella fase attuale dagli Stati fuorilegge, dai gruppi terroristici e dalla proliferazione di armi di distruzione di massa.
In questo contesto, Bush intenderebbe in primo luogo procedere, qualora eletto, alla realizzazione di un sistema di difesa missilistico, capace di proteggere gli Stati Uniti, le forze americane all'estero e i paesi amici e alleati. In secondo luogo si potrebbe procedere alla riduzione delle armi nucleari americane, adeguandone il numero alle esigenze di sicurezza prevalenti nell'attuale era post-guerra fredda.

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30 maggio 2000
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